Il fondo crediti dubbia esigibilità 2017 (una zavorra per i conti del comune)

Di 13 Febbraio, 2017 0 0
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Il fondo di svalutazione crediti “ha la funzione di compensare eventuali minori entrate derivanti da crediti divenuti parzialmente o totalmente inesigibili, crediti per i quali è certo il titolo giuridico ma è divenuta dubbia e difficile la riscossione per condizioni oggettive, al fine di preservare l’ente da possibili squilibri”. In poche parole è un credito di anzianità superiore ai 5 anni legalmente riconosciuto ma difficilmente riscuotibile, ad esempio imposte o sanzioni non pagate, ovvero sono soldi che risultano in bilancio come entrate che se pur non ancora incassate hanno permesso all’ente di giustificare le spese e che, alla successiva verifica, risultano in realtà mai incassate. Questa differenza (soldi spesi ma non incassati) deve essere restituita e quindi si accantona una quota di bilancio per coprire tali spese, quota che come vedremo per il 2016 ha superato abbondantemente i 300.000€ ovvero quasi il 10% delle entrate comunali confermandosi anche per il 2017 (è presumibile che il 31 gennaio si abbiano i dati definitivi relativi al 2016).

Per il bilancio 2017 ad esempio la regola generale prevede che all’interno del Fondo devono confluire tutti i crediti difficilmente incassabili a ritroso del 2011 (dal 2012 al 2017 non possono entrare nel fondo in quanto di anzianità inferiore ai 5 anni) il cui valore si sta man mano incrementando, sia per effetto del meccanismo di gradualità (che consente di stanziare il 55% del fondo nel 2016, il 70% nel 2017 e l’85% nel 2018) sia per il fatto che, utilizzando dati di annualità già gestite secondo le regole del nuovo ordinamento contabile previsto dal Dlgs 118/2011, per determinare la media quinquennale delle riscossioni per tali annualità si raffrontano esclusivamente gli incassi in conto competenza con gli accertamenti di competenza e non anche quelli in conto residui come era invece previsto sulle annualità ante Dlgs 118/2011.

Considerato il termine del 31 marzo 2017 per la predisposizione del nuovo bilancio, dovranno essere utilizzati i dati del quinquennio 2011/2015 dove, per l’annualità 2015 (ultimo rendiconto approvato), dovranno quindi essere considerati solo gli incassi di competenza. Ne deriva che, almeno per un quinto del calcolo, i dati della riscossione saranno più bassi rispetto a quelli delle annualità precedenti. Di conseguenza negli anni a venire, a mano a mano che le annualità gestite con le regole del nuovo ordinamento aumenteranno, per effetto di tale modalità di calcolo la media quinquennale delle riscossioni è destinata a ridursi, aumentando l’importo a compensazione da accantonarsi a Fcde.

Trascorsi 5 anni, a decorrere quindi dall’esercizio 2021, il Fondo sarà calcolato raffrontando esclusivamente gli incassi di competenza con gli accertamenti di competenza il che porta ad escludere dal conto (tale da permettere di abbassare questo fondo) gli incassi dal conto riscossioni, ovvero quei pagamenti che vengono effettuati nell’anno successivo magari per effetto di attività di sollecito e/o di recupero che gli enti possono attivare solo successivamente alla scadenza dei termini di pagamento, determinando un incremento del fondo che sarebbe eccedente rispetto alle necessità di copertura reali.

La soluzione al problema è data dalla possibilità di sommare agli incassi di competenza anche quelli avvenuti nell’anno successivo in conto residui dell’anno precedente (a titolo esemplificativo, per la determinazione del Fcde 2017, gli incassi in conto Residui attivi 2015 avvenuti nel corso dell’esercizio 2016). In tal caso il principio contabile prevede la necessità di retrocedere di un anno gli esercizi di riferimento per il calcolo del Fcde, in modo tale da avere a disposizione i dati della riscossione dell’esercizio successivo.

In un recente articolo ci chiedevamo come sia stato possibile azzerare questo fondo visto che nel bilancio di previsione non c’era. Al quesito ci ha gentilmente risposto la ragioneria comunale fornendo questi dati relativi al FCDE:

Si nota il forte incremento, come facilmente prevedibile e come avevamo previsto fin dal 2015, dovuto sia, come dicevamo sopra, all’aumento della quota accantonata, sia al credito scaduto proprio il 1° gennaio 2016 scorso, credito che il nostro Comune (e quindi tutti noi) vantava (o sarebbe dire meglio vantavamo) nei confronti dell’ex Sindaco Margani in relazione alla prima sentenza per la quale veniva condannato al risarcimento di 40 mila € che è probabile di sicuro non è stata saldata, sentenza che poi in secondo grado di giudizio veniva incrementata a quasi 120 mila € da aggiungere agli oltre 80 mila € attribuiti alla vecchia giunta.

Facciamo presente infine che nel 2018, anno in cui scadranno i 5 anni anche della seconda condanna, che era subito esecutiva, ed inserita in bilancio nel 2012, il fondo crediti di dubbia esigibilità dovrà assorbirne l’85% ovvero 101.474,40 €, per poi salire a 119.384,00 € nel 2019, anno in cui dovrà essere inserito il totale della condanna se questa, come probabile ipotizzare, resterà ancora da saldare.

Restiamo quindi fortemente preoccupati dall’andamento dei conti comunali che a tutti gli effetti sembrano avere squilibri non irrilevanti e che si prevedono ancora più negativi negli anni a venire anche in considerazione di cause legali che sembrano andare per il verso sbagliato.

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