10 anni di menefreghismo, 3 amministrazioni e un “disastro” senza precedenti (1a parte)

Di 9 Febbraio, 2017 0 0
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Riportiamo integralmente l’avviso presente sul sito dell’amministrazione comunale nella pagina urbanistica, conosciuto sicuramente a coloro che hanno presentato una richiesta di edilizia privata nell’ultimo periodo.

Cercheremo in questi articoli (per i quali chiediamo scusa per l’eccessiva lunghezza ma l’argomento è molto complesso e delicato al tempo stesso) che si collegano in parte con un precedente articolo (forse non tutti coglieranno il nesso ma preferiamo non aggiungere altro) di spiegare cosa significano questi termini (P.S.A.I., rischio idrogeologico, RPa, APa, R4 etc) e quali sono le conseguenze verso i cittadini e le imprese, facendo presente fin da subito che la situazione, se pur critica (non aggiungiamo altro), è solvibile se vi è la volontà di trovare una soluzione, e che i colpevoli di questo “disastro” sono le ultime 3 amministrazioni comunali (a cominciare dall’amministrazione a guida Margani, che se pur in carica fino al 2007 è stata comunque rappresentata dallo stesso fino al 2012, e le successive due amministrazioni seguenti compresa ovviamente l’ultima a guida Tordone) in particolare le giunte che si sono succedute negli ultimi 10 anni (in quanto il P.R.G. è sì approvato dal Consiglio Comunale ma solo su proposta della Giunta Comunale) e checché ne dicano, del vincolo idrogeologico per rischio frane erano a conoscenza molti se non tutti i membri dell’attuale amministrazione (e chi oggi trova giustificazione dicendo di non esserne a conoscenza dimostra la propria incapacità visto che l’argomento frane fu trattato nel 2013), nonostante oggi alcuni sembrano estraniarsi verso tutto ciò che è andato per il verso sbagliato dopo aver avuto il cattivo gusto di girarsi dall’altra parte quando avevamo evidenziato le tante “stranezze” nelle pratiche amministrative che evidentemente per qualcuno non erano un problema o ancor più grave, erano una “prassi normale”.

Premettiamo che nella quasi totalità dei comuni italiani sussistono vincoli di diversa natura. I più ricorrenti sono i vincoli ambientali e paesaggistici (sostanzialmente “estetici”) e i vincoli idrogeologici. La vicenda Rigopiano (se pur di diversa natura) ha risollevato in tutti l’attenzione sui rischi, rischi che ricadono in particolare sui comuni abruzzesi che, secondo i dati 2015 dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale-Ispra, sono quasi tutti soggetti al rischio frana, addirittura 301 su 305 comuni per un totale stimato di 80.000 cittadini esposti. A questi si aggiungono 250 chilometri quadrati di territorio ad elevata e media pericolosità per rischi di esondazione, con 100 mila cittadini esposti, dei quali 25 mila residenti in aree pericolosità elevata e 15 mila imprese direttamente esposte al dissesto idrogeologico, per un totale di 40 mila addetti esposti. Numeri che pongono l’Abruzzo tra le prime sei regioni italiane a rischio idrogeologico. Il nostro territorio comunale, come vedremo, non è tra i 4 fortunati privi di rischi idrogeologici.

A tutto questo si somma anche il problema degli invasi idrici (dighe) che in Abruzzo sono ovviamente tanti vista l’elevata quota di produzione idroelettrica (in tutto sono 48 gli invasi di interesse regionale e tre di interesse nazionale), che, in questo periodo vengono monitorati singolarmente e costantemente mostrando sotto una diversa luce la diga ancora prevista in realizzazione sul territorio comunale facente parte dei più ampi PRUSTT per i quali ricordiamo l’amministrazione Margani aveva “allegramente” liquidato le parcelle dei tecnici per un totale di circa 500 milioni di lire (oltre 250 mila € attivando un apposito mutuo nonostante questi fossero nati con la prescrizione di non saldare alcun progetto prima dell’inizio attività, nonostante le smentite dell’interessato), tra l’altro progetti che non hanno visto una sola pietra mossa dal 2000 ad oggi (eppure sono passati appena 17 anni).

Comunque il vincolo idrogeologico, che non sostituisce o integra altri vincoli (es. il vincolo ambientale), è regolato fin dal 1923 (dal R.D.L. 30/12/1923 n° 3267), e prevede il rilascio di nulla osta e/o autorizzazioni per la realizzazione di opere edilizie, o comunque di movimenti di terra, che possono essere legati anche a utilizzazioni boschive e miglioramenti fondiari, richieste dai privati o da enti pubblici, in aree considerate aree sensibili nei confronti delle problematiche di difesa del suolo e tutela del patrimonio forestale.

Dal 1998 sono state delegate alle Autorità di Bacino le procedure per il rilascio dei nulla osta per la realizzazione di opere che, in gran prevalenza, riguardano l’edilizia privata. In dettaglio, deve essere presentata istanza all’Autorità per la realizzazione o la sanatoria di:

  • nuovi edifici di qualsiasi tipo e destinazione, compresi eventuali ampliamenti di opere connesse anche soggette a sanatoria edilizia e, ai sensi di recenti note informative ricevute dagli uffici regionali, strade private interne ai lotti,
  • muri di sostegno superiori a 100 cm di altezza;
  • infrastrutture connesse a elettrodotti superiori a 20.000 volts;
  • parcheggi di qualsiasi tipo e piazzali di manovra;
  • sistemazione di terreni con opere di drenaggio e apertura di scoline per la raccolta e la regimazione idrica superficiale;
  • creazione o eliminazione di terrazzamenti di terreni finalizzati ad attività agricola o extragricola;
  • sistemazione di aree, apertura di accessi a strade esistenti, sistemazione e/o ampliamenti piazzali, platee di stoccaggio;
  • apertura sentieri pedonali e piste di esbosco;
  • recinzioni di altezza superiore a 200 cm;
  • vivai, rimboschimenti e ricostituzioni boschive.

Ma cosa è lo P.S.A.I.? Lo P.S.A.I. o Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico è un programma urbanistico costruito sui dati raccolti su tutto il territorio nazionale, relativamente ai fenomeni franosi, che opera essenzialmente nel campo della difesa del suolo che si rivolge specificatamente alla pianificazione organica del territorio mediante la difesa dei versanti e la regimazione idraulica, con particolare riferimento alla difesa delle popolazioni e degli insediamenti residenziali e produttivi a rischio.

Lo P.S.A.I. è quindi lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale le Autorità dei Bacini Regionali (introdotte dalla legge n. 183/1989, che per il nostro comune è l’autorità Liri-Garigliano-Volturno) individua, nell’ambito di competenza, le aree da sottoporre a tutela per la prevenzione e la rimozione delle situazioni di rischio, sia mediante la pianificazione e programmazione di interventi di difesa, sia mediante l’emanazione di norme d’uso del territorio in modo tale da salvaguardare l’incolumità delle persone e ridurre al minimo i danni ai beni esposti.

Lo P.S.A.I. persegue il miglioramento dell’assetto idrogeologico secondo tre linee di attività:

  • il Rischio idraulico (aree inondabili delle piane alluvionali),
  • il Rischio geologico (dissesti di versante e movimenti gravitativi),
  • l’efficienza dei bacini montani in termini di difesa idrogeologica.

Il Piano è stato infatti sviluppato sulle seguenti attività:

  • l’individuazione della pericolosità da frana e la perimetrazione delle situazioni di maggior rischio;
  • l’individuazione della pericolosità e del rischio idraulico con riferimento al reticolo principale, secondario e minore, attraverso la perimetrazione delle aree inondabili per diversi tempi di ritorno e la valutazione del rischio degli elementi esposti;
  • la valutazione dell’efficienza idrogeologica dei versanti;
  • l’analisi dei trend delle dinamiche idrogeologiche e dell’antropizzazione del territorio.

Fine prima parte. Continua

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