E così dopo 4 anni si costruisce la parte mancante della fognatura per la frazione di Collepiano, iniziativa che era stata fortemente voluta dal caro Assessore Nico al quale avevo con orgoglio dato l’aiuto che meritava. Infatti i sopralluoghi sono stati fatti in più occasioni da Nico, dal sottoscritto e dal tecnico comunale. Poi tutto si è fermato per “divergenze” sulla copertura della spesa.
Infatti ricordo che tra i tanti punti in comune con Nico c’era la visione di chi DOVEVA pagare l’intervento. Visioni che come tante altre evidentemente non erano condivise con gli altri ex colleghi di maggioranza, che giorno dopo giorno dimostrano una forzata volontà di realizzare opere pubbliche grazie a storture di bilancio e non per caso siamo l’unico comune che ad oggi non ha bilanci certificati, sintomo che evidentemente ci sono problemi se la Corte dei Conti ancora non si è pronunciata ed è questa forse la base dell’estremo ostruzionismo nel negare sistematicamente tutti gli accessi agli atti (nei primi 10 mesi del 2021 la Corte dei Conti abruzzese ha prodotto già 322 deliberazioni su bilanci consuntivi e preventivi e l’unico mancare sembra il nostro Comune).
Ora tutti sanno cosa è il C.A.M., anzi il sindaco lo conosce più di tutti essendo stata una delle fautrici dell’entrata del nostro Comune ovvero una che non era riuscita a comprendere che lo Stato aveva imposto ai comuni di entrare nell’ATO (Ambito Territoriale Ottimale) n.2 marsicano ma che potevano entrarci come singoli comuni (come hanno fatto Civitella Roveto e Canistro) o come Consorziati (come hanno fatto tutti i restanti 33 comuni).
Ma troppo era l’interesse per entrare/creare il consorzio per non comprendere quali sarebbero state le conseguenze per i cittadini di Balsorano che da decenni non vedono piani di investimento per il proprio territorio. Infatti con una certa euforia scrivono sul post che pubblicizza la realizzazione della fognatura che questa è un’“Opera, che i nostri concittadini, attendono da oltre 30 anni, ripetutamente promessa e mai realizzata”.
Ma chi poteva promettere e realizzare l’opera?
Il Comune entra nel CAM il 16 novembre 1994 e ad oggi sono trascorsi 27 anni.
Nei 27 anni nonostante il CAM abbia incassato gli introiti dell’acquedotto e della depurazione di tutte le utenze (comprese i 13 mila euro annui dei consumi collegati agli edifici comunali) si è sentita di offrire almeno nell’ultimo decennio se non oltre, sostanzialmente la sola manutenzione straordinaria (le sole riparazioni delle perdite) visto che i pochi investimenti che il C.A.M. è in grado di erogare, li eroga in altri comuni sicuramente meglio rappresentati.
Tornando alle scelte insensate dovete sapere che il C.A.M. nasce dalla Legge 36/1994 “Legge Galli” che ha permesso l’accorpamento in un unico schema coordinato i servizi dei vari settori del ciclo delle acque (captazione, adduzione, distribuzione, collettamento fognatura e depurazione).
Al di là delle frasi di rito relative agli obiettivi del CAM tra i quali citano efficienza, efficacia ed economicità (praticamente tutto il contrario di quello che è veramente il CAM), l’obiettivo prefissato era superare la frammentazione del servizio, ovvero evitare che ci fossero tanti gestori quanti erano i Comuni, ma l’obiettivo raggiunto è stato il disastro degli oltre 80 milioni di debiti che sono stati ridotti solo dopo il concordato preventivo che però non ha invertito la rotta visto che da quella data ha accumulato altri 3 milioni di debiti in soli due anni mentre si è in attesa del bilancio 2020.
Ma basta leggere le definizioni per capire chi deve investire:
- il Gestore (CAM S.p.A.) è il soggetto organizzato a cui è stata affidata, dalle Autorità di Ambito territoriali mediante convenzione, la gestione del servizio perseguendo obiettivi di: efficienza, efficacia ed economicità nonché di miglioramento della qualità ambientale. Il Gestore (CAM S.p.A.) ha la responsabilità di eseguire gli investimenti sulla rete e sugli impianti che sono stati definiti nella Convenzione e nel relativo Piano economico-finanziario.
Chiaro quindi chi deve eseguire gli investimenti e il peso degli amministratori nel definire il Piano degli investimenti che, nonostante i grandi amministratori che oggi governato il comune, indica per il nostro comune 0 (zero) investimenti.
Infatti su 123.151,01 euro che l’intervento richiede e che dovrebbe pagare solo il CAM, il Comune ha deciso in maniera assurda, visti gli obblighi del CAM, di sobbarcarsene 83.252,41 euro lasciando al CAM la sola fornitura dei materiali per un importo “presunto” di 39.898,60 euro.
Ma vi è di più. Non avendo risorse in bilancio, o meglio avendo preferito dirottarle altrove, sono riusciti a trovare un mutuo del 2011 non ancora incassato, tra l’altro sono riusciti a confondere gli accertamenti con le reversali, e lo hanno dirottato per questo investimento.
Ora direte, cosa c’è di strano?
Semplicemente che quei soldi in realtà non esistono più in bilancio essendo stati cancellati nella spesa nel 2017 (e anche prima) senza aver vincolato l’avanzo.
Cercherò di essere più chiaro anche per gli eventuali futuri amministratori visto che gli attuali, nonostante gli anni, non lo hanno capito e evidentemente non lo capiranno mai.
Nel 2011 il Comune chiede un prestito alla Cassa Depositi e Prestiti di 250.000 euro all’incredibile tasso del 6,515%, il massimo mai autorizzato, per lavori di urbanizzazione per la Selva.
Tale prestito viene inserito in bilancio nel 2012 sia in entrata che in spesa andando quindi a pareggiarlo (+250.000 in entrata e -250.000 in spesa) anche se materialmente non incassato e ovviamente non liquidato.
Nel 2017 in occasione del ri-accertamento dei residui, la ragioneria cancellerà ciò che era rimasto di questa spesa pari ad oltre 63 mila euro (non ovviamente l’entrata a meno che non si rinuncia al mutuo dopo aver pagato gli interessi), soldi che chiaramente non possono sparire nel nulla (come invece è avvenuto).
Infatti avrebbe dovuto applicare un avanzo vincolato per investimenti per 63.165,73 euro altrimenti il risultato di amministrazione sarebbe stato falsato (come in realtà è stato), così come tutti i successivi bilanci (come in realtà lo sono stati).
Nonostante avessi in tantissime occasioni indicato che non era stato applicato l’avanzo, i miei ex colleghi, nonostante oltre 4 anni di esperienza, non l’hanno ancora capito (o fanno finta di non capire) e quindi ad oggi l’opera non ha copertura di bilancio perché non c’è l’avanzo da reinserire in bilancio per coprire la spesa.
Ora mi aspetterei una smentita ma credo che non arriverà come prassi nonostante oggi hanno sostanzialmente due “ragionieri”.
Ma la domanda è una, ma i nuovi cittadini che finalmente avranno il collegamento alla fognatura per la quale pagheranno anche la depurazione (anche se credo che la paghino da sempre pur senza averla), pagheranno le bollette al Comune (che ha fatto la spesa maggiore) o al CAM?
Ovvio che pagheranno al CAM essendo il gestore della fognatura anche se realizzata con un investimento del Comune.
Quindi i cittadini di Balsorano saranno estremamente felici di pagare la fogna due volte, una prima perché i grandi amministratori pubblici hanno deciso di usare il mutuo che è a carico dei cittadini di Balsorano, e una seconda volta perché pagheranno al CAM che ci guadagnerà con un’entrata di sicuro maggiore delle poche spese fatte.
Tra l’altro tutti sanno che il CAM non è stato in grado nemmeno di evitare gli sversamenti dal tratto già esistente di fognatura a Collepiano.
Comunque la ciliegina sulla torta è la notizia, di qualche giorno fa, che l’Agcm ha aperto un procedimento per “pratiche commerciali scorrette” per la mancata applicazione della prescrizione (ne avevo parlato qui).
La politica è anche questa. Difendere gli interessi dei propri cittadini verso i soprusi anche delle proprie partecipate.
La verità è che l’amministrazione comunale è più intenta a difendere questi soprusi, o almeno ad ignorarli, che a difendere i propri cittadini.
Comunque se l’istruttoria avrà esito positivo (con relativa condanna dei gestori), anche chi si è visto rifiutare la prescrizione o ha pagato perché non sufficientemente informato, potrà avere il rimborso che merita.
Ma di tutta questa storia resta l’incompetenza del CAM, di chi la gestisce e di chi dichiara sulla carta di avere il c.d. “controllo analogo” che equiparerebbe queste e altre partecipati ad una sorta di “ufficio interno” dell’ente pubblico che l’ha costituita.
Da qui si vede anche la buona amministrazione.
Articolo scritto e pubblicato da Giuseppe Pea in data 12.10.2021 alle 07.50.
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