L’ultima fake news sull’autovelox …

Di 5 Giugno, 2024 0 0
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Negli ultimi anni, la diffusione di notizie false e non verificate ha raggiunto livelli allarmanti, erodendo la fiducia del pubblico nel giornalismo e ostacolando la corretta informazione dei cittadini. Questo fenomeno, noto come “giornalismo di fake news”, rappresenta una seria minaccia alla democrazia e all’opinione pubblica. Lo è ancora di più quando è chiaro l’intento di lodare un sistema, nel caso di specie illegittimo, che arricchisce società private.

Un esempio emblematico di questa deriva è l’articolo pubblicato ieri (04.06.2024) dal Messaggero Abruzzo, che riporta notizie false e ignoranza dei termini, portando i cittadini a conclusioni del tutto errate. Questo tipo di disinformazione non solo è dannoso, ma rischia anche di mettere in pericolo gli automobilisti, creando confusione e allarmismo.

Il titolo è già una fake news. Non c’è alcuna prova del fatto che il numero degli incidenti sia diminuito grazie all’uso degli autovelox, che tra l’altro sono attivi solo in tratti molto limitati lasciando il 99% della stessa, priva di controlli. Infatti sarebbe più utile un tutor se si vuole realmente limitare la velocità lungo tutto il tratto. La controprova è la stessa ordinanza dell’Anas che ne ha derogato i limiti, portandoli a 70 km/h su quasi tutta la tratta ad eccezione dei rettilinei, visto che questa è motivata da “problemi di viabilità” e non da un alto tasso di incidentabilità.

Poi non capisco cosa si voglia sottolineare con il fatto che coloro che comandano il corpo dei vigili sono, in 2 casi su 3, donne, definendola addirittura come una “sorta di rivoluzione in rosa”. Qui vorrei scrivere un’altra frase, ma preferisco contenermi. Mi domando quindi che differenza c’è tra un verbale emesso da un uomo e uno da una donna? Chiedo per un amico.

Ma già le premesse sono ulteriormente erronee. La bravissima ed informatissima giornalista, scrive “… gli autovelox sono mobili, ossia installati su veicoli condotti da vigili urbani”.

Falso. Gli autovelox sono fissi temporanei, non istallati dentro i veicoli, ma collocati temporaneamente nei pressi della carreggiata. Quelli mobili installati sui veicoli sono i cd autovelox civetta, quelli che rilevano la velocità seguendo un’autovettura.

Poi la bravissimissima giornalista scrive “… nei tratti della famigerata Statale 690, sottoposta ai controlli elettronici, non accadono più incidenti e se accadono è perché generalmente avvengono la mattina presto, ossia prima della fascia oraria, dalle 9 alle 13, entro la quale il sistema di controllo elettronico della velocità è attivo”.

Dire tutto e il contrario di tutto. Prima dichiara che non accadono più incidenti. Poi in maniera assurda si smentisce nella riga successiva quando dichiara che se comunque accadono, questi avvengono “di mattina presto, ossia prima della fascia oraria, dalle 9 alle 13, entro la quale il sistema di controllo elettronico della velocità è attivo“.

Ora potrebbe gentilmente spiegare la giornalista cosa diavolo fanno i vigili sulla superstrada dalle 9 alle 13? Chiedo sempre per un amico. Se non fanno assolutamente niente, dovrebbe scattare un procedimento disciplinare visto che non sono pagate non per fare niente, ma per svolgere un servizio, in questo caso con un mezzo illegittimo senza alcuna autorizzazione. Poi mi domando dove abbia preso l’informazione che i controlli si fanno solo nel pomeriggio e mai di mattina. Ma ho paura che non avremo mai una risposta.

E dulcis in fondo, parla di ricorsi al Giudice di Pace di Civitella Roveto, ufficio chiuso giusto 10 anni fa. Ma ci tiene a sottolineare che “per sottrarsi a lungaggini burocratiche, senza sperare di poter vincere il ricorso, c’erano automobilisti che alla fine decidevano di pagare la multa pur avendo presentato ricorso”.

Assurdo e di nuovo non dimostrato.

Cioè fatemi capire. Uno fa ricorso, paga il contributo unificato per non pagare la multa, e prima di arrivare alla sentenza, decide di ritirare il ricorso e pagare la multa maggiorata. Direi masochista.

Ottimo comunque per far passare il messaggio a coloro che incappano nell’autovelox truffa, di non fare ricorso.

Esattamente come quando i Vigili di Balsorano si sono sentiti liberi di dire ad una concittadina di non fare ricorso “tanto sono sistematicamente persi, forse alludendo alla complicità del Vice Prefetto simpatizzante, per poi vedersi due verbali, su due, annullati perché la concittadina ha deciso comunque di proporre ricorso visto l’illegalità del servizio. E così molti altri che hanno seguito il medesimo destino.

Manca solo lo sponsor che ha permesso la pubblicazione di tante falsità.

Giusto per aggiornare la giornalista, i ricorsi al Giudice di Pace di Avezzano, se ovviamente fatti nei termini, hanno una certa costanza (io ne ho vinti 2 su 2), dimostrando l’illegalità di questi dispositivi su quel tratto di strada (indipendentemente dal Vice Prefetto Izzi, che manche legge i ricorsi e li respinge per principio).

Sarebbe stato più corretto scrivere un articolo sul fatto che in Italia ci sono 3 volte più autovelox che in Germania e in Francia, o che sullo stesso tratto ci sono addirittura 3 postazioni di controllo o che per la SS 690, 0,00 (zero) euro, finiscono per migliorare la viabilità della stessa, o che il 50% è incassato da società private, o che il 20% è destinato a coprire le spese … ma ho l’impressione che questo articolo serva solo a giustificare il proseguo della truffa, temporaneamente accantonato per altre esigenze di servizio.

Ma questo sarebbe un articolo giornalistico.

Cosa che evidentemente non tutti sono in grado di scrivere.

Articolo scritto e pubblicato da Giuseppe Pea il 05.06.2024 alle 07:00.

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