Le verità sul bilancio degli ultimi anni nella relazione di fine mandato (prima parte)

Di 11 Aprile, 2017 0 0
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Con l’insediamento di una nuova amministrazione uno dei primi compiti da svolgere è la verifica della veridicità del bilancio comunale, atto che crea spesso il primo terreno di scontro tra l’amministrazione uscente e quella entrante.

Non è escluso che ci saranno delle sorprese tra qualche mese ma vogliamo per adesso sottolineare alcuni dati che sembrano evidenziare l’andamento economico-finanziario dell’ente, a conferma delle nostre precedenti valutazioni fatte esattamente un anno fa, andamento analizzato leggendo la relazione di fine mandato dell’amministrazione uscente:

  • l’ICI, oggi IMU, nel 2013 veniva ritoccata all’insù dall’attuale amministrazione e l’aliquota sugli immobili passava dal 7,6 all’8,6 generando un incremento delle entrate necessario per equilibrare i conti di un comune che si era eccessivamente indebitato. L’esenzione dei fabbricati rurali è direttamente dovuta all’intervento dello Stato quindi non è un dato rilevante. La differenza non è di poco conto, nel 2012 incassava 306 mila € ma nel 2015 (ultimo bilancio certificato) le entrate salivano a 509 mila € con un incremento del 66% dopo aver toccato nel 2014 il tetto massimo di 541 mila € (+77%). L’incremento dell’1‰ corrisponde grosso modo a maggiori entrate per 63 mila €;
  • anche l’IRPEF nel 2013 veniva incrementata dall’attuale amministrazione di 0,3 punti percentuali e portata a 0,5. Può sembrare poca cosa ma in termini assoluti è comunque un incremento rilevante. Non bisogna però ignorare che il nostro Comune era uno dei pochi che aveva mantenuto l’aliquota a 0 per molti anni e si era sempre contraddistinto dagli altri proprio per questo aspetto ma l’eccessivo indebitamento aveva obbligato già le amministrazioni precedenti ad incrementare l’aliquota. Oggi è a tutti gli effetti un comune che ha aliquote simili ad altri comuni nonostante sia da decenni uno dei comuni più poveri dell’intera provincia dell’Aquila generando da una parte un minore introito da un’altra equiparando i nostri cittadini agli altri nonostante la differente ricchezza pro-capite. L’esenzione sotto i 7.000 € permette si un piccolo risparmio ma è poca cosa rispetto agli incrementi imposti a tutti i redditi superiori. Le entrate (ovvero le maggiori tasse comunali applicate sul reddito) a differenza del 2012, anno in cui si registravano 49 mila €, sono salite ben al di sopra dei 120 mila € con un incremento rilevante e pari al 144%, dopo aver raggiunto nel 2014 il tetto massimo di 125 mila € (+153%);
  • la Tasi (tassa sui servizi indivisibili) nel 2012 non esisteva. Nel 2013 veniva introdotta dall’attuale amministrazione e stimata in 50 mila €. Nel 2014 l’entrata toccava invece i 129 mila € mentre nel 2015 erano previste entrate per 125 mila €. Sono a tutti gli effetti 125 mila € che i cittadini pagano in più rispetto al 2012;
  • il totale delle tre imposte si riassume in maggiori entrate ovvero maggiori tasse per i concittadini di Balsorano che hanno versato 400 mila € nel 2015 in più rispetto al 2012 (tetto massimo raggiunto nel 2014 quando si sono toccate le 440 mila €). Rispetto al vicino comune di San Vincenzo la differenza è abissale come si vede dalla tabella,

    è evidente che San Vincenzo non ha alzato nessuna tassa locale nonostante la crisi abbia coinvolto entrambi i comuni mentre il nostro ha visto incrementi anche superiori ai 400 mila €;
    anche il confronto con gli altri comuni e gli altri anni è impietoso

    il nostro comune nel triennio 2013-2015 ha incrementato le tasse per 740 mila € rispetto al 2012 (oltre il milione di € nel quadriennio 2013-2016) mentre nello stesso periodo San Vincenzo V.R. le ha addirittura ridotte di 105 mila €. Civita D’Antino, Morino, Civitella e Canistro hanno incrementato le tasse locali rispettivamente di 217, 115, 155, 69 quindi in maniera molto più contenuta rispetto all’incremento registrato dal nostro comune (abbiamo escluso Capistrello che ha registrato una diminuzione di oltre 4 milioni di € ma che sono probabilmente non sono paragonabili per via del commissariamento);
  • i rifiuti. Dopo l’anno orribile del 2013 (costi 2012), il costo pro-capite è restato sostanzialmente identico sintomo che la crescita della quota differenziata non ha portato i risparmi previsti. Nel 2012 (costi 2011 ogni cittadino pagava 119,54 €, nel 2016 (costi 2015) ogni cittadino pagava 115,99 €. Il risparmio della differenziata quindi nessuno l’ha mai visto nonostante le promesse iniziali. Ricordiamo la magra figura a livello nazionale fatta con la delibera prima bocciata dal ministero, poi riproposta per poi essere nuovamente bocciata. L’amministrazione sottintende di non aver attuato alcun controllo ma di aver adattato l’imposta in relazione ai costi indicati dalla Segen senza tra l’altro sindacare;
  • nei controlli interni (ovvero il controllo sull’operato dei dipendenti comunali) l’amministrazione, nonostante gli obblighi di legge previsti fin dal 2013, dichiara “di non averli ancora implementati”, ovvero non vi è nessuno controllo su nessuno, nonostante da noi espressamente richiesto più volte;
  • nei lavori eseguiti si nota come la scuola sia costata (e non è ancora completata) quasi 1,6 milioni di € di molto superiore a quanto preventivato 1,2 milioni di € tutto per un errore di collocamento;
  • in relazione all’attività sociali si dichiara “sono state attivate, sulla base delle somme stanziate dalla Comunità Montana Montagna Marsicana, delle borse lavoro rivolte a cittadini con particolari condizione di svantaggio socio economico” facendo ben attenzione a non indicare che alcuni di questi cittadini in condizioni di svantaggio aspettano da quasi un anno che l’amministrazione si degni di chiamarli a svolgere quell’incarico per il quale hanno partecipato al bando e che si è cercato di convertirli illegittimamente, secondo i diretti interessati, da lavori d’ufficio a lavori di manutenzione del verde;
  • l’amministrazione nonostante quanto indicato dal d.Lgs 150/2009 (solo 8 anni fa) dovrebbe valutare e aver valutato la performance dei propri funzionari ma ammette di “non aver avviato alcun sistema di valutazione” nonostante da noi espressamente sollecitato più volte;
  • sui controlli delle società partecipate (vedi CAM) dichiara che secondo quando indicato dal TUEL non ha alcun obbligo visto che sono tenuti solo gli enti con popolazione superiore a 15.000 abitanti e che per via di deroghe (e quindi non perché non fosse prevista) fino allo scorso anno non era obbligata neanche alla verifica del rendiconto della gestione né alla contabilità economica (previsto sono nel 2017) fatti che hanno permesso al CAM di non essere soggetto ad alcun controllo portandolo di fatto con un silenzio assenso da parte degli amministratori sulla situazione deficitaria attuale con debiti sopra i 70 milioni di € e all’incremento delle tariffe dimostrato dalle fatture emesse che sono passate da 18,8 milioni a 22,1 sintomo di aumenti tariffari giustificati solo per risanare l’ingente debito accumulato;

continua

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