Partecipate vs cittadini (seconda parte)

Di 29 Gennaio, 2020 0 0
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Continua dalla prima parte

Ma quando ho visto l’accordo non potevo crederci. Nonostante si era capito a carte scoperte chi aveva vinto (in particolare si era capito chi non aveva le carte nemmeno per giocare – la Segen), si era deciso di patteggiare con un accordo a meno del minimo.

L’obiettivo non era di tutelare i propri cittadini, ma salvaguardare la Segen. L’accordo si era infatti chiuso con un “rimborso” di 114 mila euro di cui 65 di restituzione della tariffa, 34 mila di interessi, 11 mila di spese irregolari e circa 3 mila di spese legali. Il tutto da detrarre ai 212 mila del decreto ingiuntivo. Ad oggi il credito però si è ridotto a poco meno di 78 mila euro. Poco più della metà del minimo spettante. In realtà è 1/3 del minimo se consideriamo gli interessi illegittimamente percepiti dalla Segen e le buste mai consegnate. È come avere un biglietto del gratta e vinci, quello che ti fa vincere tutte le cifre che escono sul biglietto, grattarlo a metà, avere la certezza di aver vinto 1.000 euro, aver la certezza di vincere altri soldi grattando l’altra metà, e rivenderlo per 500. Un affare, sostanzialmente per la Segen.

Lì ho capito che la politica non era “solo” fare gli interessi dei propri cittadini.

Ma il problema era di molti altri sindaci. Come si dice, mal comune mezzo gaudio ma in tutti i casi, tra scegliere gli interessi di una società di diritto privato seppur in mano pubblica e quello dei propri cittadini che avevano ingiustamente pagato di più per alimentare spese dubbie, hanno pensato solo ed esclusivamente a salvare la Segen.

Ma era ovvio, non potevano uccidere la loro gallina dalle uova d’oro, ne loro ne Balsorano, nonostante il fatto che di quella gallina vedeva solo il buco dal quale uscivano le uova (ci starebbe un termine più colorito ma è meglio non degenerare). Tutti in quell’occasione hanno deciso di non vedere, non parlare e non sentire. Tutti si preoccupavano non di quanto ingiustamente sottratto dalla Segen ai propri cittadini in una situazione che la vedeva libera per anni di fare tutto ciò che voleva non essendo vincolata ad alcun tipo di contratto, quindi ad alcun tipo di prestazione (ovvio ne erano “falsamente” sorpresi), ma di come salvare la Segen da un probabile fallimento (che avrebbe comunque salvato i dipendenti e non avrebbe comportato squilibri nelle casse dei Comuni, visto che in caso di fallimento non sono tenuti al ripiano di una società di diritto privato), obbligando al mercato tutti i consorziati impossibilitati a ricreare uno nuovo di Consorzio.

A dimostrazione di quanto sia importante per alcuni la Segen bastano le parole di elogio dei precedenti amministratori nell’ultimo consiglio comunale, preoccupati delle intenzioni che avevano gli attuali amministratori che spingevano per uscire dalla Segen, volontà oggi completamente accantonata ormai redenti alle volontà di altri nel pieno soddisfo della Segen. In fondo cosa aspettarsi di diverso da chi ha contribuito a creare il sistema. La delusione è verso chi, prima delle elezioni prometteva ottimizzazioni del servizio nella ricerca del risparmio o il cambio di registro.

E invece ha cambiato, il suo, di registro.

Ora, nulla da dire contro gli operai, ma ci sarebbe tanto da dire verso chi la gestisce sia davanti che dietro le quinte.

Però non si può ignorare che uno dei problemi principali delle partecipate è il costo del personale, problemi che si trascinano da anni, fin da quando la normativa permetteva assunzioni facili, spesso facilmente “inquinabili” e influenzate dagli appoggi politici ….

Certo, ben vengano nuove assunzioni, ovvio sperando sempre nella regolarità degli atti anche tenendo in considerazione che si tratta di posizioni ben retribuite (siamo nell’ordine dei 38/42mila lordi annui ben oltre la media nazionale che è stata nel 2018 pari a 29.278 euro lordi all’anno), ma se i servizi e quindi il fatturato aumentano almeno in misura proporzionale (anche se la normativa le vieta comunque), altrimenti vuol dire che se il fatturano non sale, ma hai margine per altre assunzioni allora con i risparmi invece di abbassare la tariffa fai nuove assunzioni.

Alcuni dati chiariscono meglio il concetto. Il giro d’affari della Segen nel 2016 era di 4,775 milioni e il costo del personale era a 1,317 milioni, il 27,5%. Il giro d’affari complessivo (Segen SPA, Segen Holding e AST compreso ManPower) nello stesso anno era di 4,973 con un costo del personale di 1,776 pari al 35,7%.

Sulla base di questi dati nel 2017 andava approvato il piano di razionalizzazione che oltre a eliminare partecipazioni inutili, obbligava le restanti a ridurre i costi tra i quali in particolare i costi per il personale e per gli amministratori.

Alla luce della normativa, la Segen va invece in direzione contraria, nel pieno soddisfo non di reali esigenze ma di reali necessità dei politici.

Infatti l’anno successivo (2017) il giro d’affari si riduce a 4,620 milioni di euro ma i costi del personale stranamente salgono a 1,824 milioni di euro, pari al 39,5%. Anche il giro d’affari complessivo (Segen SPA, Segen Holding e AST) era sceso a 4,805 ma il costo del personale esploso a 2,186 pari al 45,5%. 410 mila euro in più di costo del personale con molte conversioni dalle agenzie interinali (ManPower e Adecco).

L’anno scorso (2018) il giro d’affari è tornato a salire e ha raggiunto 4,868 milioni di euro così come i costi del personale che salgono a 1,978 milioni di euro, pari al 40,6%. Il giro d’affari complessivo (Segen SPA, Segen Holding e AST) tocca i 5,177 con un costo del personale che raggiunge la vetta a 2,231 milioni pari al 43,1%. 455 mila euro in più di costo del personale rispetto al 2016 nonostante la legge prevedesse una riduzione di questa spesa, riduzione che i stessi numeri dichiarano fattibile.

Ma una consistente parte del fatturato Segen sono i costi di discarica i quali ovviamente sono costi indiretti non utili a creare forza lavoro. Se li escludiamo si può vedere come i costi del personale superano abbondantemente la soglia limite del 50%, che dovrebbe obbligare ad una razionalizzazione della spesa.

Ora che sia chiaro uno non pretendeva licenziamenti, ma neanche nuove assunzioni. Ma se l’obiettivo è mantenere i costi piuttosto che contenerli, è logico, qualora si creano economie, dirottarle per nuove assunzioni comunque “influenzate” politicamente.

Ma è importante rammentare un concetto base di finanza pubblica, le entrate e le spese possono avere natura libera, destinata o vincolata. La gestione delle entrate e delle spese per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti ha natura vincolata. Questo vuol dire che i soldi che tutti paghiamo per i rifiuti devono essere usati solo per il servizio rifiuti.

È chiaro a tutti che quasi la totalità del fatturato della Segen SPA deriva dalla tariffa rifiuti. così come quasi il totale del fatturato della Holding e dell’AST in realtà proviene dalla Segen S.p.A.

Ma se la Segen S.p.A. alimenta le altre due società, indovinate da dove vengono i soldi? Ovvio dalla tariffa rifiuti. Quindi è logico pensare che con la tariffa rifiuti si pagano altri servizi estranei? La risposta è si e nessuno, tranne il sottoscritto, se ne preoccupa minimamente, mentre a tutti i cittadini è gelosamente tenuto nascosto.

Inoltre da un’analisi viene fuori che prendendo l’offerta così come formulata dalla Segen, il costo per il nostro comune dovrebbe essere più basso di circa 55 mila euro (ai quali aggiungere gli eventuali ribassi e possiamo dire che si potrebbe arrivare a 67 mila se la ditta dimezzasse l’utile), riduzione confermata anche dalla Segen stessa che prevede un risparmio di 50 mila euro qualora si ricorresse al mercato. Si tratterebbe nella peggiore delle ipotesi di una riduzione del 12,1% della tariffa. Vuol dire che una famiglia di 3 persone che abita in un appartamento di 100 mq passerebbe dai 237,38 € a 208,71 € ovvero un risparmio di circa 29,00€. Potenzialmente con la riduzione della metà dell’utile il risparmio salirebbe a 37,00€. A parità di condizioni si arriverebbe a 45,00€ di risparmio.

Per le utenze commerciali, si andrebbe dai 22 ai 121 € ogni 50mq di superficie.

La tabella sottostante riassume i risparmi:

È importante sottolineare  che in consiglio comunale il Sindaco ha voluto sottolineare che non è interessata a far risparmiare 10 € ai cittadini -frase che ovviamente non verrà riportata nel verbale di consiglio, sempre se ne riesca a produrre uno in 9 mesi nonostante le mie numerose richieste, ma mai dire mai visto la recente richiesta della minoranza sicuramente più ascoltata del “dissidente”-, perché la Segen svolge egregiamente il servizio (che è al minimo oggi rispetto ad altre realtà anche vicine) e dubita che ci sia mercato nel business dei rifiuti che è un “mercato di nicchia” (poco importa che a pochi km ci sia una ditta che fa esattamente questo servizio). Non ha quindi mancato l’occasione di sottolineare, qualora non fosse chiaro, che se deve scegliere tra la Segen e i propri cittadini, preferirà sempre e comunque la Segen. Anzi che ha già deciso la Segen.

Ma per alcuni non è una novità visto che se è vero il discorso sulla ripartizione delle risorse tra le partecipate, è sostanzialmente pacifico “gonfiare” la tariffa visti gli ingenti trasferimenti che la Segen Spa dirotta verso la Holding e la AST (anche incrociati), nonostante i vincoli di spesa e che queste svolgono attività non totalmente affini al servizio rifiuti ma necessarie per soddisfare le esigenze di alcuni sindaci.

Infatti i trasferimenti che la Segen S.p.A. dirotta alla Holding negli ultimi tre anni ammontano ad una cifra strabiliante, ovvero pari a circa 900 mila euro. Per carità, su carta è tutto legittimo. Solo nel 2019 il trasferimento è stato di 435 mila euro (quasi totalmente già spesi) ma ovviamente chi dichiarava apertamente il proprio amore verso la Segen e tutto ciò che rappresenta, il Sindaco, non ne ha dato giustificazione in consiglio comunale, a dimostrazione della volontà di ignorare ciò che fanno in Segen, che ovviamente è legittimata in questa maniera a continuare per questa strada.

Se volete conoscere la destinazione di questi trasferimenti vi aspetto venerdì con l’ultima parte ….

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