Ed eccoci con la seconda ed ultima parte (leggi la prima parte qui).
Quello che però non torna, in tutto questo disastro, è il canone BIM.
L’ente ha aderito al BIM, come tutti gli altri, compreso Balsorano nel 2020 (anche se torno a ribadirlo, non era obbligatorio e le recenti sentenze lo dimostrano).
Aderendo al BIM, il Consorzio è stato autorizzato, oltre che ad incassare i futuri canoni BIM, anche a trattare con l’Enel per quei sovracanoni che, pur imposti per Legge, l’ENEL non ha mai pagato, presumibilmente con decorrenza dal 2014 (anche se l’accordo finale sembra notevolmente diverso).
Tale consorzio garantisce ai Comuni infatti solo le entrate che aveva in bilancio nel 2020 “Al fine di evitare squilibri nella gestione finanziaria dei Comuni consorziati, le risorse trasferite a ciascun Comune non possono essere di importo inferiore a quello delle somme che risultano da essi direttamente riscosse a titolo di sovra canone alla data di istituzione del Consorzio, dedotte le sole spese di funzionamento del Consorzio medesimo…”), anche se in verità la nascita del Consorzio era stata già pubblicizzata nel 2015, nel 2017 e nel 2019.
Tutto il resto finirà nelle casse del Consorzio, il quale a rotazione, può (non è obbligato per Statuto) erogare quota parte delle extra entrate (ovvero conguaglio anni precedenti e differenza tra nuove entrate e quelle incassate nel 2020), dopo aver sottratto tutte le spese che il Consorzio avrà generato (spese di personale, spese di rappresentanza, spese per le consulenze etc.), verso i comuni ma nel “medio-lungo periodo“ ovvero in un periodo che può andare dai 2 anni ai 10 e oltre (quindi il Consorzio potrebbe non restituire i soldi ai comuni per anni).
Ma la base della trattativa, fortemente al ribasso ottenuta dalla “maestria” del Consorzio BIM, la si legge tra le righe del trionfalistico accordo comunicato a mezzo stampa lo scorso 27 marzo e che trovate descritto in questo articolo.
Cosa si scopre oggi.
Nelle carte presentate per il piano di rientro, il Comune di Civitella Roveto doveva incassare 25.379,79 euro nel 2022, altrettanti nel 2023, 28.780,71 euro nel 2024 e altrettanti nel 2025. Le tariffe 2026 non sono ancora stabilite.
Per capire quanto incassava il Comune prima di entrare nel Consorzio e quindi capire la somma che il Consorzio garantisce al Comune, basta leggere il prospetto presentato dall’UTC, dove si riporta “A dette somme dovranno però essere applicate le riduzioni relative alla transazione sottoscritta dal Consorzio e pertanto si accerta il seguente prospetto:”
E si, avete letto bene. Secondo la Legge il Comune deve incassare quasi 29 mila euro l’anno, ma grazie al Consorzio, di questi ne vedrà garantiti solo 16 mila euro, con il restante che resterà nelle casse del Consorzio stesso. Ottimo affare per il Consorzio, indubbiamente.
Quindi, mentre il Comune chiede ai cittadini e alle attività commerciali rispettivamente:
- di pagare l’IMU con l’aliquota massima autorizzata dallo Stato (10,6 ‰);
- di pagare l’IRPEF con l’aliquota massima autorizzata dallo Stato (0,8%);
- di pagare i Canoni di occupazione con un incremento fino al 100% rispetto agli anni precedenti;
- di contribuire con almeno 20 mila euro l’anno per le spese di trasporto scolastico;
- di contribuire con almeno 9 mila euro l’anno per le spese per la mensa scolastica;
- di pagare tariffe idriche incrementate di circa 100 mila euro l’anno;
- di pagare la tariffa TARI incrementata di 40 mila euro nel 2024 e ulteriori 50 mila euro nel 2025,
ovvero sborsare circa 250 mila euro nel 2024 e circa 300 mila euro nel 2025 e nel 2026, lo stesso Comune oltre ad accettare di buon grado l’accordo transattivo tra il BIM e l’ENEL che, dalle somme prospettate, dovrebbe permettere a quest’ultima di risparmiare fino al 70 % degli importi che doveva versare obbligatoriamente ad alcuni Comuni (per Legge, la n. 959 del 27/12/1953 confermata più volte in Cassazione), si trova nella assurda situazione di dover chiedere “la cortesia” al Consorzio BIM, la restituzione dei una parte canoni comunque destinati al Comune ma incassati dal BIM, di versare nelle casse del Comune al massimo i 16.000 euro dei quasi 29 mila che l’Enel versa per legge, ma al Consorzio BIM pur di spettanza comunale.
E pensare che l’Enel fa utili stratosferici con queste centrali che vendono l’energia prodotta al prezzo della più costosa di tutte che oggi, nella maggior parte dei casi, proviene da una centrale termoelettrica a gas (un meccanismo attivo solo in Italia). Se il prezzo del gas aumenta, tutta l’energia prodotta, compresa quella pulita da fonte rinnovabile, risentirà dello stesso aumento e sarà venduta sul mercato energetico a costi più elevati. Basta ricordare che in piena crisi energetica, nel 2022, l’Enel ha registrato utili per 7,157 miliardi di euro, buona parte derivanti dagli aumenti in bolletta, ulteriormente consolidati anche nel 2023, anno che ha registrato altri 3,032 miliardi di utili.
Ovviamente in tutto questo schifo, l’accordo con la “percentuale di sconto” applicato dal Consorzio BIM è strenuamente tenuto segreto sia dallo stesso BIM, che dalla stessa Enel Green Power, che ad una richiesta di accesso agli atti ha risposto “questa società non rilascia il consenso alla consegna di copia della transazione in quanto in essa vi sono contenuti dati riservati relativi agli impianti idroelettrici”.
Ora considerando che l’unico dato “sensibile” (ovvero scomodo) è lo sconto ottenuto (o a seconda dell’angolazione, il regalo fatto dal Consorzio BIM all’Enel), visto che le potenze nominali delle centrali sono note e i relativi canoni sono stabiliti per Legge, adesso si capisce perché entrambi hanno alzato un muro alle richieste, affinché nessun cittadino possa essere messo a conoscenza dell’affare che ha fatto l’Enel grazie all’intermediazione del Consorzio BIM, che evidentemente invece di tutelare i comuni soci, ha tutelato l’Enel.
Ma forse il Consorzio BIM, con ovviamente Morino in prima fila, quello che gestisce la Segen, quello che gestisce l’AST e la patria del famoso progettista da 81 mila euro (ormai uno di famiglia), serviva proprio a favorire l’Enel.
Comunque non demordo. Tempo ci vorrà, ma riuscirò ad avere l’accordo transattivo tanto favorevole all’Enel e capire a quante entrate, obbligatorie e inderogabili, rinuncia il nostro e gli altri comuni, anche se è facile prevedere che con il Consorzio, il nostro Comune perda tra il 67 e il 70% degli arretrati (scontati all’Enel grazie all’ok del Consorzio), la restante parte (30/33%) verrà incassata dal Consorzio, così come anche gli ulteriori 42/45% con decorrenza dal 2021, ivi compresi tutti gli aumenti futuri, che verranno incassati totalmente dal Consorzio.
Ma quanto ci “perdono” i comuni con l’entrata le BIM
In sostanza il Comune di Civitella Roveto, entrando nel BIM, ha rinunciato ai 67 mila euro dei conguagli degli anni 2014-2021 (di cui circa 55 mila incassati dal Consorzio e 12 mila scontati all’Enel) e 44 mila euro per gli anni 2022-2024, per un totale di 111.256,71 euro, entrate che avrebbero sicuramente evitato ai cittadini gli incrementi dei costi della mensa o del trasporto scolastico.
In sostanza si regalano i soldi ad un inutile Consorzio e contemporaneamente si spremono i propri cittadini.
Balsorano ancora peggio. Entrando nel BIM, ha rinunciato ai 217.091 euro tra conguagli e nuovi canoni (di cui 144.618 mila incassati dal Consorzio e 72.472 scontati all’Enel) e 32.569,68 dalla SFILL (extra canoni non richiesti). Un ammanco per le casse comunali di quasi 250 mila euro.
E il bello è che sono stato l’unico a votare contro l’entrata nel Consorzio BIM che evidentemente serviva a far risparmiare milioni di euro all’ENEL, e che è autorizzato ad incassare tutti gli arretrati (2014-2022), comprese tutte le somme superiori all’incassato del 2020 (che non era completo), compreso tutti gli aumenti successivi, 2022-2023 e 2024-2025, così come tutti i futuri incrementi. Un affarone per il Consorzio che dovrà solo creare nuove spese per sfruttare questi “regali”.
Orgoglioso di aver mantenuto fede ai miei principi.
Articolo scritto e pubblicato da Giuseppe Pea in data 14.06.2024 alle ore 6.00
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