La confusione regna sovrana

Di 7 Aprile, 2020 0 0
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Negli atti appena pubblicati si riscontra un caos gestionale veramente imbarazzante, con inversione dei ruoli, proroghe vietate, visti di regolarità privi di parere, etc tanto da dubitare sull’effettiva competenza nei ruoli di ogni soggetto, dalla giunta, ai responsabili al garante legale.

Tra le novità si assiste alla prima giunta che delega l’ufficio sbagliato per la selezione della società che dovrà aggiornare la banca dati tributaria (praticamente la società che emette gli accertamenti dei tributi) che non sarà per la prima volta l’ufficio finanziario (tra l’altro gestito dal segretario) ma l’ufficio tecnico.

Io proporrei per confondere ancora le carte di delegare all’ufficio finanziario la gestione degli appalti dei lavori pubblici.

Ma in questa delibera di giunta, che doveva provenire dal servizio finanziario e invece proviene dal servizio lavori pubblici, quale è il ruolo riservato l’ufficio finanziario? Nessuno, visto che si impegna solo al visto contabile dell’operazione che in realtà verrà fatto da una società che si occupa di assistenza informatica (diciamo un’assistenza a 360°) per la modica cifra di 50,00 € l’ora. Anche qui ci sarebbe da dire soprattutto quando diversi mesi fa si dichiarava di voler interrompere il servizio che invece è felicemente proseguito esattamente come sono stati ignorati i crediti pregressi, certi, liquidi ed esigibili che vanta la stessa ditta per i servizi forniti degli anni precedenti, sempre ad oltre 50€ l’ora (parliamo di circa 100 ore extra ovvero poco più di 5.000 €). E pensare che qualcuno aveva addirittura ipotizzato un’assunzione diretta a tempo proprio per abbassare le spese, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.

Però non sempre il segretario si tira indietro soprattutto se si tratta di passare all’incasso. Infatti la giunta lo ha individuato, per la sua immensa felicità, come delegato ai rogiti (compreso ovviamente i relativi compensi) sui contratti di compravendita degli immobili ex-ater mentre si decide forse definitamente di non procedere alla vendita degli immobili comunali, quegli stessi immobili che erano stati inseriti nel bilancio 2019, che tra l’altro avrebbero alleggerito il bilancio della quota capitale dei mutui, senza però completare alcuna procedura di vendita ufficialmente partita molto in ritardo ed in sordina. Ovviamente la destinazione dei relativi compensi è facilmente intuibile (legittimo per carità ma ricordo che per quasi 4 anni non sono stati elargiti diritti di segreteria come si può verificare dall’albo pretorio del Comune).

Nel frattempo sono state apportate le modifiche al bilancio da parte della giunta per la registrazione dell’entrata che verrà utilizzata per l’erogazione dei buoni spesa con lo stesso schema caotico studiato per diversi giorni. Peccato che si è deciso di non apportare alcuna modifica per permettere l’uso delle risorse messe a disposizione dal Governo per affrontare le spese collegate all’emergenza COVID-19 preferendo l’uso delle proprie risorse di bilancio.

Ancora più interessante la dicitura con la quale si dichiara di anticipare spese che sembra verranno rimborsate dallo Stato quando invece lo Stato rimborserà solo quelle sostenute per la sanificazione degli uffici (tramite apposito stanziamento di 70 milioni di euro) mentre per le altre spese permette all’ente di utilizzare 3 distinte risorse di bilancio (il proprio) allentandone i vincoli ovvero l’utilizzo dell’avanzo (impraticabile visto che è di appena 102€, artificialmente positivo), l’utilizzo in deroga del TUEL delle entrate della Bucalossi già contabilizzate, l’utilizzo della quota capitale dei mutui MEF. Da nessuna parte prevede il rimborso delle spese ma la semplice copertura delle stesse con il proprio bilancio in deroga al TUEL eliminando i vincoli applicabili a queste tipologie di spese.

Ma è difficile farlo senza aver apportato in tempo utile le relative modifiche soprattutto se le copri con proprie risorse di bilancio (ci avevo provato con una lettera a far rettificare gli impegni spingendo sulla violazione dei dodicesimi, un po’ forzata visto che in emergenza i 1/12 sono aggirabili, ma l’obiettivo era di non impegnare i capitoli di spesa sbagliati, ma amen). Evidentemente domani si farà l’ennesima “forzatura” di bilancio. Bello quando si danno gli strumenti, non li si usa, si fanno danni e poi si cerca di tornare indietro (qui la responsabilità del segretario in qualità di responsabile del servizio finanziario è evidente).

Però ci sono alcune piccole differenze. Si è infatti deciso di inserire una modifica a quanto precedentemente stabilito in relazione ai soggetti beneficiari:

  1. che hanno percepito regolarmente l’ultima busta paga (indipendentemente dall’ammontare);
  2. sono titolari di pensione pari o superiore a 500€;
  3. sono titolari di sussidi o reddito di cittadinanza pari o superiori a 500 €;
  4. che usufruiscono di cassa integrazione mobilità e naspi (indipendentemente dall’ammontare).Ho fatto diversi esempi che dimostrano come leggere differenze danno la possibilità di ottenere o vedersi negare il buono spesa.

Queste posizioni infatti nella prima versione erano state categoricamente escluse, in questa vengono invece autorizzate solo dietro relativa istanza da parte dell’ufficio dei servizi sociali, infatti si scrive che per  “fronteggiare situazioni di disagio economico accertate dall’Ufficio Servizi Sociali sulla base della relazione dei Servizi sociali a favore dei soggetti a), b), c), d)”. Quindi mi aspetto di volta in volta una relazione dei servizi sociali. Io le avrei inserite come previsto, alla fine della lista, dietro richiesta e relativa graduatoria ad esclusione, fino all’utilizzo completo delle risorse messe a disposizione.

Peccato che nei giorni scorsi erano uscite le linee interpretative che ovviamente sono state ignorate.

Infatti tra i criteri individuati ci dovevano essere:

  • avere perso il lavoro
  • essere da solo in casa
  • avere un nucleo familiare numeroso
  • non avere altre misure di sostegno
  • avere un ISEE basso (livello del bonus elettrico)
  • avere chiuso l’azienda
  • essere in infortunio o malattia e non essere in grado di lavorare
  • essere in graduatoria o in carico ai servizi sociali/sociosanitari
  • essere anziani con pensione sociale
  • essere invalidi
  • essere disabili
  • essere in situazione di emergenza abitativa
  • ….

Oltre a non individuare tutti i potenziali beneficiari mancano altri elementi consigliati quali il termine per l’utilizzo dei buoni spesa (generalmente si impongono 10 giorni), e la consistenza dei buoni spesa ripartita in base al numero dei componenti familiari.

Ad oggi infatti non si sa quanto spetta per singolo nucleo familiare.

Si sa solo che saranno distribuiti buoni da 10€ e da 20€ tal ché si possono ipotizzare tre possibili evoluzioni:

  • la quantità dei buoni è casuale;
  • la quantità è incontestabilmente decisa dall’amministrazione sulla scorta della “simpatia di turno”;
  • oppure ad ogni nucleo familiare si darà all’occorrenza un unico buono dal valore di 20€ o due da 10€.

Immagino i cittadini, già sufficientemente provati, rivolgersi all’ente per avere 20€ ogni qual volta sorga quel senso di necessità alimentare. Una mancanza di rispetto e di dignità altrui veramente imbarazzante.

Inoltre secondo le stesse linee tutta la procedura dovrà essere gestita dal responsabile del servizio demografico, nuovamente dal segretario, che per la straordinarietà del momento “dovrebbe” gestire aspetti amministrativi, finanziari e contabili e la relativa graduatoria degli ammessi (il dovrebbe è condizionale d’obbligo visto che probabilmente non farà nulla e lo si dimostra dal fatto che è iniziata la distribuzione dei buoni senza che abbia proceduto ad alcun atto ufficiale, almeno a quanto mi risulta). Inoltre in considerazione del fatto che il segretario è in questo periodo quasi sempre assente e che non è obbligato a svolgere le ore ordinarie di servizio ma alla sola presenza (me lo immagino impegnato nello smart working, ed è un tutto dire), mi domando come farà a gestire tutta la prassi che dovrebbe andare dalle domande, all’erogazione dei buoni e al pagamento verso gli esercenti, a distanza. Voglio ricordare che lo staff del Sindaco non è il “galoppino” del segretario.

A proposito delle domande. In queste manca completamente la parte riguardante coloro che sono impossibilitati ad uscire dalla propria abitazione, perché in quarantena o in cura, situazione che potrebbe richiedere l’intervento della protezione civile autorizzandola a spendere per suo conto il buono tramite apposita delega.

Inoltre manca del tutto la previsione che impone all’esercente tra le altre cose di conservare il relativo scontrino per allegarlo al relativo buono ne lo si impegna ad una rendicontazione amministrativa dei buoni ritirati al fine di averne il dovuto rimborso.

Inoltre manca sul buono la dicitura prevista dall’articolo 6-quater del Dpr 633/1972, al fine di attestare che la transazione avviene, sotto il profilo fiscale, tra l’esercente e il beneficiario del buono ne le condizioni generali per il suo utilizzo, ad esempio il riferimento ai prezzi di vendita esposti, la durata del bonus (generalmente non più di 10 giorni), le condizioni di sostituibilità in caso di smarrimento, il termine per il pagamento da parte dell’ente, così come manca l’elenco ufficiale degli esercenti

Se si lavora con queste premesse immagino cosa possa accadere nella gestione del bilancio in un periodo di crisi come quello attuale che inevitabilmente subirà contraccolpi non indifferenti.

Ci salutiamo in attesa di altri incroci sfalsati dei ruoli e produzioni “originali”.

Visto che vanno di moda i rebus, chi riesce a decifrare cosa ha scritto il segretario?

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