Non se se è stata una scelta ragionata quella di non pubblicizzare e di non trasmettere sulla pagina facebook l’ultimo Consiglio Comunale che si è tenuto ieri (forse si sono resi conto che registrare le assurdità che dicono è controproducente). Andreotti diceva “A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina”.
Ma cosa aspettarsi di diverso da chi afferma, seppur timidamente, che le tariffe non sono cambiate (sfidando anche il sottoscritto a confrontare le tariffe) o da chi afferma che i cittadini pagheranno senza farsi problemi le maggiori spese come se tutti siano felici di pagare di più.
E così è passato un altro anno e sono giunti i nuovi strabilianti risultati della Segen.
Così come per il 2° anno consecutivo, nonostante le proposte avanzate per il bilancio di previsione con le quali chiedevo una riduzione consistente della tariffa rifiuti utilizzando anche i trasferimenti statali (che ammontano a 46.644,70 € di cui utilizzati solo 10.858,36 € tra l’altro passati come una gentile concessione della magnanima amministrazione comunale), riduzione che l’amministrazione ha rifiutato perché “poco gradite” (si saranno sentiti offesi se qualcuno ha chiesto una riduzione delle tasse evidentemente perché stanno tutti bene economicamente), sono state approvate le tariffe TARI 2021.
Mi preme di fare però una precisazione che riguarda anche lo sconto che hanno ricevuto nel 2020 alcune utenze non domestiche. L’anno scorso non ho partecipato per protesta al consiglio comunale del 31.12.2020 che approvava il PEF 2020 ma era interessante sottolineare che in realtà le tariffe per le utenze non domestiche (negozi, bar, ristoranti, alimentari etc) erano state opportunamente “gonfiate” da una “svista” nella distribuzione della tariffa. Infatti l’iva, che è un “costo” a carico del Comune o meglio dei cittadini, era stata addebitata al gestore, di fatto gonfiando le tariffe non domestiche, tariffe alle quale è stato applicato un parziale sconto venduto come chi sa cosa, quando invece in realtà lo sconto è stato finanziato dallo Stato anche se gli amministratori hanno deciso di trattenere in bilancio una buona parte che evidentemente vorrebbero restituire.
Infatti l’anno scorso lo Stato ha versato 33.034,24 € ripartiti tra le utenze domestiche (15.903,12 €) e non domestiche (17.131,12 €). Tuttavia l’ente ha deciso di trattenere per se tutti i 15.903,12 € per le utenze domestiche e di dare alle utenze non domestiche solo 10.858,36 € dei 17.131,12 € ricevuti. Quest’anno lo Stato ha deciso di finanziare solo le utenze non domestiche con ulteriori 13.610,46 € che il comune ha deciso comunque di trattenere in bilancio senza applicare alcuna riduzione, tra l’altro con il concreto rischio di doverli restituire allo Stato nel 2022 in caso di mancato utilizzo.
A proposito di scadenze sarebbe interessante scoprire se il Comune ha rispettato la scadenza del 31 maggio per rendicontare le agevolazioni ricevute nel 2021 o se è stato sanzionato, anche se dubito che siano stati rendicontati visto che nei documenti prodotti ad inizio giugno non riportano i relativi importi. Quando ho detto questa frase ci sono stati alcuni sorrisetti che nascondevano un certo imbarazzo.
E pensare che il governo ha dato carta bianca ai comuni per incrementare questi sconti TARI anche oltre i versamenti statali usando le risorse di bilancio (esempio i risparmi sui trasporti, sulla mensa etc), ma il Comune di Balsorano ha semplicemente deciso che i cittadini (come anche nel 2020) e le attività non hanno diritto ad alcuno sconto, evidentemente gli sconti sono veramente “poco graditi”.
Quest’anno infatti si assiste ad una generale correzione delle tariffe (cosa che condividiamo con gli altri comuni Segen, ad esempio San Vincenzo V.R.) il che ha portato ad abbassare le tariffe per le utenze non domestiche ma ad incrementare quelle domestiche che tra l’altro portano anche un aumento dei costi generali. Sostanzialmente i miseri sconti che hanno ottenuto le utenze non domestiche (negozi, bar, ristoranti, alimentari etc) nel 2020 in realtà hanno avuto il compito di correggere il madornale errore commesso dalla Segen quando ha indicato i costi connessi al servizio (non ci vuole molto a capire che è la Segen che compila i moduli, anche la parte che spetta al Comune visto che gli stessi identici errori sono stati fatti anche dagli altri Comuni serviti dalla Segen, vedi S.Vincenzo V.R.).
Comunque a differenza di altri comuni che hanno abbassato le tariffe rifiuti, ad esempio il Comune di Avezzano (che ha abbassato le tariffe alle utenze non domestiche dal 10 al 40% utilizzando i trasferimenti statali, gli stessi trasferimenti che invece il Comune di Balsorano ha deciso di non spendere e che evidentemente vuole restituire allo Stato) o il comune di Trasacco (4% per tutti i residenti, 40% per le attività commerciali interessate dalle chiusure obbligatorie che hanno registrato un rilevante calo dell’attività e del relativo fatturato, 25% per le famiglie che versano in uno stato di bisogno per le quali si andrà ad attingere anche al Fondo di solidarietà alimentari) entrambi magistralmente gestiti dalla Tekneko, l’unico comune gestito dalla Segen che sembra abbia ridotto le tariffe è stato il Comune di Tagliacozzo (5% per le utenze domestiche, 50% per tutte le utenze non domestiche interessate dalle chiusure obbligatorie dovute all’emergenza sanitaria in atto, 30% per tutte le utenze non domestiche interessate da restrizioni nell’esercizio delle attività dovute sempre alla pandemia da Covid-19 e un ulteriore 25% per le utenze domestiche per le famiglie che versano in stato di bisogno) ma forse spinto dalle imminenti elezioni comunali, gli altri Comuni gestiti dalla Segen sembrano aver registrato un aumento dei costi.
Infatti il Comune di Balsorano passa dai 459.407,00 € del 2020 ai 473.504,00 € (al netto dei detrazioni art. 1.4 determinazione n.02/DRIF/2020) toccando quasi il massimo incremento dei costi che è concesso ai comuni (1,51% di incremento rispetto al massimo concedibile pari all’1,6%). Parliamo di un incremento di 14.097,00 € che è frutto della scellerata scelta di non mettere a gara il servizio. Anche Capistrello sembra aver aumentato i costi visto che a detta dei consiglieri di minoranza le tariffe sono aumentate tra l’8% e il 10%, comunque poca cosa rispetto agli incrementi che hanno deciso gli amministratori del comune di Balsorano.
Questo maggior costo si riflette sulla tariffa ai cittadini di Balsorano che vedranno incrementi che possono anche superare il 13,6 % (incrementi che hanno messo in dubbio gli stessi amministratori, incredibilmente)
Ipotesi immobile con complessivi 100mq di superficie (abitazione principale + pertinenze) | |||
N.ro occupanti | Costo complessivo 2020 | Costo complessivo 2021 | Incremento 2020-2021 |
1 | 120,72 € | 131,21 € | +8,7 % |
2 | 189,51 € | 201,62 € | +6,4 % |
3 | 237,38 € | 251,23 € | +5,8 % |
4 | 283,24 € | 297,83 € | +5,2 % |
5 | 357,49 € | 372,64 € | +4,2 % |
5+ | 409,82 € | 424,65 € | +3,6 % |
Ipotesi immobile con complessivi 200mq di superficie (abitazione principale + pertinenze) | |||
N.ro occupanti | Costo complessivo 2020 | Costo complessivo 2021 | Incremento 2020-2021 |
1 | 157,72 € | 179,21 € | +13,6 % |
2 | 232,51 € | 257,62 € | +10,8 % |
3 | 286,38 € | 315,23 € | +10,1 % |
4 | 336,24 € | 366,83 € | +9,1 % |
5 | 411,49 € | 443,64 € | +7,8 % |
5+ | 463,82 € | 495,65 € | +6,9 % |
Contemporaneamente all’ottimo risultato in termini di costi (ovviamente è sarcastico) registriamo anche una netta diminuzione della percentuale di raccolta differenziata. Ricordo che la Segen aveva dichiarato che nel 2016 eravamo al 94,09% percentuale che ci ha portato anche sulle cronache nazionali, così come nel 2017 quando la stessa Segen dichiarava una percentuale del 79,7%, percentuali che avevano permesso alla Segen di ricevere “premi finti” esattamente come le percentuali dichiarate. Tra l’altro non ha avuto nemmeno la decenza di restituirli.
Comunque mentre in tutta Italia si registrano percentuali di crescita del 3,5% tra il 2019 e il 2020, il nostro Comune registra una netta caduta della raccolta differenziata che passa dal 69,5% al 68,1% (-1,4%) mentre comuni gestiti da privati come Magliano dei Marsi (comune usato per confrontare i costi senza però rapportare il servizio svolto), Trasacco o anche Avezzano registrano percentuali di raccolta del 77%. È indubbio che una maggior quantità di differenziata porta ad una riduzione della tariffa sia per i minori costi di discarica che per i maggiori ricavi dalla vendita.
Però quello che salta agli occhi è il costo standard del servizio.
Vi domanderete cosa sono i costi standard?
I costi standard sono un metodo di stima dei fabbisogni standard che permette di individuare il livello medio del costo considerando le caratteristiche territoriali e di fornitura del servizio che incidono sul costo.
Cioè in relazione alle risorse territoriali (raccolta differenziata, distanza chilometrica dall’impianto di gestione dei rifiuti, costo del carburante, impianti di compostaggio, di trattamento, discariche, vocazione turistica, densità abitativa eccetera) si può valutare l’andamento della gestione del servizio rifiuti ovvero se i costi del servizio sono nella media a parità di risorse disponibili nel territorio.
Ebbene la scellerata decisione di non proporre il servizio in concorrenza al mercato, scelta che secondo l’assessore Fantauzzi era anche spinta anche dall’assenza di soggetti privati interessati (!), ha portato ad un costo abnorme del servizio.
Infatti nella stessa relazione allegata alla delibera di consiglio si dichiara che in riferimento ai costi standard i costi della tariffa rifiuti sono più alti del 14,5%.
Infatti il Comune di Balsorano ha un piano finanziario che costa 473.504,00 € mentre i costi medi, considerando il contesto territoriale, dovrebbero essere di 413.558,00 €.
Parliamo di un’incredibile differenza di 59.946,00 €, cifra che si avvicina straordinariamente ai 50 mila euro stimati dal Presidente della Segen Capone e dal dirigente Cecchini, in più occasioni in presenza di molte persone come confermato anche in una telefonata del novembre scorso, hanno voluto sottolineare qualora l’ente avesse optato per la messa al bando del servizio.
E quel che è più grave è che una volta realizzato il centro di raccolta i costi standard si ridurranno a 381.116,48 €, quasi 100 mila euro in meno rispetto a quando stiamo pagando dimostrando quello che ho sempre detto, che il centro di raccolta non è solo un costo ma un incredibile risparmio, risparmio che ovviamente, visto il contratto nessuno vedrà o meglio che incasserà la Segen.
Tra l’altro i costi standard sono la base di calcolo per i trasferimenti statali. Anche le recenti agevolazioni che lo Stato eroga agli enti nel Fondo di solidarietà comunale, non si basano sui costi reali ma sui costi standard. Questo vuol dire ad esempio che i contributi per il Covid si calcolano su una percentuale rispetto a 413.558,00 € (costi standard) e non sui 473.504,00 € (costi reali). Peccato che le tariffe non siano collegate ai costi standard ma ai costi reali altrimenti la riduzione in bolletta dovrebbe essere del 12,66% mentre per assurdo assistiamo ad un aumento della stessa percentuale. Invece i maggiori costi che subiamo dalla Segen in accordo con gli amministratori, verranno integralmente girati ai cittadini che non hanno potuto scegliere se restare in Segen o offrirsi al mercato. Quindi in termini di trasferimento abbiamo preso in rapporto meno di altri comuni proprio perché abbiamo i costi “gonfiati”.
Ma non siamo gli unici a registrare aumenti dei costi o costi reali superiori ai costi standard.
Infatti anche il Comune di Capistrello, anch’esso gestito dalla Segen, ha registrato incrementi della tariffa tra l’8 e il 10% (comunque poca cosa rispetto al nostro comune che ha registrato incrementi anche oltre il 13%) così come anche il Comune di San Vincenzo Valle Roveto, al di la della stima che riservo verso gli amministratori i quali hanno recentemente espresso splendide parole verso la Segen, dovrebbe avere un costo standard di 298.803,49 € mentre registra dei costi reali di 350.684,40 € ovvero 51.880,91 € più dei costi standard e il Centro di Raccolta inevitabilmente andrà ad in incrementare questa differenza.
Che dire. La scelta di continuare con la Segen, inevitabilmente comporta anche questo. Essere consapevoli di far pagare di più i cittadini perché altri debbono continuare allegramente a spendere tutti i soldi che incassano cercando di tenere gli utili al minimo (perché sono tassati!), avendo l’accortezza di soddisfare di volta in volta le richieste degli amministratori.
Ricordate che il sottoscritto è l’unica voce fuori dal coro rispetto a quelli che hanno interessi affinché il carrozzone Segen possa continuare a lucrare sulla pelle dei cittadini che nel frattempo hanno visto un incredibile aumento dei costi dei rifiuti.
Non so se ancora oggi esulteranno per quella famosa sentenza del TAR.
Comunque a pagare lo scotto saranno sempre i cittadini di Balsorano.
Che dire, un ottimo lavoro dalla splendida coppia Comune-Segen.
Auguri e figli maschi.
P.S. È ovviamente già pronta la lettera per l’annullamento delle tariffe TARI 2021 in quanto illegittime essendo state approvate oltre il 30 giugno 2021 e la contestuale richiesta dell’applicazione delle Tariffe 2020 comprese anche le detrazioni per le attività commerciali anche se hanno riguardato in parte categorie per nulla colpite dalla crisi.
Articolo pubblicato da Giuseppe Pea in data 09.07.2021 alle ore 07:45 – Versione 1
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