Vi siete mai domandati come si calcola la tariffa rifiuti?. Cercheremo in questo articolo di rispondere alla domanda.
Per il calcolo dell’imposta, ancora oggi si utilizza il cosiddetto metodo “normalizzato” introdotto con il D.P.R. n.158 del 27 aprile 1999 che ha resistito anche dopo l’introduzione della Tari e prima ancora della Tares. Tramite questo metodo è possibile calcolare con relativa precisione le varie tariffe associate alle utenze domestiche e alle utenze non domestiche. Per il calcolo della tariffa si utilizzano dei coefficienti Ka, Kb (utilizzate per le utenze domestiche), Kc e Kd (utilizzate per le utenze non domestiche), valori stabiliti per decreto che confrontati con i dati statistici dei contribuenti generano le 6 tariffe domestiche (fisse e variabili) e le 30 tariffe relative alle utenze non domestiche (fisse e variabili).
Oltre ai coefficienti precedentemente descritti, l’amministrazione ha bisogno di altri 4 dati:
- il numero delle utenze in relazione al numero di occupanti ovvero la loro previsione;
- il costo totale annuale previsto per la copertura del servizio;
- il costo variabile annuale previsto per la copertura del servizio;
- i Kg previsti di rifiuti (che saranno) prodotti nell’anno.
Ad esempio se sappiamo che i costi del servizio ammonta a 450.000€ di cui 100.000€ fissi, dato che statisticamente i costi non domestici incidono per un 20% sul totale, si potrà stabilire che:
- i costi fissi corrispondono a 100.000€ di cui 20.000€ non domestici e 80.000€ domestici,
- i costi variabili corrispondono a 350.000€ di cui 70.000€ non domestici e 280.000€ domestici.
Per il calcolo della quota fissa riservato alle utenze domestiche abbiamo bisogno di conoscere il numero delle utenze (suddiviso per numero di occupanti) e il totale della superficie assoggettata all’imposta. La superficie poi va moltiplicata per un particolare coefficiente (Ka) che potrà essere scelto tra un range fornito tramite decreto (nel nostro esempio 0,86 per le unità con un singolo occupante o 1,02 per 3 occupanti).
Nr. occupanti | Numero utenze | Superfici | Coefficiente Ka | Superfici rimodulate |
1 | 800 | 60.000 | 0,86 | 51.600 |
2 | 500 | 55.000 | 0,94 | 51.700 |
3 | 400 | 50.000 | 1,02 | 51.000 |
4 | 200 | 20.000 | 1,1 | 22.000 |
5 | 90 | 8.000 | 1,17 | 9.360 |
6+ | 10 | 1.000 | 1,23 | 1.230 |
Totale | 2.000 | 194.000 | 186.890 mq |
Adesso non ci resta che dividere il totale dei costi fissi con la somma di tutte le superfici rimodulate.
Costi fissi (utenze domestiche) | Superficie rimodulata | Quota unitaria (€/mq) |
80.000 € | 186.890 mq | (80.000/186.890)=0,42806 |
Il valore ottenuto lo si moltiplica per la superficie rimodulata e si divide per il numero delle utenze per generare la singola tariffa fissa.
Quota unitaria (€/mq) | Superficie rimodulata | Importo |
0,42806 | 51.600 | 22.087,86 € |
0,42806 | 51.700 | 22.130,67 € |
0,42806 | 51.000 | 21.831,02 € |
0,42806 | 22.000 | 9.417,30 € |
0,42806 | 9.360 | 4.006,66 € |
0,42806 | 1.230 | 526,51 € |
Totale | 186.890 mq | 80.000 € |
Adesso moltiplicando la quota unitaria per il coefficiente otterremo la quota fissa x mq da attribuire alla relativa tariffa domestica ripartita per numero di occupanti.
Occupanti | Quota unitaria (€/mq) | Coeff. Ka | Quota fissa x mq | Superfici reali | Importo |
1 | 0,42806 | 0,86 | 0,368131 € | 60.000 | 22.087,86 € |
2 | 0,42806 | 0,94 | 0,402376 € | 55.000 | 22.130,67 € |
3 | 0,42806 | 1,02 | 0,43662 € | 50.000 | 21.831,02 € |
4 | 0,42806 | 1,1 | 0,470865 € | 20.000 | 9.417,30 € |
5 | 0,42806 | 1,17 | 0,500829 € | 8.000 | 4.006,64 € |
6+ | 0,42806 | 1,23 | 0,526513 € | 1.000 | 526,51 € |
Totale | 80.000,00 € |
Quindi per un’abitazione che conta 1 occupante e ha una superficie soggetta di imposta pari a 100mq, paga una tariffa fissa che esce dal prodotto tra i mq e la quota fissa (100×0,368131) ossia 36,8131€.
Per il calcolo della quota variabile, sempre riferito alle utenze domestiche, abbiamo bisogno di conoscere il rapporto tra il costo variabile del servizio e i kg di rifiuti prodotti dalle utenze domestiche. Ipotizziamo quindi di avere 500.000 kg di rifiuti in totale e vogliamo sapere quanti kg sono relativi alle utenze domestiche e quanti alle utenze non domestiche. In tutto esistono 30 categorie distinte (alberghi, ristoranti etc.). Ad ogni categoria è assegnato un coefficiente. Questo coefficiente va moltiplicato per la superficie assoggettata ad imposta. Il totale di tutte queste moltiplicazioni corrisponde alla quantità di rifiuti addebitati alle utenze non domestiche.
Codice attività | Coeff. di produzione | Superficie | Kg prodotti stimati |
1 | 5 | 100 mq | 500 Kg |
2 | 10 | 1.000 mq | 10.000 Kg |
3 | 7 | 250 mq | 1.750 Kg |
… | … | … | … |
30 | 2 | 100 mq | 200 Kg |
Totale | 100.000 |
Ad esempio se la somma di tutte queste moltiplicazioni da un valore di 100.000 kg vuol dire che per le utenze domestiche verranno attribuite i restanti 400.000 kg.
Kg rifiuti complessivi | Utenze non domestiche | Utenze domestiche |
500.000 Kg | 100.000 Kg | 400.000 Kg |
A questo punto di divide il costo variabile attribuito alle utenze domestiche (280.000€) per i kg attribuiti (400.000Kg).
Costi variabili (utenze domestiche) | Kg rifiuti (utenze domestiche) | Rapporto |
280.000 € | 400.000 Kg | 280.000/400.000=0,7 |
Otterremo quindi il coefficiente risultate denominato “Costo Unitario Variabile” che in questo caso equivale a 0,7.
Adesso possiamo calcolare la quota rifiuti per le utenze domestiche ottenute dividendo i kg (400.000) con il numero delle utenze (2.000) ognuno moltiplicato per il rispettivo coefficiente (kb) ossia dividendo i kg per 3.125.
Nr. occupanti | Numero utenze | Coefficiente Kb | Superfici rimodulate |
1 | 800 | 1 | 800 |
2 | 500 | 1,5 | 750 |
3 | 400 | 2 | 800 |
4 | 200 | 2,4 | 480 |
5 | 90 | 2,9 | 261 |
6+ | 10 | 3,4 | 34 |
Totale | 2.000 | 3,125 |
Poi si calcola il rapporto tra i kg dei rifiuti attribuiti alle utenze domestiche e il numero delle utenze rimodulato.
Kg rifiuti (utenze domestiche) | Numero utenze rimodulato | Rapporto |
400.000 kg | 3.125 | 400.000/3.125=128 |
Otterremmo finalmente la tariffa variabile moltiplicando la quota rifiuti (128) con il coefficiente costo unitario variabile (0,7).
Nr. occupanti | Quota rifiuti | Costo unitario variabile | Coefficiente Kb | Tariffa variabile |
1 | 128 | 0,7 | 1 | 128×0,7×1=89,6 € |
2 | 128 | 0,7 | 1,5 | 128×0,7×1,5=134,4 € |
3 | 128 | 0,7 | 2 | 128×0,7×2=179,20 € |
4 | 128 | 0,7 | 2,4 | 128×0,7×2,4=215,04 € |
5 | 128 | 0,7 | 2,9 | 128×0,7×2,9=259,84 € |
6+ | 128 | 0,7 | 3,4 | 128×0,7×3,4=304,64 € |
A verifica del corretto calcolo non ci resta che moltiplicare il numero delle utenze per le relative tariffe e verificare se il totale corrisponde a 280.000€.
Nr. occupanti | Numero utenze | Tariffa variabile | Importo |
1 | 800 | 89,60 € | (800×89,6)=71.680,00 € |
2 | 500 | 134,40 € | 67.200,00 € |
3 | 400 | 179,20 € | 71.680,00 € |
4 | 200 | 215,04 € | 43.008,00 € |
5 | 90 | 259,84 € | 23.385,60 € |
6+ | 10 | 304,64 € | 3.046,40 € |
Totale | 2.000 | 280.000,00€ |
Per il calcolo della quota fissa e variabile relativi alle utenze non domestiche si procede nella stessa maniera ma si utilizzano altri coefficienti Kc e Kd, sempre in un range definito per decreto.
Come avrete capito il comune considera l’imposta nel suo complesso e non relativamente all’effettivo quantitativo di rifiuti che ogni singolo cittadino produce, considerata anche la difficoltà di pesare i relativi rifiuti. Tra l’altro non vi è alcun controllo diretto da parte dell’amministrazione sulla quantità dei rifiuti prodotti dal nostro paese, visto che a tal fine ci si affida alla Segen concessionaria. Sarebbe utile conoscere inoltre se la Segen ripartisce i kg in base alla quantità prodotta dai singoli comuni o nel suo complesso per poi dividere la spesa in relazione al numero degli utenti di ogni singolo comune.
Comunque sia, abbiamo voluto confrontare la tariffa rifiuti 2014 (tari) e quella 2015 (quella successivamente annullata dal Ministero). Immediatamente vi accorgete che i coefficienti Ka, Kb, Kc e Kd sono gli stessi. Cioè per il calcolo della tariffa il comune, che è libero di scegliere i coefficienti sempre tra valori prestabiliti, ha deciso di confermarle tutti i coefficienti precedentemente stabiliti per il 2014.
Da dove proviene allora l’incremento illegittimo della tariffa?
Dall’esempio precedente si comprende che per creare la tariffa sono necessari 4 dati, il numero delle utenze (divise per occupanti), il costo totale del servizio, uno tra i costi fissi e i costi variabili e i Kg previsti.
Il costo del servizio e la ripartizione tra fissi e variabili hanno registrato una leggera flessione. Quindi restano il numero delle utenze o i Kg previsti. Sarebbe utile conoscere quindi se secondo l’amministrazione per il 2015 si prevede un’emigrazione o il decesso di almeno 250 cittadini (su 3.580) o se hanno previsto che nel giro di un anno i stessi cittadini producano quasi il 7% di rifiuti in più ovvero il costi di discarica siano superiore del 7% (tesi tra l’altro facilmente smontabile visto che dovrebbe comunque seguire un incremento del costo del servizio visto visibile fin dai primi mesi o dalla tendenza della spesa considerando altresì che più kg di rifiuti si portano in discarica più alto è il costo per il loro trattamento).
Non ci resta quindi che sperare nella seconda ipotesi (aumento dei rifiuti). Ma se la stessa domanda ce la ponessimo anche per gli anni precedenti, è facile giungere alla conclusione che secondo l’amministrazione ogni anno questo paese perda almeno 250 cittadini, dato che in un piccolo paese come il nostro che conta poco più di 3.500 abitanti, non dovrebbe passare inosservato.
Concludiamo affermando che la legge prevede incrementi della tariffa rifiuti solo se sono saliti anche i rispettivi costi ovvero se si prevedono agevolazioni di sorta per i meno abbienti, praticamente ciò che non è mai avvenuto.
Nel prossimo articolo descriveremo le modifiche introdotte dalla Legge di Stabilità del 2014, che sarebbero dovute entrare in vigore dal 2016 ma che con la Legge di stabilità 2016 sono state posticipate al 2018.
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