Questa è la cifra che la Segen ha chiesto e ottenuto al comune di Balsorano dall’agosto del 2020 ad oggi (31 maggio giorno previsto per la firma della convenzione per la gestione del nuovo centro di raccolta) per il “servizio di gestione amministrativa e tecnica del Centro di Raccolta, comprensivo dell’acquisto delle attrezzature idonee (pari a € 23.427,45/annuo)”. Qui trovate la delibera di consiglio comunale del 2020 relativo all’affidamento decennale (unico voto contrario il mio).
Per chi lo ricorda, questa era la c.d. “offerta migliorativa” della Segen che a parità di prezzo, evidentemente anche da loro considerato troppo alto, prevedeva nuovi servizi tra i quali lo spazzamento strade (per un corrispettivo di 68.118,54/annuo) e la gestione amministrativa e tecnica del nuovo centro di raccolta (per 23.427,45/annuo), in cambio di una corposa riduzione del servizio di raccolta (-54.361,59/annuo).
L’offerta migliorativa era quindi basata sulla rimodulazione di precedenti servizi, incrementati da nuovi servizi, il tutto offerto allo stesso prezzo e quantificati in 37.184,40/annuo otre iva, che è pari a circa il 10% del costo complessivo. Ma è tutto un semplice gioco delle tre carte con il bluff.
Per prima cosa è assurdo pensare fattibile che una società, che per 20 anni ha dichiarato di non avere margini di guadagno (non fa utili), offra maggiori lavori e quindi si carichi di maggiori costi pari a 37 mila euro, non registrare in bilancio una perdita di 37 mila euro.
L’unica soluzione è che, al di la di ogni ragionevole dubbio, l’affermazione che la Segen non produca utili è falsa e nasconde un’unica verità, ovvero che gli utili non sono in bilancio perché la Segen li “ridistribuisce nel bilancio di previsione” caricando sulla società nuove spese ovviamente avendo l’accortezza di spendere tutto ciò che è stato inserito in bilancio senza cercare in nessuna maniera di abbassarne i costi, spese fatte per soddisfare le esigenze dei vari sindaci soci ed ex sindaci, come l’ormai famoso Giovanni D’Amico sempre presente quando si tratta di consulenze.
Ma tornando alla quantificazione delle maggiori spese, è chiaro che la parte più consistente doveva essere la gestione del centro di raccolta che assorbiva quasi i 2/3 (63%) dei maggiori costi e maggiori servizi offerti a parità di prezzo.
Ma la domanda che mi sono sempre posto, visto che entrambi i comuni hanno approvando ieri (31 maggio) la convenzione e il regolamento per la gestione del centro di raccolta di Balsorano/San Vincenzo V.R. affidata direttamente alla Segen, è …. perché abbiamo già pagato oltre 70 mila euro per la gestione di un centro di raccolta sia nel periodo in cui questo era solo su carta, sia quando questo veniva costruito (e parliamo di fasi che non sono durate poco)?
Ricapitolando, i cittadini di Balsorano hanno pagato per il centro di raccolta fantasma, come previsto dal contratto di servizio:
- 9.761,44 € da agosto a dicembre 2020;
- 23.427,45 € nel 2021;
- 23.427,45 € nel 2022;
- 10.412,20 € da gennaio 2023 a maggio 2023,
per un totale di 67.028,54 € ai quali ovviamente va aggiunta l’iva per un costo complessivo pari a 73.731,39 €. Soldi letteralmente sottratti ai cittadini di Balsorano in cambio di niente.
Questa è una domanda più che legittima che ovviamente non troverà alcuna risposta, forse perché la risposta è già nella domanda ed è semplice. Qualcuno evidentemente ha fatturato servizi che non ha fornito e dall’altra parte il comune, con il beneplacito degli amministratori, ha pagato per un servizio non reso.
Se sia legale o meno non spetta a me deciderlo. Certo che è una “furbata” ai danni dei cittadini di Balsorano che hanno visto, nello stesso identico periodo, l’aumento della tariffa (anche se nel 2022 è stata in parte scontata dai contributi statali che in caso contrario si dovevano restituire perché non spesi) e il pagamento di servizi non resi.
La cosa più assurda resta il fatto che evidentemente i consiglieri comunali o hanno una mente labile o, più probabilmente, votano proposte senza neanche averle lette, o fanno semplicemente la parte degli ingenui.
Basta prendere le affermazioni del Consigliere Antonini che ha sorvolato sulla domanda del Consigliere Fantauzzi sui costi di questo Centro di Raccolta ….. “Certo ci sarà bisogno di personale … la Segen dovrà decidere se stare aperta 2 giorni o se stare aperta 3 giorni, se starà aperta solo la mattina, se starà aperta magari l’intera giornata. Ci sono delle cose che sono in divenire … è chiaro che se ci stanno 2 persone o 1 persona a girarsi i pollici perché non ci va nessuno e quindi non ci sono le entrate previste per il CDR, bisognerà ad un certo punto attivarsi in qualche maniera.”
Traducendo, se la gente utilizzerà il centro di raccolta, ci sarà un guadagno in base ai materiali conferiti altrimenti i costi del CDR saranno coperti dalla tariffa. Forse gli sfugge al consigliere Antonini che il contratto attuale prevede che tutti i ricavi della vendita del materiale sono della Segen e non del Comune, come ha dimenticato che il costo del CDR è già in tariffa dall’agosto 2020.
Infatti basta riprendere la proposta di consiglio approvata nel 2020 con la quale si affidava il servizio alla Segen per 10 anni che si riporta testualmente “… la Segen SPA si rende disponibile, una volta terminati i lavori del CDR, a gestire il CDR per tutta la durata dell’affidamento secondo le seguenti condizioni e termini:
- la presenza di apposito personale aziendale per n. tre (3) giorni a settimana secondo i seguenti orari:
- martedì dalle ore 9:00 alle ore 12:00;
- giovedì dalle ore 9:00 alle ore 12:00;
- sabato dalle ore 9:00 alle ore 12:00.
Per poi proseguire …
Nella proposta progettuale si prevede di affidare in house i seguenti servizi:
- raccolta e trasporto dei rifiuti come descritti nel presente progetto;
- gestione del centro di raccolta (conteggiati nei 281.370/anno del canone e quantificati in 23.427,45 euro/anno più iva);
- lo smaltimento sarà fatturato a consuntivo a fine mese in seguito ai servizi di raccolta svolti (conteggiato a parte ogni mese)”
Chiaro quindi che la gestione del centro di raccolta è già stata quantificata sia nell’importo, sia nell’orario, sia nel personale (che saranno comunque dipendenti Segen) e la cosa più incredibile è che è regolarmente pagata fin da agosto 2020 a tutto maggio 2023, nonostante il centro di raccolta non sia ancora operativo.
Ma in tutta questa storia, il cattivo sono io, sotto processo per aver, secondo loro, diffamato la Segen. Se fossimo tutti guidati dalla moralità, dovevano essere altri sotto processo, e al sottoscritto spettava il riconoscimento per aver scoperto il raggiro ai danni dei cittadini di Balsorano, i veri truffati di tutta questa storia, in una situazione che vede la concorrenza azzerata e nessun controllo sulla partecipata, un silenzio che sa molto di condivisione politica.
- Basta vedere con quanta sistematicità si aumentano i costi del servizio. Poco alla volta per non destare sospetti:
- 455.748 € del 2019,
- 459.407 € nel 2020,
- 465.525 € nel 2021,
- 471.009 € nel 2022,
- 475.393 € nel 2023.
La cosa più imbarazzante è che la precedente sentenza del TAR (la 555 del 2020) tanto idolatrata dagli amministratori, prevedeva che “La sorte del contratto di servizio stipulato con Sogen è peraltro chiaramente segnata dalla vicenda traslativa della competenza sopra descritta perché, con l’avvio della gestione di ambito, ovvero con il concreto esercizio della competenza demandata all’AGIR e l’effettivo avvio del servizio da parte del gestore unico, il contratto non potrà che risolversi di diritto, … Resta dunque impregiudicato l’interesse strumentale del ricorrente a partecipare alla gara che sarà indetta per l’affidamento del servizio appena l’Autorità d’ambito eserciterà la competenza in materia di gestione del servizio integrato su base regionale, … il contratto di servizio in essere fra il Comune di Balsorano e Segen S.pa. non è soggetto alla condizione risolutivameramente potestativa per volontà del Comune, ma sarà risolto ex lege alle condizioni sopra richiamate, che la questione di costituzionalità della legge regionale n. 36/2013 prospettata dalla ricorrente si palesa priva di rilevanza.“
L’AGIR è operativa a far data del 1° ottobre 2022, ma evidentemente non ha alcuna intenzione di ottemperare alla sentenza del TAR e di interrompere un contratto che sarebbe ufficialmente non più valido a partire dalla stessa data.
“Canis canem non est“
Il tutto nel totale silenzio anche di una parte della minoranza.
Complimenti agli amministratori che mantengono ferma la rotta tracciata dal sindaco che affermava di non essere interessata a far risparmiare i cittadini.
Indubbiamente, sta facendo un egregio lavoro.
Articolo scritto e pubblicato da Giuseppe Pea in data 01/06/2023 alle ore 07:30.
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