37 milioni di euro in tre anni per i gli impianti di videosorveglianza ma l’amministrazione ha altri progetti

Di 18 Aprile, 2017 0 0
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Dopo aver parlato recentemente degli sgravi fiscali previsti per gli impianti privati di videosorveglianza, segnaliamo che nei giorni scorsi è stato convertito in legge il dl 14 in materia di sicurezza delle città che aprono nuovi orizzonti nella guerra quotidiana contro i furti introducendo incentivi per l’istallazione di sistemi di videosorveglianza pubblica pari a 37 milioni di euro in tre anni (7 milioni per il 2017, 15 milioni per gli anni 2018 e 2019). La novità è rappresentata dal fatto che anche i privati possono attivarsi ottenendo in cambio sconti fiscali e predisponendo progetti finalizzati alla sicurezza di una zona più o meno vasta (singolo condominio o quartiere) istallando sistemi di videosorveglianza.

Si aspettano quindi passi successivi anche da parte del Garante in quanto questo tipo di accordo pubblico-privato non era stato considerato e modificare alcuni parametri come la durata della registrazione che oggi è limitata per i privati a uno o due giorni (anche in considerazione che il Dlgs non fornisce indicazioni in merito) e soprattutto perché segna un punto a sfavore della riservatezza del cittadino. Per i comuni invece qualora l’attività di videosorveglianza sia finalizzata alla tutela della sicurezza urbana, il termine massimo di durata della conservazione dei dati è limitato a sette giorni.

Come detto i Comuni potranno anche prevedere sconti fiscali per i privati e altre iniziative di promozione utili per incentivare ulteriormente l’utilizzo di questi sistemi in un momento storico nel quale la domanda di sicurezza risulta in forte crescita, i quali dovranno attivarsi a loro spese per costruire una rete di telecamere che possa interfacciarsi con le forze dell’ordine o verso istituti di vigilanza privata. I soggetti che possono concorrere sono amministratori di condominio o enti gestori di edilizia residenziale, imprese, anche individuali, con almeno 10 impianti, associazioni, professionisti o residenti.

In questo contesto vengono dati ai sindaci più poteri non solo in materia di videosorveglianza ma anche, ad esempio, aumentandone i poteri fornendo loro il potere di emettere ordinanze di allontanamento temporaneo verso i disturbatori dell’ordine pubblico.

Ma ora arriviamo alla dura realtà della nostra Amministrazione che dimostra di non riuscire a concretizzare intenzioni positive neanche quando queste hanno il consenso unanime dell’intero consiglio comunale.

Poco più (si fa per dire) di tre anni fa, il 15 marzo 2014, si riuniva un consiglio comunale con all’ordine del giorno “l’aumento dei fenomeni di microcriminalita’ – discussione e misure – atto di indirizzo” durante il quale il Sindaco riferiva, dopo l’allora recente furto d 718 pannelli fotovoltaici della centrale, che si era ritenuto necessario sottoporre a quel Consiglio la problematica dell’aumento dei furti nelle abitazioni e del fenomeno in generale di episodi di microcriminalità anche in considerazione della notevole apprensione che tali fenomeni stanno suscitando nella cittadinanza locale, dichiarando “negli ultimi tempi la popolazione di Balsorano è in allarme per l’aumento senza precedenti di furti nelle abitazioni, ormai con frequenza quasi giornaliera. Episodi di irruzione finalizzate alla ricerca di danaro e quanto altro nelle abitazioni private, unite a veri e propri furti, sempre più frequenti, stanno creando una situazione di allarme sociale, con una sempre crescente tensione nei cittadini che non riescono più a sentirsi sicuri all’interno delle proprie case. Per quanto riguarda il Comune di Balsorano, ho inserito, nel prossimo consiglio comunale del 15.3.2014, un apposito argomento all’ordine del giorno dedicato alla discussione sul problema dell’aumento degli episodi di microcriminalità. Intendo, in tale sede, proporre l’installazione nel Comune di un congruo numero di telecamere, che consentano una adeguata sorveglianza, soprattutto nei punti di accesso al capoluogo ed alle frazioni.Vedremo per congruo cosa intendeva (e non è quello che pensate).

Nello stesso consiglio si ribadiva “che la videosorveglianza è divenuta oggi strumento indispensabile, sia nelle abitazioni private che nei luoghi pubblici a tutela della sicurezza e al contrasto della criminalità, divenendo ormai parte integrante dell’arredo delle strutture sia pubbliche che private; che sempre più i sistemi di videosorveglianza sono utilizzati dalle Amministrazioni come strumento di rassicurazione, perché offrono il vantaggio di dare una risposta immediata al senso di insicurezza dei cittadini; che si provvederà all’istallazione di telecamere di tipo ” fisso night and day ” nel rispetto dei principi di liceità, necessità, proporzionalità e finalità di pubblico generale interesse; che il sistema di videosorveglianza dovrà prevedere la registrazione, nonché la visione delle immagini delle telecamere mediante collegamento diretto con l’Ufficio di Polizia Locale del Comune, in modo da razionalizzare l’azione della polizia locale a fini cautelativi”.

Interveniva anche l’allora consigliere oggi vice-sindaco Tuzi ribadendo tutti gli aspetti positivi di tale provvedimento.

L’opposizione votava compatta l’atto di indirizzo politico dell’iniziativa.

Ora voi direte avranno fatto qualcosa o i buoni propositi sono rimasti su carta?

La verità e che dopo questo consiglio sono stati richiesti preventivi per l’istallazione di questi impianti ma che nessuno di questi è stato poi realizzato nonostante, a detta di persone ben informate, neanche un anno fa venivano nuovamente rispolverati e veniva ricontattata una delle imprese partecipanti.

Nel frattempo abbiamo assistito allo scempio sull’illuminazione pubblica, che prevedeva un sistema di video sorveglianza, data in concessione perché con la seguente motivazione “date le considerazioni esposte in premessa su tutti i limiti di trasferimento dei fondi dallo Stato e dato che tutte le risorse dell’Amministrazione erano state destinate per risolvere il problema della scuola, l’Amministrazione Comunale non aveva a disposizione fondi per gli interventi di pubblica illuminazione che erano diventati urgenti per molti problemi di sicurezza dell’impianto che non potevano più essere tollerati.” Abbiamo dimostrato come questo investimento probabilmente non è stato eccessivamente oneroso e che molti interventi di efficientamento, anche a costo 0, non sono stati realizzati nonostante i nostri numerosi solleciti.

Peccato che comunque l’amministrazione attivava nello stesso periodo altri 380 mila € di mutui e di questi, 250 mila resteranno fermi per oltre un anno a prendere polvere per essere riattivati, se pur in parte, in questo periodo poco prima della scadenza del mandato elettorale, ovvero 1 anno e mezzo dopo averli incassati, sperando che qualche lavoro fatto nei punti giusti (Capoluogo, Selva e Ridotti che nel sistema di video sorveglianza non potranno essere coperte) possa attirare qualche consenso dopo aver forse irreparabilmente compromesso il bilancio comunale per i prossimi 30 anni.

Nella sponsorizzazione di questo intervento lucrativo solo per l’azienda, si dichiarava “a tal proposito è già stato fornito un numero verde che sarà posizionato su tutti i lampioni per le segnalazioni da parte dei privati cittadini. Sono in corso di definizione diverse estensioni di rete, in diversi punti dove le segnalazioni in questi anni da parte dei cittadini ci hanno fatto rilevare la mancanza di punti luminosi, oltre a strade ancora al buio come Vigna Cerase, strada per Balsorano Vecchio e via Santa Lucia … sarà istallato, inoltre, un impianto di videosorveglianza per il controllo del territorio contenente telecamere per il controllo accessi del paese mediante individuazione delle targhe delle vetture che entrano ed escono”. Ma ricordiamo che le nuove tratte saranno comunque a carico dell’amministrazione e che i lavori, secondo il cronoprogramma sarebbero dovuti finire entro 9 mesi e che in riferimento al numero verde, nonostante quanto affermato in fase di offerta non è stato affisso su tutti i lampioni ma solo su alcuni sporadici e che soprattutto fino a qualche mese fa al quel numero rispondeva un’azienda che riparava registratori di cassa.

Nell’offerta la Cofely, oggi Engie, era obbligata a realizzare un sistema di video sorveglianza del territorio costituito dalla installazione sui pali della pubblica illuminazione di 8 telecamere IP da esterno ad alta definizione, alimentate da una propria linea, e da 2 telecamere dotate di un sistema di riconoscimento delle targhe, per il controllo del transito sulla strada statale, asse viario principale, sistema attivo 24 ore su 24. E ancora oggi non si capisce perché dopo la concessione abbiano cercato di attivare una gara che prevede lo stesso oggetto, ovvero l’istallazione del sistema di videosorveglianza. Nell’offerta si afferma che “le posizioni delle telecamere da collocare sul territorio sarà scelto a discrezione dell’Amministrazione” che evidentemente non ha ancora preso una decisione in merito. Le immagini riprese dalle telecamere saranno registrate da un videoregistratore di rete collocato presso la postazione della polizia municipale presso la sede comunale …”

È chiaro a tutti che un sistema simile composto da 10 telecamere di cui solo 2 in grado di rilevare le targhe e altre utilizzate per monitorare i beni comunali, risulta totalmente insufficiente per monitorare un paese vasto come il nostro.

Evidentemente queste uniche 2 telecamere saranno messe all’ingresso del capoluogo e probabilmente all’uscita lasciando a secco le frazioni che evidentemente vengono tirate in ballo solo se fa comodo senza ignorare il fatto che probabilmente nessuno ha valutato fino in fondo l’offerta della Cofely, anche perché qualcuno doveva pur accorgersi che l’offerta in molti punti porta come intestazione addirittura un comune inesistente,

per chi vuole saperlo 71042 corrisponde a Cerignola – FG.

Questo dimostra ancora una volta che l’amministrazione va avanti senza progettualità ma vive alla giornata e come normale che sia, ogni iniziativa muore a mezzanotte dello stesso giorno a meno che non ci sia qualche altro interesse che preveda la svendita delle risorse del paese ad imprese che perseguono legittimamente i loro esclusivi interessi, come è giusto che sia, peccato che qualcuno dovrà comunque pagare lo scotto e quel qualcuno siamo noi.

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