Il Consorzio BIM ovvero “la montagna che ha partorito un topolino”

Di 18 Aprile, 2024 0 0
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In pillole

  • Il Consorzio è stato autorizzato ad incassare per conto del Comune, tutti i sovracanoni che, pur imposti per Legge, l’ente non aveva a bilancio nel 2020, compresi gli arretrati con decorrenza dal 2014, e tutti i futuri pagamenti (ad una prima stima, considerando la quota del 2,9%, sono circa 19 mila euro l’anno, il 50% in più di quanto incassato nel 2020, anche se sarebbero non meno di 26 mila euro);
  • Per permettere al Consorzio di incassare il massimo possibile in danno al Comune, la stessa identica richiesta inviata nel 2019 direttamente dal Comune (che avrebbero aumentato la quota garantita che il Consorzio doveva restituire al Comune per Statuto), richiesta tramite la quale il Consorzio ha ottenuto i sovraccanoni mai incassati seppur ridotti di circa il 40% rispetto all’originale richiesta (esclusi interessi), è stata volontariamente cestinata;
  • Il Consorzio, come da Statuto, garantisce al Comune solo ed esclusivamente le entrate che già aveva in bilancio nel 2020. Per Statuto può non versare nulla dei soldi incassati che il Comune ha deliberatamente trascurato per agevolare il Consorzio, sia se parliamo di arretrati, sia di futuri pagamenti;
  • Il Consorzio, a rotazione, può (non è obbligato per Statuto) erogare quota parte delle extra entrate, dopo aver sottratto tutte le spese che il Consorzio avrà generato (spese di personale, spese di rappresentanza, spese per le consulenze etc), verso i comuni ma nel “medio-lungo periodo (dai 2 ai 10 anni e oltre).​

Non so se sia stata una coincidenza dopo l’articolo scritto lo scorso 27 marzo riferito ad una recente sentenza di Cassazione che ha stabilito nuovamente come i sovracanoni BIM sono obbligatori per Legge e hanno un importo pre-stabilito e sono di competenza comunale, ma oggi (17.04.2024) leggo dal centro che il BIM Liri Garigliano ha trovato un accordo con l’Enel Green Power Spa e l’ENEL produzione Spa per chiudere il contenzioso “protrattosi” per decenni.

Ora il BIM, ente utile solo a determinati scopi Google (Noto Color Emoji - Unicode 15.1), ufficialmente si è istituito nel giugno del 2020. Parlare di decenni di contenziosi verso un ente che esiste da meno di 4 anni, dimostra la coerenza di chi ha fortemente voluto un ente sostanzialmente inutile. Ma basta leggersi la recente sentenza di Cassazione, la n. 7175 del 18.03.2024, per comprendere che il diritto ai sovracanoni è a capo dei comuni e non dei consorzi, i quali ovviamente incasseranno per conto dei comuni solo se ne avranno avuto la delega mentre i non-consorziati, continueranno ad incassare le quote di propria competenza. Comunque basta citare Tagliacozzo che ha incassato per il solo 2023, da solo, senza nessun consorzio, maggiori importi per 77.158 euro.

Ora, da cronache di stampa, il consorzio doveva incassare rispettivamente, 200 milioni l’anno (dichiarazione del 2014), 50 milioni l’anno (dichiarazione del 2018), 13 milioni l’anno (dichiarazione 2019), 5-6 milioni l’anno (dichiarazione 2020). Poi onestamente non ho cercato altre dichiarazioni.

Oggi, 2024, 10 anni dopo la prima strabiliante dichiarazione, facendo i dovuti conti, per 8 anni di canone (2014-2021), il Consorzio, dietro disposizione chiara di una Legge e diverse sentenze di Cassazione, ha incassato qualcosa come “2 milioni di euro” complessivi.

2 milioni / 8 anni fa 250 mila euro l’anno. O è un acconto dei 5-6 milioni di euro dichiarati ufficialmente nel 2020, o qualcuno ci ha preso per il c*** per attrarci nel Consorzio, che di sicuro saprà spendere al meglio i nostri soldi. Infatti è bene ricordare che lo statuto non ci garantisce la nostra quota e che se volessimo la nostra parte, toccherà farne apposita richiesta, con relativa giustificazione (progetto di spesa), e metterci in lista “medio-lungo termine“, dopo ovviamente aver tolto eventuali e plausibili spese. E non scherzo perché è questo l’accordo fatto nel 2020 e a dimostrazione basta leggersi la delibera di consiglio comunale 31 dell’11.12.2020 che trovate qui PDF/A - Wikipedia, che mi ha visto, come spesso in questi casi, come l’unico voto contrario ed il motivo è ben descritto nella relazione allegata (dopo ovviamente aver dato voto contrario nel consiglio comunale n.1 dello stesso anno che ha trattato un argomento simile).

Basta comunque leggersi l’art. 3 “natura e allocazione delle risorse facenti parte del fondo comune”.

  1. Il consorzio BIM costituisce il fondo comune formato dalle entrate del sovracanone
  2. Le risorse facenti parte del fondo comune saranno allocate nel rispetto dei principi di imparzialità, trasparenza e rotazione, ossia facendo in modo che, sul medio-lungo periodo, tutti i Comuni facenti parte del Consorzio possano beneficiarne in maniera equilibrata e soddisfacente.
  3. I costi di eventuali servizi gestiti in forma associata e il loro criterio di riparto tra gli Enti partecipanti al Consorzio verranno definiti in ogni singolo atto di conferimento.
  4. Al fine di evitare squilibri nella gestione finanziaria dei Comuni consorziati, le risorse trasferite a ciascun Comune non possono essere di importo inferiore a quello delle somme che risultano da essi direttamente riscosse a titolo di sovra canone alla data di istituzione del Consorzio, dedotte le sole spese di funzionamento del Consorzio medesimo ….

Il successivo art. 16 “finanziamenti” chiarisce qualora ce ne sia bisogno, quali saranno i soldi che entreranno nelle casse del consorzio Le finanze del Consorzio sono costituite da quote di spettanza dei Comuni aderenti al Consorzio su contributi disposti dalla legge 27/12/1953 n. 959 a carico delle Aziende che abbiano le opere di presa nel bacino del Liri -Garigliano”.

Sostanzialmente il comune si priva di tutte le sue entrate del BIM con decorrenza 2020, che erano all’epoca circa 35 mila euro annue, contestualmente rinuncia a tutti i conguagli precedenti e successivi (e questo spiega il perché la richiesta del 2019 di un conguaglio di 22 mila euro in più l’anno è stata abbandonata dai competenti) e in cambio riceverà almeno un importo non inferiore ai 35 mila euro salvo riduzioni per le spese del Consorzio stesso.

E no, non è uno scherzo.

Se non è chiaro, il Comune nel Consorzio al 100% non incasserà le stesse somme che avrebbe incassato se fosse rimasto non-consorziato, ma avrà garantito solo l’importo incassato nell’anno di adesione (2020) ovvero 35 mila euro, con il rischio concreto di perdere anche gli aumenti stabiliti per Legge, ad esempio dal 2023 al 2024 il canone è cresciuto del 13,4%. E il tutto è stato fatto ovviamente per l’ambizione politiche del sindaco, che però non sono andate come previsto. Svendere il Comune non ha reso i frutti sperati. E pensare che era la stessa persona che si era pentita di aver votato per la costituzione del CAM perché “male informata“, CAM che al nostro Comune da sempre fa solo manutenzione straordinaria e mai interventi di miglioramento/efficentamento.

Comunque tornando a parlare di soldoni. Di questi 2 milioni, a Balsorano spetterebbero qualcosa come 60 mila euro per 8 anni di arretrati ovvero circa 7.500 euro l’anno dal 2014 al 2021, a fronte dei 22 mila euro richiesti con la lettera del 2019 (infatti la quota che il comune porta nel nuovo consorzio, che ad oggi è comunque sconosciuta, dovrebbe essere il 2,9%, con circa il 50% che dovrebbe finire nelle casse di Avezzano, Morino, Cappadocia e Celano).

Direte sono tanti o sono pochi? Certo prima di entrare gli stessi promotori del consorzio parlavano di 350 mila euro l’anno in più per il solo comune di Balsorano (2014), poi ridotte fino a 145 mila euro nel 2020, che sono diventate 7.500 euro/anno e solo dal 2022 saliranno a 19 mila, incluso però l’adeguamento del canone come previsto dalla legge.

Il problema è che il Consorzio potrebbe versare nelle casse del Comune non 55 mila euro, ovvero i soldi che incasserebbe per conto del nostro Comune, ma i circa 35 mila che il comune incassava nel 2020. Il tutto nel rispetto integrale dello statuto che il Comune ha approvato nel 2020 con un solo voto contrario, il mio. Che fine farenno i 20 mila euro extra annuali, onestamente non lo so, ma è impossibile che torneranno intatti nelle casse comunali.

Ma per rispondere alla domanda del sono tanti o sono pochi, ho ripreso la lettera che nel maggio del 2019 che trovate qui, qualche settimana prima delle mie dimissioni, che ho inviato alle stesse identiche 2 società, non per altro ma per non mandare in prescrizione gli anni 2014-2018 tant’è che il consorzio ha richiesto, non casualmente, i canoni per gli stessi anni ai quali ha aggiunto il 2019-2021 arrivando quindi agli 8 anni di copertura per la prima tranche dell’accordo.

Nella mia precedente richiesta, che trovate qui PDF/A - Wikipedia, l’ammontare da incassare era di 73.971,37 euro (ma per soli 5 anni), senza considerare ovviamente gli interessi legittimi in quanto, è bene ricordare, questi importi non sono facoltativi ma obbligatori per Legge (vedasi sempre le sentenze costanti sull’argomento della Cassazione), e che a differenza di altri comuni, noi abbiamo diritto anche ai canoni rivieraschi visto che due centrali sono locate fisicamente sul territorio del Comune di Balsorano. Infatti a questi andrebbero aggiunti anche i 12.992,23 che per lo stesso periodo (2014-2018) ci doveva la centrale idroelettrica della Futura Service S.r.l. che trovate qui PDF/A - Wikipedia, quella sotto il ponte di Collepiano, per un totale di 86.963,60.

Quindi quando ero ancora con “i competenti“, il comune incassava ogni anno circa 35 mila euro di canoni BIM. Con la lettera del 2019, che loro hanno ovviamente preferito ignorare così da far incassare gli arretrati al Consorzio il quale provvederà a spenderli e a distribuirli agli altri comuni, le entrate sarebbero arrivate a circa 57 mila l’anno con un incremento di quasi 22 mila euro (ovviamente non tenevo conto degli incrementi stabiliti per i bienni 2020/2021, 2022/2023 ne per quello attualmente in vigore 2024/2025).

Dall’articolo del centro si evince che l’accordo include anche il periodo 2022-2024 con un ulteriore introito di altri 2 milioni di euro, che fanno circa 666 mila euro l’anno, che probabilmente incorporano anche il 19,14% di aumento previsto dalla Legge, ma sempre lontanissimi dai 5-6 milioni promessi nel 2020 dietro la sua costituzione (e pensare che dovevano essere 100 milioni di euro l’anno all’inizio).

Ora anche considerando che le tariffe riconosciute ai comuni nel 2024 sono salite del 19,14% rispetto a quelle del 2014, con una crescita che anno per anno (2023 al 2024) è stata del 13,40%, la domanda che uno si pone è: se il canone dal 2014 (30,40 €) al 2023 (31,94 €) è rimasto sostanzialmente invariato, perché per gli anni pre-2021 ci si è accontentati di 250 mila euro a fronte degli oltre 650 mila euro che la Legge ti riconosce? Ed è bene ricordare che è la Cassazione che ha dichiarato che sono dovuti per quell’importo senza sconti e che a rigor di logica, andrebbero sommati anche gli interessi.

Sostanzialmente il Consorzio, forte di una Legge che impone a queste società di erogare questi extra canoni che sono aggiornati ogni 2 anni e pubblicati con la gazzetta ufficiale, è riuscito ad ottenere un accordo che di sicuro farà felice le stesse mega società elettriche che risparmieranno, per gli stessi anni, qualcosa come 400 mila euro l’anno, ovvero 3,2 milioni di euro che erano dovuti per Legge, oltre al fatto che probabilmente non gli sono stati richiesti gli interessi che decorrerebbero dal 2014 (circa 320 mila euro in più pur considerando solo quelli legali e non moratori).

Diciamo che a conti fatti queste società hanno risparmiato qualcosa come 3,8 milioni di euro, a fronte di un pagamento di una somma molto simile. Un 50% di sconto sostanzialmente rispetto ad un importo stabilito per Legge.

La stessa percentuale esce anche considerando la mia legittima richiesta 2019 che “i competenti” hanno voluto ignorare per ovvie convenienze verso il Consorzio. Infatti con i nuovi canoni, il Comune di Balsorano doveva incassare qualcosa come 194.109,93 euro di arretrati ai quali aggiungere i 29.476 che deve versare la Futura Service che attualmente devia l’acqua al ponte di Collepiano (per un totale di quasi 224 mila euro).

Ma, l’accordo preso con i due colossi di distribuzione dell’energia elettrica riduce questa quota a 116 mila euro con uno sconto del 40% rispetto a quanto stabilito per Legge, il tutto ovviamente senza contare gli interessi legali (circa un 10% in più). Quindi sostanzialmente lo sconto applicato a queste società è stato del 50% e gli introiti della Futura Service mancano all’appello anche se ormai è scontato che, quando saranno incassati, andranno direttamente al Consorzio.

Infatti è bene ricordare ancora una volta che per Statuto, al nostro Comune sono garantiti solo 35 mila euro, ovvero l’incasso registrato nel 2020. Tutto l’extra verrà incassato dal Consorzio ma non si sa, ad oggi, dove andrà a finire, anche se non è difficile immaginarlo. Sicuramente ci saranno le prime consulenze stra-pagate verso i soliti noti che seguiranno altre.

Non so se si possa esultare per un risultato così insoddisfacente, non per altro, ma è bene scriverlo a caratteri cubitali, perché gli importi sono stabiliti da una Legge e che le società debitrici non hanno certamente problemi di liquidità essendo tra le più profittevoli e ricche nel parorama nazionale.

Onestamente era difficile fare peggio.

Nel frattempo ho chiesto una copia dell’accordo che non è stato pubblicato sull’albo pretorio del BIM, vuoto dal 2021, nonostante sia un obbligo normativo. Ci aggiorneremo appena ne avrò avuto contezza.

Articolo scritto e pubblicato da Giuseppe Pea, il 18.04.2024 alle ore 7:00

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