Il FCDE. Due pesi e due misure.

Di 28 Gennaio, 2023 0 0
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Ho avuto modo di leggere la relazione della Corte dei Conti Abruzzo in riferimento ai rendiconti 2015, 2016, 2017, 2018, 2019 e 2020 redatta e pubblicata a gennaio 2023, la 10 del 2023 che trovate qui.

Già è anomalo, per non dire assurdo, che un rendiconto approvato nel 2016 venga controllato nel 2023, con 7 anni e mezzo di ritardo.

Ovviamente tutta la relazione è figlia di questo errore e ne è fortemente dipendente, perché oggi la Corte dei Conti fa quei richiami, pur attenuati, che avrebbe dovuto fare prima, molto prima, richiami che pur nella conoscenza dei fatti, ha deciso di posticipare il più possibile e ovviamente addolcire, proprio perché complice per via di quel mancato controllo a cui sono stati sottoposti gli altri comuni, alcuni dei quali controllati anche più volte in un anno. Per anni ho detto che eravamo l’unico comune che non aveva ricevuto il controllo da parte della Corte di Conti. Orbene oggi il controllo è avvenuto a “babbo morto”, anche se ancora puzza, in una situazione dove il morto è stato nascosto per anni, e inevitabilmente la Corte dei Conti si è dovuta girare dall’altra parte, nonostante almeno 4 rendiconti fortemente negativi, producendo di fatto figli e figliastri.

Iniziamo. Risultati di amministrazione.

La relazione riporta i dati comunicati dall’amministrazione comunale ed in particolare “Le annualità considerate presentano risultati di amministrazione positivi, pari, rispettivamente, ad euro 6.245,12 (2015), euro 62.783,93 (2016), euro 452.695,81 (2017), euro 526.383.61 (2018), euro 672.717,81 (2019) ed euro 691.455,75 (2020)” per poi proseguire “Il Fondo crediti di dubbia esigibilità (FCDE) risulta costituito in tutte le annualità considerate per un importo pari, rispettivamente, ad euro 6.245,12 (2015), euro 412.462,90 (2016), euro 470.532,57 (2017), euro 276.281,60 (2018),euro 426.833,12 (2019) ed euro 393.455,58 (2020)” e concludere “saldi disponibili (lettera E del prospetto ministeriale) del periodo 2015-2020 risultano pari, rispettivamente, ad euro -349.687,97 (2016), euro -297.911,96 (2017), euro 102,01 (2018),euro 244.908,59 (2019)ed euro 133.373,67 (2020)”.

Niente di più falso.

Basta prendere i prospetti riassuntivi allegati alla delibera della Corte dei Conti e confrontarli con gli stessi dati forniti dal Comune nel BDAP o in fase di approvazione degli stessi rendiconti, sia in giunta che in consiglio, per dimostrare l’inconguenza degli stessi.

Iniziano con l’esercizio 2015.

Come da relazione dell’allora consigliere con delega al bilancio, “vi è stato un avanzo di amministrazione di € 6245,00 che verrà imputato al fondo crediti di dubbia esigibilità introdotto l’anno scorso e obbligatorio anche per gli anni successivi”.

Il FCDE però non è pari all’avanzo di amministrazione, ma è il complemento a cento dei residui attivi non risconti con percentuali via via crescenti. Nel primo esercizio di applicazione (rendiconto 2015 e previsione 2015), questa percentuale ammontava al 36%. Questo vuol dire che se il comune deve incassare 1 milione di euro relativi alle imposte locali proveniente dagli anni precedenti, dovrà accantonare 360 mila euro come FCDE.

Ma se tu comune certifichi nel rendiconto che il FCDE è di soli 6.245,12 euro dici implicitamente che devi ancora incassare 17.347,56 euro, il che è assurdo.

Nel prospetto inviato al revisore dei conti, infatti la ragioneria certificherà un FCDE di previsione pari a 142.774,54 euro (sui 396.595,93 euro di accantonamento minimo al fondo), correttamente registrati in bilancio, e un FCDE a rendiconto di 316.970,57 euro considerato come “importo minimo FCDE a rendiconto”, come certificato dalla ragioneria il 30/03/2016 con un prospetto che comunque indicava un disavanzo di -310.725,45 che in giunta e in consiglio veniva convenientemente annullato per non segnalare la problematica alla Corte dei Conti (ndr visto il giudizio, si poteva anche inviare il prospetto corretto).

Ora secondo questa lodevole relazione della corte dei conti, il FCDE è pari a 6.245,12 euro invece dei 316.970,57 correttamente calcolati dalla ragioneria. Probabilmente la Corte dei Conti tace perché è difficile porre correttivi o fare dei richiami quando sono passati 7 anni e mezzo dall’approvazione di un documento e di relazioni che portano cifre assulutamente inveritiere.

Poi si arriva al bilancio 2016.

Qui le cose si invertono. Nel rendiconto 2016, approvato come uno dei primi atti della nuova amministrazione, la ragioneria, reduce dal successo della prima versione, ripropone pari pari il gioco del FCDE=risultato di amministrazione. Ovviamente visto che gli è andata bene nel 2015 perché non ritentare nel 2016?

La cosa è talmente assurda che nel bilancio di previsione 2016 viene registrato un FCDE (relativo al solo 2016) addirituttura pari a 316.970,57 euro, correttamente registrato in bilancio, ed un FCDE a rendiconto (ovvero anni 2015 e precedenti) di soli 62.783,93 euro, come correttamente approvato in giunta e poi in consiglio comunale con l’allora ex segretario comunale compaesano, che non sollevava alcun problema, pur sapendo che il FCDE a rendiconto nel 2016 non era di 62.783,93 ma di 412.462,90 euro come certificati dal ragioniere il 13/05/2017, quindi prima delle elezioni del 2017.

Fatto sta che oggi la Corte dei Conti prende come buono i 412.462,90 e certifica, dopo 5 anni e mezzo, un mega disavanzo di -349.678,97, facendo attenzione affinché questo passi in sordina. Quindi nessun richiamo di nessun genere.

Ma c’è dell’altro. Uno si domanderebbe come è stato possibile registrare un FCDE nel solo bilancio 2016 di previsione così alto 316.970,57 euro, 5 volte superiore rispetto a quello registrato per il rendiconto? La risposta è semplice. In realtà dal prospetto di bilancio questo ha un valore più contenuto, ovvero pari a 197.555,32 euro (come certificato dalla ragioneria il 26/04/2016), comunque molto alto. I 316.970,57 euro, sono pari pari il FCDE del rendiconto 2015, quello taroccato in giunta e in consiglio, che è stato riscritto integralmente nel bilancio di previsione 2016, perché c’era un “trucco che avrebbe permesso di coprire questa voce di spesa.

Il trucco è che in realtà la ragioneria aveva inserito in bilancio il mutuo da 250 mila euro, che non essendo stato impegnato e non essendo stato vincolato, era a tutti gli effetti un’entrata extra. Infatti come si può vedere ancora oggi, il mutuo è stato inserito a gennaio del 2016. Questo fatto porta inevitabilmente anche a dover registrare un FCDE a rendiconto che doveva essere ancora peggiore dei -349 mila euro, dovendo per legge vincolare i 250 mila euro, come fatto poi solo nel 2017. Tra l’altro questo mutuo, che salverà il bilancio 2016, sarà usato anche per salvare il l’assestato 2018.

Infatti solo nel bilancio del 2017 la situazione si schiarisce anche e sopratutto grazie al cambio di Segretario. I conti migliorano (anche se, si scoprirà dopo, molte spese erano state cancellate illeggittimamente) ma il bilancio si chiude a -297.911,96 euro, il primo ufficialmente in disavanzo, il terzo ufficiosamente in disavanzo con tutte le conseguenze a cui un ente pubblico sarebbe soggetto a tutela dell’integrità del bilancio, ma che nel nostro caso è riuscito ad evitare con la complicità della Corte dei Conti, che non dirà nulla visti i 4 anni e mezzo trascorsi dall’approvazione.

Ma la cosa più assurda era il piano di riequilibrio approvato per il disavanzo registrato con il rendiconto 2017 (l’unico dichiarato anche in giunta e in consiglio), che si chiudeva a -297.911,96 euro coperti con un’entrata extra da parte del CAM S.p.A. per complessivi 305.334,80 euro che alla prova dei fatti si sono convertiti in un debito (non avevamo crediti da riscuotere ma debiti da pagare dovuti alle bollette per la provvista d’acqua mai pagate per un ammontare di circa 40 mila euro). Ma ovviamente anche qui nessun richiamo da parte della Corte dei Conti.

E così arriviamo al 2018. Il bilancio tanto contestato dal sottoscritto.

Il FCDE di previsione si riduce a 106.962,33 euro, come certificato il 22/03/2018 e correttamente registrato in bilancio, mentre per quanto riguarda il rendiconto la ragioneria certificherà un FCDE di soli 276.281,60 nonostante i residui attivi superino i 2 milioni di euro, cifra che verrà superata solo nel 2019 (3,6 milioni) e nel 2020 (3,7 milioni). Tra l’altro il documento nel quale è indicata la cifra di 276.281,60 è stato palesemente ritoccato perché non corrispondono neanche i totali e quello è un modulo che esce dal programma di contabilità già compilato.

Tuttavia la stessa ragioneria terrà ben nascosto il prospetto “reale” del FCDE, prima di mettersi in malattia, che era pari a 431.340,57 euro, ben lontani però dalla percentuale minima di accantonamento. Infatti mentre l’anno precedente aveva correttamente applicato la percentuale minima del 65% (sempre sui crediti del titolo I, trascurando gli altri pur sapendo che il comune incassa il 25% dei fitti immobiliari), a fronte di 1.041.121,80 euro di residui relativi alla sola parte corrente, la ragioneria accantonerà solo 276.281,60 euro pari al 26,54% invece dei 676 mila euro che corrispondono al 65% previsto dalla normativa.

Poi nell’assestamento (luglio 2019), la ragioneria ripresenterà il calcolo del FCDE, quello tenuto nascosto prima del rendiconto 2018, ma non avendo altre entrate ed essendo andato nuovamente in disavanzo (-155.058,97 euro), utilizzerà l’avanzo vincolato per pareggiare i conti, nonostante l’avanzo vincolato non è altro che il mutuo da 250 mila euro che per legge non può essere usato per coprire disavanzi amministrazione. Il tutto con il benestare del revisore dei conti, il che da bene l’idea del livello di controllo che questi hanno tenuto sui conti del comune. Ma anche qui, nessun richiamo da parte della Corte dei Conti.

E infine il 2019-2020.

Qui si assiste ad un nuovo trucco. La falsificazione del bilancio di previsione invece del rendiconto.

Infatti la prima voce del bilancio di previsione 2020 è “utilizzo dell’avanzo di amministrazione” definitivamente accertato nel 2019 pari a 405.058,97 euro, che andranno ad alimentare il FCDE di previsione nel 2020.

Infatti alla esplicita richiesta sulla consistenza della Missione 20 (fondi da ripartire) programma 20 (Fondo crediti di dubbia esigibilità) si confermava anche in consiglio comunale che questo capitolo di spesa era pari zero. Quindi nel bilancio di previsione era del tutto assente il FCDE di previsione nonostante questo venga riportato agli atti,certificato dalla ragioneria il 17/12/2019, e pari a 154.857,75 euro, liberando risorse che poi sono servite per costruire la piazza davanti alla scuola.

È un bel gioco delle tre carte. Sapendo che l’attenzione era rivolta sul rendiconto, perché non falsificare il bilancio di previsione trasferendo su questo tutte le falsità imposte nel rendiconto?

Tra l’altro, alla fine del giro, quando questo FCDE ritorna nel rendiconto, ci ritorna diminuito a 393.455,58 come certificato dalla Corte dei Conti, perdendo per strada 33.377,54 euro, in una situazione che vedeva la percentuale di incassato pari al 21,37%, percentuale che avrebbe dovuto far alzare di molto il FCDE a rendiconto ben sapendo che questo doveva contenere anche quello di previsione con le rispettive percentuali di accantonamento.

Questi sono le percentuali di riscossione del 2020 relative ai residui, TARI 14,44%, accertamenti TARI 0,54%, fitti immobiliari 5,14%, baracche 1,74% e potrei continuare ancora.

Anche nella relazione della corte dei conti queste percentuali sono ridicole. Infatti scrive “Circa la natura dei residui attivi conservati, si rappresenta che le entrate dei Titoli I (Entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa) e III (Entrate extratributarie) sono, nell’ultima annualità, rispettivamente il 26,24 per cento e 15,72 per cento del totale dei crediti”.

A peggiorare la situazione c’era che il comune aveva molti altri debiti tenuti nascosti e non inseriti in bilancio. Ad esempio nei soli anni che vanno dal 2013 al 2016 il comune aveva illegittimamente cancellato in bilancio 52.238,67 euro che spettavano alla provincia in relazione al contributo TEFA, come rivendicato qualche anno dopo dalla stessa Provincia (il 09/12/2019). E ancora dei debiti fuori bilancio riconosciuti in giunta per 43.057,91 euro e poi spariti nel nulla. O ancora i residui dei mutui cancellati ed usati per le spese correnti come i 63.165,73 euro derivanti dai mutui per i lavori di urbanizzazione alla Selva, o i residui per l’urbanizzazione di Ridotti, o per la sistemazione frane etc. Tutti impegni di spesa cancellati ma mai vincolati nonostante fossero residui di mutui e quindi presentavano il vincolo indissolubile di spesa. Per non parlare degli strafalcioni degli anni successivi, come il mancato accantonamento del FCDE nel bilancio di previsione (tutto proveniente dal rendiconto), il mancato accantonamento del Fondo Crediti Commerciali (obbligatorio dal 2021 sia previsione che rendiconto ma non accantonato nel 2021 dietro ance relazione del revisore che dichiarava falsamente che l’ente garantiva la tempestività dei pagamenti), il mancato accantonamento delle perdite del CAM, il mancato vincolo sui residui del Fondone (153.526,43 euro) e potrei continuare un bel pò.

Ma quale è l’elemento che da la prova definitiva della reale situazione dell’ente?

In tutto questo, ovviamente quello che poi in realtà è tangibile è il ritardo del pagamento delle fatture che dimostra le vere difficoltà di un ente pubblico.

Il confronto con comuni virtuosi e ben gestiti, come Morino è imbarazzante. Ad esempio a fronte di riscossioni pari a 2.086.451,29 di euro (noi siamo a 3.687.014,38 di euro) e residui pari a 1.328718,24 di euro (noi siamo a 3.734.929,84 di euro), Morino registra un FCDE di 393.786,26 (e noi un FCDE sostanzialmente simile, 393.455,58, nonostante abbiamo residui doppi e percentuali di incassato dimezzate rispetto a Morino). Per non parlare del Fondo perdite partecipate (CAM) visto che Morino ha un fondo di 60.485,31 euro (noi 0,00 euro). Questi accantonamenti permettono all’ente di non spendere soldi che non incassa e il tutto si riflette su un ritardo nei pagamenti pari a soli 3 (tre) giorni, sintomo di una contabilità tenuta magistralmente a Morino, contro i nostri 169 giorni, sintomo di una contabilità tenuta in maniera pessima.

La proporzione è tutta nei numeri e la matematica, così elementare, non si può mettere in discussione.

Ma in tutto questo mi rammarica soprattutto l’aver cercato di migliorare i conti del comune, che sono in parte migliorati soprattutto grazie alla riduzione massiccia dei costi per il personale, con ovvie conseguenze sui servizi forniti, (ma non sono ancora positivi visti i tanti/troppi sotterfugi ancora oggi perpetuati), all’aumento della tassazione locale (IRPEF e IMU su tutte), ma soprattutto mi rammarica come per altri comuni, la conseguenza della loro integrità morale che prevede il rispetto della normativa contabile, li abbia portati a registrare un FCDE come previsto dalla normativa e a dover ricorrere a piani di riequilibro pluriennali, come Sora e San Vincenzo V.R. tanto per citarne alcuni, quando potevano semplicemente sottostimare il FCDE, prendendo spunto dai nostri rendiconti, visto che anche quando questo è stato letteralmente azzerato, non c’è stato alcun richiamo da parte della Corte dei Conti. Figuriamoci quando è stato “solo” sottostimato.

Insomma, due pesi, due misure.

Quando si dice la verità non bisogna dolersi di averla detta. La verità è sempre illuminante. Ci aiuta ad essere coraggiosiAldo Moro.

Articolo scritto e pubblicato da Giuseppe Pea il 28.01.2023 alle ore 07.45.

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