Il 21 febbraio scorso, il Ministro dell’Istruzione, ha riferito che il Miur ha predisposto un emendamento governativo al Decreto Legge del 9 febbraio scorso recante “Conversione in legge del decreto-legge 9 febbraio 2017, n. 8, recante nuovi interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016 e del 2017”. L’emendamento prevede l’erogazione di 100 milioni di euro per finanziare le indagini di vulnerabilità sismica degli edifici scolastici con misure urgenti per le popolazioni colpite dagli eventi sismici del centro Italia con l’obbiettivo specifico e adeguare in due anni tutti gli immobili scolastici che sono costruiti nelle zone di rischio sismico 1 e 2.
L’intento è di estendere l’intervento non solo alle scuole situate all’interno del “cratere” ma a tutte quelle che sono nelle zone 1 e 2 ovvero in Abruzzo, Campania, Calabria, Friuli e tutto il dorso appenninico. Secondo il panorama censito dall’Anagrafe dell’edilizia scolastica nel 2015, circa 2900 edifici scolastici si trovano in zone a rischio sismico 1 e circa 14 mila in zone a rischio sismico 2 ma se pur senza dati precisi si parte dalla certezza che oltre il 50% delle scuole è stato costruito prima che venissero emanate norme antisismiche. Va detto che quello della vulnerabilità sismica delle scuole è un problema che riguarda anche gli istituti non ricadenti nelle zone ‘rosse’, poiché risulta largamente inattuato, ad oggi, il piano nazionale a partire dal 2009 con una dote di circa un miliardo di euro.
Entro un anno quindi tutte le scuole italiane nelle zone a maggior rischio terremoto dovranno fare un’indagine sulla vulnerabilità sismica. Il Governo ha stanziato 100 milioni di euro per avere dei dati precisi con l’obiettivo è programmare interventi sulla base di una priorità dettata dalla fotografia che emergerà da questa indagine. Serve però accelerare i tempi rapidi perché il termine ultimo è stato fissato a giungo 2018.
In effetti risulta una buona notizia in quanto il servizio di vulnerabilità sismica rientra tra le spese correnti e quindi non può essere oggetto di accensione di mutuo, anche eventualmente tramite Cassa Depositi e Prestiti, come per gli altri “investimenti”.
Tuttavia bisogna ricordare che non esiste una classificazione univoca che stabilisca se una scuola è o meno a norma secondo i parametri antisismici. Ci sono infatti scuole con un indice di vulnerabilità dello 0,2 ma non è stato possibile chiudere le strutture. Addirittura ci sono scuole in Abruzzo con un indice che arriva a 0,15. Manca in effetti il criterio che stabilisca la soglia entro la quale una scuola non è agibile dal punto di vista antisismico. C’è la legge per l’adeguamento antisismico che stabilisce la conformità o meno di un edificio ma non riguarda l’indice di vulnerabilità che fa una diagnosi dello stato di costruzione in maniera più accurata.
I dati che emergeranno saranno un elemento utile anche per l’unità di missione di palazzo Chigi che lavora sull’edilizia scolastica.
Rispondi