Tra i numerosi castelli medievali in Abruzzo e in Campania, quello di Balsorano è uno dei pochi scampato alla furia dei barbari invasori. La pianta è di forma pentagonale-irregolare mentre la struttura è in pietra. Il principale accesso è pedonale dal parco di fronte che immette in un cortile ad L con pozzo. 

I palazzi tutt’intorno sono impreziositi da bifore e trifore. L’aspetto esterno è medievale-rinascimentale. Il primo proprietario fu un vassallo della corona di Napoli. Nel 1463 fu concesso, quale dono matrimoniale, ad un nipote di Papa Pio II (Enea Silvio Piccolomini), Antonio Piccolomini da parte di Federico I d’Aragona. Nel 1711, estinta la famiglia Piccolomini, il castello passo al Barone Testa, nobile romano i cui discendenti si riapparentarono, in seguito, con i discendenti Piccolomini. 

Si ebbero, pertanto signori del feudo nel 1723 Ferdinando Testa Piccolomini, nel 1753 Giovanni Ferrante Testa Piccolomini e nel 1767 ancora un Ferdinando. 

L’ultimo dei Testa Piccolomini, a nome Tiberio, vendette, nel 1850, il castello e le terre al possidente francese Carlo Lefebvre, il quale, per aver promosso le industrie cartarie del Liri, nel 1854 fu fatto conte da Ferdinando II di Borbone. 

Nel 1929 il castello e le terre, ormai circoscritte nel solo territorio di Balsorano, vennero acquistati dalla famiglia Fiastri-Zannelli.

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