Baracche, un nuovo regolamento a dir poco imbarazzante …. (prima parte)

Di 23 Gennaio, 2020 3 0
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Chi di noi, voltandosi indietro sulla strada percorsa, può dire di averla seguita come avrebbe voluto? Spero tanti. Sicuramente non tutti.

Non rinnego la maggior parte di ciò che è stato fatto, tranne le forzature illogiche e illegittime, quelle che puoi fare una volta sperando che non si ripetano. Ma poi ti accorgi che queste, purtroppo, sono diventate lo standard.

Sono quindi tornato alle origini. A scrivere “le mie verità”, sostanzialmente mai smentite, sul mio blog, messo all’angolo per un certo periodo ma mai abbandonato. La considero come una forma di pubblicità su quanto succede “dietro le quinte” del Comune, visto che se è pur vero che i consigli comunali sono sostanzialmente deserti, si approvano atti che comunque riguardano tutti i cittadini che devono quindi esserne informati in quanto l’assenza in consiglio non è associabile sempre alla volontà di rimettere ad altri le proprie volontà, soprattutto quando chi dovrebbe tracciare la linea dettata in campagna elettorale, devia dal percorso.

Inizio con le baracche, un argomento molto dibattuto negli ultimi anni.

Tutti ormai si sono scontrati con la deliberazione del Consiglio Comunale n.6 del 21.02.2009 dell’amministrazione Siciliani in Tuzi (integrata con la n.25 del 07.08.2009) con la quale si stabilivano le nuove tariffe con decorrenza 01.01.2009 innovando le tariffe risalenti al 1987.

Le nuove tariffe in vigore dal 2009 portavano le seguenti moltiplicazioni:

  • ai residenti il canone veniva incrementato del 45% (adeguamento ISTAT), da 1,5 a 2,41€;
  • ai non residenti veniva quadruplicato (+400%) da 2,5 a 10 €;
  • alle attività commerciali a ai magazzini veniva decuplicato (+1.200%) da 2,5 a 30€.

L’obiettivo era chiaro e per certi versi condivisibile, ma sappiamo come è finita. Nessuno ha aggiornato più i ruoli, precludendo la possibilità di presentare osservazioni e/o rilievi da parte dei assegnatari, nessuno ha richiesto i pagamenti e nessuno ha individuato i morosi. Tutto era rimesso ai cittadini che ovviamente all’oscuro di tutto hanno pagato l’unica tariffa che conoscevano (quella del 2008, 1,5€ e 2,5€ come indicato dall’amministrazione comunale).

Nell’ultimo consiglio comunale, si cerca di mettere un correttivo alla situazione ormai degenerata, con la collaborazione della Regione e dell’Ater l’Aquila che propongono quello che è il regolamento più striminzito e per certi versi ridicolo mai proposto (se avete 60 secondi di tempo lo trovate qui), pieno tra l’altro di numerose incongruenze.

1 – La prima è che la proposta è firmata dal Segretario Comunale e non dall’ufficio Ragioneria. Su questa viene posto il visto di regolarità anche contabile. Alla precisa domanda, se avesse verificato la consistenza dell’entrata, è stata data risposta affermativa. Quindi ci troviamo in una situazione nella quale il ragioniere per anni non è stato in grado di quantificarne l’entrata (o se ne altamente fregato), ad una dove il Segretario dichiara di averla correttamente valutata. Mah! evidentemente qualcosa è cambiato o semplicemente si continua a navigare a vista.

2 – La seconda è che manca il parere del revisore che secondo quanto previsto dall’art. 239 del TUEL è obbligato a rimettere il proprio parere sui regolamenti, oltreché sui strumenti di programmazione economico-finanziaria, sulle proposte relative ai tributi locali etc.

3 – La terza è il canone applicato. Nell’Art. 5 si da una definizione del canone “… a decorrere dal 1° gennaio 2020 il suddetto canone è così stabilito – € 0,60 al metro quadrato, soggetto biennalmente all’adeguamento secondo la variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo”.

Quindi la necessità di studiare un così complesso (si fa per dire) regolamento ha portato a ritardare la presentazione tanto da rinviarne l’applicazione al 2020.

Al di la delle responsabilità di chi ci ha preceduto, le previsioni corrette di entrata, anche se non posso darne certezza assoluta, dovrebbero essere di circa 44.000 euro nell’ipotesi della sparizione della categoria A agevolata per i residenti, in riduzione rispetto ai 66 mila del ruolo 2013, ovvero 28.500 euro lasciando la categoria A ai residenti.

Per capire l’impatto delle tariffe 2009 basta pensare che se non fossero mai cambiate l’entrata sarebbe stata di 13.500 euro con la corretta rivalutazione ISTAT (in realtà 7 mila con le tariffe del 2008 pari a 1,5 € per i residenti e 2,5 € per tutti gli altri).

Ma la cosa che salta all’occhio è una frase “tale regolamento si applica altre-sì alle concessioni di baracche ad uso diverso da quello abitativo, in essere al momento dell’entrata in vigore dello stesso regolamento di gestione”.
Questo porta all’eliminazione della precedente classificazione secondo le seguenti tipologie d’uso:

  • A baracche asismiche con destinazione d’uso abitazione ed occupate in via stabile e continuativa da residente;
  • B baracche asismiche con destinazione d’uso abitazione ed occupate saltuariamente da non residenti;
  • C baracche asismiche con destinazione d’uso commerciale, occupate da attività commerciale stabile e continuativa

Premesso che l’estrema semplificazione del regolamento comporta una insufficiente chiarezza sulla base di calcolo (di fatti non viene specificato se si considera la superficie lorda, la superficie calpestabile, i cortili, gli immobili costruiti autonomamente ….) ma ipotizzando una dimensione tassabile per vano di 3,5×3,5 metri, per difetto 12 mq, il canone per i residenti passa dai 2,44 € post 2009 a 7,20€ a vano (+300%, triplicato).

Chiaro vi diranno che rispetto al canone previsto post 2009 c’è una riduzione (-35%) visto che la categoria A più economica l’avrebbero mantenuta gli ultrasettantenni e coloro che avevano fatto richiesta di alloggi ATER, ovvero nessuno visto che nessuno ha fatto domanda per gli alloggi ATER (in realtà 1).

Il problema è che ometteranno di dire che il competente ufficio avrebbe dovuto, contestualmente al primo bando per l’assegnazione degli alloggi, inviare una apposita comunicazione per “forzare” i concessionari a partecipare al bando per alloggi ATER.

Se ovviamente la comunicazione non è mai stata prodotta, non si capisce per quale motivo bisogna attribuire in automatico la categoria B (tariffa quadruplicata) visto che il primo a violare il regolamento è stato il precedente responsabile (quello storico per intenderci).  Seguendo questo discorso è chiaro che sarebbe scorretto dire che il canone per i residenti scende rispetto al vecchio regolamento. In realtà aumenta di tre volte passando dai 29,28€ per vano a 86,40€ annui per vano.

Vi aspetto domani per la seconda parte ….

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