Quanto all’aspetto della verità

Di 18 Febbraio, 2024 0 0
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  Ho voluto inserire il titolo esattamente uguale al primo punto della denuncia da parte del trentennale amministratore unico della Segen, nella quale ha chiesto, per i presunti danni di immagine, qualcosa come 10 mila euro oltre alle spese legali perché, secondo l’eterno deus ex machina della Segen, il sottoscritto, nel post contestato, ha scritto molte falsità.

Oggi che sapete, almeno in parte, contro ciò che lotto da quando ho messo piede in comune, voglio rendervi partecipe della causa pretestuosa che la Segen ha aperto nei miei confronti, inizialmente da sola per poi essere affiancata, anche se con 3 anni di ritardo, dal Comune di Balsorano che, entrato a “gamba tesa” ha chiesto un risarcimento danni (… stanti le presunzioni gravi, precise e concordanti … pertanto, salvo miglior stima e specificazione, appare congruo quantificare tale pregiudizio in euro 5.000,00 … la presente costituzione di parte civile ha quindi lo scopo di collaborare con la Giustizia nell’accertamento della verità“).

Io onestamente non capisco quale verità pensano di tirare fuori e trovo altrettanto assurdo pensare che qui i danneggiati siano il Comune e la Segen, invece dei cittadini e le imprese di Balsorano. E ad oggi non ho visto smentire una sola verità che ho avuto il coraggio di denunciare all’opinione pubblica, anzi più si va avanti e più si conferma che l’illegalità era diffusa e i Comuni che fanno muro, non fanno che dimostrare i miei assunti.

Comunque la cosa curiosa è la rapidità nel costituirsi parte civile. Secondo quanto da loro riportato, la nota della Segen che comunica la costituzione di parte civile è datata  10.10.2023 (presumo la mattina). Il sindaco, oggi candidata alle Regionali, da la procura speciale all’Avv. Macchia, lo stesso nominato dalla Segen, alle 13.42 del 10.10.2023 (firma digitale) e cita la delibera di Giunta n. 75 del 10.10.2023 che però si riunirà solo alle 16:00.

Penso sia il primo caso in assoluto, almeno per il nostro comune, dove la procura speciale all’avvocato, precede la giunta che doveva autorizzare il sindaco a conferire l’incarico. Dovete sapere che solo in caso di urgenza il sindaco può muoversi prima della giunta, che in questo caso non autorizza, ma ratifica l’incarico già conferito, cosa che non è avvenuta. Evidentemente è andata in ansia😁 e il mio caso è stato considerato urgente, troppo è importante appurare la verità dei fatti (in realtà ottenere una condanna esemplare).

Comunque quello che vedete qui è un estratto della denuncia che la Segen in solitaria, ha presentato alla Procura della Repubblica di Avezzano ed è alla base della causa 2205/2020.

Il primo concetto che loro riportano è “quanto all’aspetto della verità”, tant’è che scrivono “Nel menzionato post sono invece riferite molte falsità“. Comunque l’avvocato scriveva nel paragrafo precedente “la condotta è scriminata, in caso di esercizio di diritto di cronaca, critica e satira, solo se attuata nei limiti e nel rispetto di verità, continenza e pertinenza.”.

Dire che una condotta è scriminata vuol dire che un soggetto non è punibile se quello che racconta, che sia diritto di cronaca, di critica o di satira, o tutti insieme, è veritiero, se c’è continenza (ovvero se riguarda sostanzialmente lo stesso rapporto) e se è pertinente.

Ora che sia continente ai rapporti tra i comuni soci e la Segen è chiaro perché la stessa situazione e replicabile, fatta eccezione del quantum, anche in altri casi (forse tutti).

Che sia altrettanto pertinente è chiaro alla stessa maniera, visto il ruolo rivestivo nel 2020 (consigliere comunale per chi se lo fosse dimenticato).

Altrettanto si può dire sotto l’aspetto della veridicità, aspetto che ad oggi nessuno è riuscito non dico a scalfire ma nemmeno ad attenuare.

Anzi ho dimostrato negli anni che c’era una certa illegalità diffusa, e in alcuni casi c’è ancora, che si manifesta giusto per fare qualche esempio, quando manca il contratto o, sempre per fare qualche altro esempio, quando l’aggiudicatario di un servizio lo fornisce in qualità e/o quantità inferiori a quello pattuito.

Dopo l’ultima e ben evidente dimostrazione di connivenza tra il Comune e la Segen (vedasi gestione fantasma del Centro di Raccolta), Comune che avrebbe tutto il diritto di farsi rimborsare i servizi non resi ma che comodamente tace, secondo voi ho detto cose false, o ho detto la verità?

Ripropongo quindi le parole che loro hanno sottolineato nella seconda parte della denuncia (tralasciando le conclusioni sulle loro considerazioni raziste):

  • malaffare = riferito agli affidamenti pregressi (in realtà alla minoranza di allora), lo stesso che loro riproposero nel 2018 che venne respinto per non essere conveniente (altrimenti sarebbe stato accettato nella prima versione). Infatti nel 2019 lo ripropongono modificando il servizio, riducendo il numero di passaggi e introducendo l’assurdo servizio di spazzamento, impossibile da fare in quei termini, anche se il grosso dell’offerta migliorativa derivava dalla gestione del centro di raccolta, che loro stessi quantificavano in oltre 24 mila euro iva esclusa, ma che sembra sia stata una mega presa in giro (tanto nessuno avrebbe controllato). Ora anche un bambino capisce che se tu dichiari di lavorare al costo, quindi di non fare utili, e lo dimostri con i bilanci sempre “azzerati”, e poi all’improvviso, pur di ottenere un affidamento, dichiari che saresti disposto a fare ulteriori spese di circa 41 mila euro per ogni anno di contratto, in una situazione che ti vede fare utili per 5 mila euro all’anno, la cosa viene da se che o hai deciso di andare in perdita di 41 mila euro per tutti i 10 anni di contratto, o che in realtà avevi margine per offrire questi 41 mila euro e quindi confermi implicitamente che il servizio costava quei famosi 50 mila euro più del dovuto.
  • maltolto = riferito al fatto che per stessa ammissione dell’Amministratore Unico, i costi fino al 2018 erano superiori di 50 mila euro, da qui l’espressione “gonfiato i costi”, e non ci vuole molto per dimostrarlo, basta un po’ di logica spicciola anche se i miei esimi ex colleghi consiglieri comunali, negheranno di aver mai ascoltato questa frase da parte dell’eterno amministratore unico in carica da quasi 30 anni;
  • illegittimo = riferito ad un affidamento dato senza contratto. Per chi non lo sa (solo la Segen evidentemente) il contratto è obbligatorio anche per gli affidamenti in house, ed è così dal 1923 in poi. La mancanza del contratto comporterebbe la nullità dell’affidamento, responsabilità amministrative e penali e danni erariali. Ovviamente non se ciò riguarda la Segen per via degli stretti rapporti con i comuni soci. Voglio ricordare infatti che è tramite il contratto, che si stabiliscono le prestazioni da svolgere. Ora è la Cassazione (Cfr Cass. 11446/2017) a dire che in assenza di contratto vige la disciplina dell’”arricchimento senza causa” il che comporta un indennizzo verso il comune, ovvero verso i cittadini, pari al 5% degli importi fatturat. Questo è un dato incontrovertibile e l’accordo del 2018 lo certifica (anche se al ribasso). E lo è anche per la Corte dei Conti dell’Aquila con la Sentenza n. 23 del 2011.
  • illegale = riferiti agli interessi erogati in assenza di contratto. Difficile smentire anche qui la Cassazione (Sentenza 5263/2017) su questo aspetto. In assenza di valido titolo negoziale, non maturano interessi (la Segen ne ha incassati quasi 46 mila fino al 2018, solo da Balsorano e potrei continuare …). Quindi dichiarare che sono stati richiesti “nel rigido rispetto della normativa” non è proprio corretto;
  • etnia rom = riferito esclusivamente al forte legame sinallagmatico tra la Segen e il Comune, talmente forte che nonostante abbia dimostrato senza dubbio alcuno, l’assenza nella prestazione di alcuni servizi, quantificati in circa 100 mila euro, il Comune non ha richiesto indietro i soldi versati a copertura di queste finte spese (come ad esempio ha fatto la Tekneko ad Avezzano quando ha restituito oltre 500 mila euro per servizi non resi). Poi che l’avvocato ci ricami sopra intere pagine dimostrandosi, in quello che scrive, egli stesso razzista, visti i numerosi epiteti che non trovo in nessuna parte del mio post, che mai ha voluto intendere l’odio raziale, è chiaro ed evidente che ci ha voluto ricamare una situazione che indubbiamente non è mai esistita.

Ma ve lo chiedo per favore. Non ridete dell’ultima frase “per cui essendo il settore contraddistinto da serrata competitività, sarà chiaro che il buon nome della Società costituisca un requisiti essenziale alla sua stessa sopravvivenza”.

Parlare di “serrata competitività” sapendo di aver ricevuto per oltre 20 anni affidamenti diretti continuativi da tutti i comuni soci, in moltissimi cai, se non tutti se considero le furbate, senza dimostrare la convenienza economica (che vuol dire almeno proporre lo stesso prezzo rinvenibile sul mercato), senza fare 1 euro di ribasso in nessuno degli affidamenti ottenuti, violando la vera concorrenza che è il mercato, che esiste ed è competitivo, è ridicolo.

Comunque è comodo ignorare che a quanto pare, almeno fino al 2018, per molti comuni soci, non sia esistito alcun contratto e ciò la dice lunga sulla legittimità di questi affidamenti, visto che è tramite il contratto che si stabiliscono i reciproci obblighi (servizi da una parte, pagamenti dall’altra) o si tutela la concorrenza (un contratto garantisce che l’affidamento sia stato assegnato in modo corretto e trasparente nel rispetto dei principi di concorrenza e non discriminazione) o permette l’eventuale applicazioni di penali o la risoluzione per inadempienza.

Assurdo che io sia chiamato in causa per aver semplicemente detto una verità, pur scomoda.

Quindi mi domando ancora oggi, quale è la verità che cercano il Comune e la Segen? Forse la violazione del sinallagma, o nesso di reciprocità, quando parlo del centro di raccolta? Il sinallagma è l’elemento costitutivo implicito del contratto a obbligazioni corrispettive, quello cioè nel quale ogni parte assume l’obbligazione di eseguire una prestazione (di dare o di fare) in favore delle altre parti esclusivamente in quanto tali parti a loro volta assumono l’obbligazione di eseguire una prestazione in suo favore. Sempre nell’ipotesi che esista un contratto ovviamente, perché in assenza di quest’ultimo, come si può richiedere una prestazione e giustificare un pagamento?

Resto comunque positivo per quanto riguarda l’esito della causa.

Onestamente, dopo che i documenti che ricevo poco alla volta, che confermano in toto tutto quello che ho sempre affermato, mi sarei aspettato un abbandono. Ma evidentemente cercano in tribunale quella verità che tutti hanno davanti agli occhi, anche e sopratutto il Comune e la Segen.

Articolo scritto e pubblicato da Giuseppe Pea in data 18.02.2024

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