Euro ad euro, qualcuno si riempe le tasche

Di 9 Maggio, 2023 0 0
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Si ritorna, dopo un breve periodo di pausa, a raccontare la vicende della nuova maggioranza, approfittando della recente approvazione del regolamento della tassa rifiuti e delle tasse locali (IMU+IRPEF+TARI).

Orbene, chi ha dimenticato la tanto sbandierata riduzione del 20% della tariffa rifiuti anno 2022 concessa a tutti, indipendentemente dal reddito o dalle categorie che generalmente hanno diritto ad una riduzione, tanto pubblicizzata l’anno scorso e che avevo prontamente “smascherato” in questo articolo https://www.balsorano.org/2022/08/gli-sconti-tari-quasi-obbligatori-ma-per-loro-e-sempre-un-ottimo-risultato/?.

Ebbene, scordatevi una nuova riduzione della tariffa. In fondo non era difficile aspettarsi altro, visto che per alimentare la precedente riduzione non erano stati utilizzati neanche un centesimo dal bilancio comunale ma fondi statali altrimenti persi.

Infatti quella riduzione era stata prevista con il Decreto Aiuti dove al comma 5-bis all’art. 40, “Misure straordinarie in favore delle regioni e degli enti locali”, prevedeva la possibilità per i Comuni di concedere agevolazioni TARI finanziate con l’eventuale quota di avanzo vincolato al 31.12.2021 da Fondone COVID, risorse ulteriormente incrementate anche dai fondi destinati alla solidarietà alimentare concessi e non spesi.

A quanto ammontavano queste somme lo si evince dal precedente rendiconto e non parliamo di briciole ma di una bella cifra, ovvero 192.629,10 €, ovvero i soldi che lo Stato ha versato nel 2020 e nel 2021 per agevolare i cittadini di Balsorano a seguito delle conseguenze della pandemia, ma che gli amministratori hanno deciso di non usare né nel 2020 né nel 2021, su un totale trasferito pari a 218.473,00 €, dei quali, appunto, spesi solo 34.500,70 €, pari al 15%, nonostante il periodo più nero degli ultimi decenni, cosa che evidentemente non ha rigurdato gli amministratori comunali.

Amministratori che messi alle strette, per non perdere questi fondi, che se non spesi tornavano allo Stato, decidono di utilizzarne una piccola parte, circa 70 mila, per la riduzione della TARI del 20% senza alcuna distinzione di categorie e indipendentemente dal reddito. Un bonus a pioggia che ha considerato quindi famiglie a basso redditto, equivalenti con quelle ad alto reddito.

Quindi passare questi sconti come una benevolenza quando in realtà è stato quasi un ultimatum dello Stato, fa capire che il livello è sempre lo stesso, ed è sempre basso.

Ma veniamo a cosa è stato approvato nell’ultimo consiglio comunale del 22 aprile scorso, ovvero le nuove tariffe e il regolamento per la Tassa dei rifiuti.

Nella sua relazione il Sindaco ha testualmente dichiarato “Perché non abbassiamo le tasse? Innanzitutto le abbiamo mantenute … e sono al minimo storiconon ci sembra di non essere così attenti alle esigenze delle famiglie … quindi quelle somme che dovremmo investire, secondo voi (ndr l’opposizione) per abbassare le tasse ai cittadini, preferiamo invece investirli in servizi

Mentire per i politici è prassi visto che in realtà le tasse sono quasi al massimo storico (fatto salvo una piccola riduzione dell’imposta IRPEF dovuta alla reintroduzione dell’esenzione sotto i 7.000 euro di imponibile eliminata negli anni scorsi).

Basta confrontare gli stessi bilanci dell’amministrazione attualmente in carica che è in sostanza la stessa del precedente quinquennio, per dimostrare la falsità di tale affermazione, e traducendo tutto in numeri …

  • IMU+TASI da 530.638 € a 565.000 € (+34.362);
  • IRPEF da 120.000 € a 190.000 € (+70.000 €);
  • TARI da 470.000 € a 510.000 € (+40.000 €).

Si è passati da un 1.143.138 € di tassazione locale nel 2018 (primo bilancio di previsione della precedente amministrazione) a 1.277.500 € nel 2022 con un incremento di 134.362 € (oltre 400 mila euro in 4 anni), e non è poca cosa visto che parliamo di un +12%.

Ma per il Sindaco, i cittadini pagano la tassazione locale al minimo storico. Mentire sapendo di mentire è la cosa più odiosa in assoluto, ma ormai è prassi consolidata.

Ma veniamo alla ciliegina sulla torta.

Tra i punti c’era l’approvazione delle tariffe TARI. Se prendete la delibera di approvazione, la n. 7 del 22 aprile, si trovano i prezzi indicati dal ministero delle finanze con le sue linee guida ma invece di scegliere una soglia sono state riproposte le tabelle che vanno da un minimo ad un massimo.

Quindi nessun utente sa oggi il reale costo della tariffa così come le attività commerciali. Ad esempio un BAR paga una tariffa che può andare da 32,52 €/mq a 62,31 €/mq.

Quale è la tariffa approvata la conoscono solo loro, e a noi ci verrà rivelata quando arriveranno gli F24 da pagare, visto che non hanno allegato le tariffe alla delibera (il motivo è che forse non volevano un dibattito sulle tariffe e smentire l’affermazione del Sindaco sulle tasse al minimo storico).

E siccome le tariffe TARI non sono state indicate in delibera di consiglio comunale, la prima conseguenza è che non sarebbe possibile applicare le nuove tariffe TARI (fossero anche incrementate di pochi euro), in quanto non avrebbero un provvedimento valido che le autorizzerebbe a farlo.

In secondo luogo, l’assenza di una delibera di consiglio comunale che specifichi le tariffe TARI potrebbe dare luogo a controversie legali e ad eventuali sanzioni da parte degli enti di controllo. Infatti, le autorità comunali sono tenute a rispettare le norme e le procedure previste dalla legge per l’approvazione delle tariffe TARI.

Che dire, evidentemente era meglio tacere sull’ennesimo ritocco in su dovuto al costo del servizio che poco alla volta cresce nonostante il minor numero di cittadini “inquinanti”, silenzio che è andato ben oltre visto che di tariffe non c’era nemmeno l’ombra in quelle appena approvate.

Euro ad euro, qualcuno si riempie le tasche visto che pur diminuendo il numero dei cittadini, i costi tendono sempre a crescere:

  • 455.748 € nel 2019;
  • 459.407 € nel 2020;
  • 465.525 € nel 2021;
  • 471.009 € nel 2022;
  • 475.393 € nel 2023;

… ma il top ancora non è stato svelato. Si tratta solo di aspettare qualche mese per dimostrare che qualcuno ci sta prendendo in giro con la complicità di chi dovrebbe tutelare i nostri interessi, ma pensa ai suoi.

Adesso passiamo al regolamento che in parte e illegittimo. La cosa più interessante è che prevede riduzioni che ovviamente sono state taciute durante il consiglio comunale e forse in un primo tentativo vi verranno negate.

Innanzitutto le riduzioni sono confermate rispetto a quelle sempre concesse negli anni precedenti, anche se vengono leggermente riformate. Ad esempio l’art. 27 prevede riduzioni del 70 % a quelle utenze che non hanno un servizio di raccolta porta a porta ma sono soggetti alla tariffa “Il tributo è ridotto, tanto nella parte fissa quanto nella parte variabile, del 70% per le utenze poste a una distanza superiore a 800 metri dal più vicino punto di conferimento, misurato dall’accesso dell’utenza alla strada pubblica”. Per punto di riferimento ovviamente si intende il centro di raccolta e considerando che attualmente non esistono punti di conferimento comunali, ovvero centri di raccolta autorizzati, questa riduzione spetterebbe a tutte le utenze isolate che non hanno il servizio di raccolta rifiuti, visto che ad oggi l’unico centro di raccolta funzionante è a Civitella Roveto e tale riduzione decorre non dal 1° gennaio 2023, ma dal 1° gennaio 2022 in quanto riduzione già prevista nel precedente regolamento, (forse anche dal 1° gennaio 2021 visto che non è indicata alcuna scadenza per la richiesta di riduzione) anche perché in entrambi i regolamenti non è specificata la modalità di presentazione della richiesta ma all’art. 30 comma 2 sono previsti i rimborsi “Le riduzioni sono applicate di regola a conguaglio, anche tramite il rimborso delle somme che eventualmente fossero già state versate”.

Ed arriviamo alla parte illegittima. L’art. 17 comma 3 occupanti le utenze domestiche “Per le utenze domestiche condotte da soggetti non residenti nel Comune, per gli alloggi dei cittadini residenti all’estero, per gli alloggi a disposizione di enti diversi dalle persone fisiche occupati da soggetti non residenti e per gli alloggi tenuti a disposizione degli utenti, si assume come numero degli occupanti quello determinato per classi di superfici nella delibera con la quale vengono determinate le tariffe”.

Si applica sostanzialmente un principio di presunzione ad una tariffa che invece non la prevede ed è considerata da tutta la giurisdizione in materia, illegittima, perché vale sempre il principio di “chi inquina paga”, ovvero i rifiuti sono prodotti in primo luogo dalle persone ed in secondo luogo dalle superficii assoggettate alla tariffa.

Questo vuol dire che un’utenza domestica di un residente, deve pagare non in relazione alla superficie, ma al numero dei componenti del nucleo familiare registrato nel comune di residenza e dovrebbe prevedere per regolamento anche un ribasso dovuto al fatto che ovviamente produrrà meno rifiuti di un residente effettivo (convenzionalmente si riconosce il 30% di riduzione).

Più semplicemente se un’utenza domestica ha una superficie di 100 mq ed è un non residente con nucleo familiare composto da una sola persona, è illegittimo da parte del comune attribuire la tariffa per un numero di occupanti pari a 3 in considerazione della superficie complessiva, come da tabella presente nella delibera, ma è corretto applicare la tariffa per singolo occupante, come legalmente e costantemente riconosciuto, al quale comunque applicare una riduzione che convenzionalmente è pari al 30%.

Quindi se vi trovate in una di queste situzioni, servizio non svolto o non residenti (e pagate in base alla superficie e non in base al numero dei componenti), potete richiedere legittimamente la riduzione della tariffa almeno a decorrere dal 2022. Infatti non essendo previsto un termine per la presentazione della dichiarazione per ottenere tale agevolazioni, convenzionalmente viene indicato un termine  pari al momento della detenzione o del possesso dell’immobile e comunque entro il 30 giugno dell’anno successivo al verificarsi del presupposto che ne determina l’obbligo di dichiarazione.

Ovviamente anche la delibera di approvazione della tariffa ha la medesima illegittima postilla “Per le utenze domestiche occupate da non residenti, da residenti temporaneamente all’estero, quelle tenute a disposizione dagli utenti residenti, nonché quelle tenute a disposizioni da enti diversi da persone fisichie occupate da soggetti non residenti nell’immobile è stato attribuito, ai fini dell’approvazione della tariffa, un numero di componenti della famiglia in rapporto alla superficie, come di seguito riportato:

SUPERFICIENUMERO OCCUPANTI
Da 0 a 50 mq1
Da 51 a 8 mq2
Da 81 a 300 mq3
Da 301 a 400 mq4
Da 401 a 500 mq5
Oltre 500 mq6

Ovviamente questi sono alcuni esempi fatti per mettervi al corrente di alcune opportunità e dell’illegittimità di alcune parti del regolamento.

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