Una scuola mal progettata?

Di 3 Ottobre, 2016 0 0
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scuola-verde-150 Abbiamo in questi giorni voluto analizzare, pur peccando di informazioni complete ma comunque esaustive, di come sia stata costruita la nuova scuola, vanto dell’amministrazione uscente.

In più occasioni abbiamo sottolineato come il “gioco” di dividere il progetto in due parti, formalmente per la necessità di costruire la prima parte svincolata dal finanziamento regionale oltre che per l’urgenza (nonostante l’emergenza scolastica fosse finita con il trasferimento dei ragazzi a Ridotti, fatto che aveva comportato ulteriori spese oggi inutili vista la fine prematura della struttura), aveva generato il raddoppio delle spese di progettazione.

Numeri alla mano, originariamente il progetto era unico di importo pari a 1,2 milioni di € con spese tecniche pari a 39.600 €, poi diviso in due parti con contestuale incremento del costo a 1,6 milioni di € e il raddoppio delle spese di progettazione (39.000 € + 39.600 €) meticolosamente e artificiosamente tenute sotto i 40.000€ per poter legittimamente affidare l’incarico di progettazione ad un tecnico di fiducia dell’amministrazione, che ricordiamo è parente “stretto” dell’attuale sindaco, evitando così la “fastidiosa” pubblicazione di un bando di gara (anche in procedura negoziata) che avrebbe generato sicuramente risparmi superiori (visto la media dei ribassi) ai costi di progettazione poi successivamente liquidati.

Facciamo presente come addirittura per forniture di beni e servizi anche al di sotto di 1.000€ oggi è necessario procedere ad un bando di gara, cosa che non è stata fatta ad esempio per l’acquisto del computer utilizzato dall’attuale segretario. Una dimostrazione del fatto che evidentemente questi bandi di gara sono troppo “rischiosi” e poco remunerativi per alcuni, fatta eccezione dell’illuminazione pubblica che evidentemente è talmente promettente che nessun comune ha osato replicarla (aspettiamo da anni che al Comune di Campoli Appennino, dove l’Ing. è anche Sindaco, si proceda ad una gara simile) anzi di contrappasso vi abbiamo riferito come alcuni comuni (vedi Arpino) hanno deciso di farlo in autonomia.

Ma torniamo al plesso scolastico che ogni giorno lascia qualche sorpresa (come il pavimento che salta dopo appena 1 anno e altri problemi quali infiltrazioni d’acqua) che l’amministrazione tende ad oscurare (chi sa quali altri problemi si celano in quell’edificio).

Precedentemente abbiamo sollevato dubbi in relazione al rispetto della normativa che prevede l’azzeramento dell’impatto ambientale dell’istituto, la cosiddetta scuola “ad impatto zero”.

La Legge prevede infatti che: “l’edilizia scolastica deve essere costruita con criteri di economicità che portino a raggiungere un’autosufficienza che ad esempio si ottiene ponendo l’edificio ad un particolare orientamento tale da garantire oltre ad un’adeguata illuminazione solare anche un ottimo isolamento termico, illuminazione intelligente, basso consumo e auto alimentata da fonti rinnovabili”.

La posizione della scuola è tutta da valutare, visto che ci sono strutture che in parte la sovrastano così come va valutato l’isolamento termico, la schermatura dei vetri e l’isolamento sonoro (per i quali vanno realizzate misure specifiche ma evidentemente nessuno si degna di farlo visto che ormai l’obiettivo è raggiunto). Ma avete per caso visto un solo pannello fotovoltaico sul lastrico della scuola? O avete per caso visto un solo pannello solare termico sovente usato per riscaldare l’acqua calda anche per usi sanitari sul lastrico della scuola? Eppure siamo il comune che ha creduto più di ogni altro nel fotovoltaico ma evidentemente solo quando c’è qualche interesse di parte.

Si è pensato solo di costruire per lasciare traccia del passaggio ai posteri, ma a quale prezzo?

Fosse solo una questione di soldi sarebbe estremamente facile da spiegare e lo abbiamo già fatto. Ma ci siamo resi conto che sono più le cose che mancano che le cose realizzate.

Innanzitutto la scelta di dividere la scuola in due senza tener presente che la Legge espressamente prevede: “edifici contigui per le scuole materne ed elementarie non contigui per le scuole materne e medie. Mischiando ragazzi di età totalmente differente.

Per non parlare del fatto che si è ignorata la circostanza che la scuola materna deve essere costruita “su un unico livello” a “diretto contatto con il terreno di gioco e di attività all’aperto” e il fatto che sia stata progettualmente pensata su più livelli fa pensare come sia stato forse inopportuno affidare l’incarico di progettazione di un simile edificio ad un tecnico privo di esperienza in merito (senza tra l’altro chiedere alcun altro parere esterno), comportato la successiva presa di posizione che ha portato alla nuova ripartizione che prevede il primo livello occupato integralmente dalla scuola materna e il secondo dalla scuola media.

Come si è ignorato il fatto che: “le caratteristiche meccaniche sulle quali realizzare la scuola devono essere tali da non esigere fondazioni speciali che possano incidere eccessivamente sul costo totale della costruzione” quando invece sappiamo che la quota zero è stata abbassata rispetto al progetto originale per problemi dello strato inferiore, fatto che ha generato ulteriori spese contribuendo all’incremento del preventivo passato in pochi mesi da 1,2 a quasi 1,6 milioni, a evidente dimostrazione che forse l’aria scelta non era probabilmente la migliore, ma frutto di speculazioni.

Come si è ignorato il fatto che la Legge prevede: “un’area esterna della scuola non coperta dagli edifici deve essere congruamente alberata, sistemata a verde e attrezzata per consentire un permanente svolgimento, anche all’aperto, delle attività educative e ginnico-sportive; la sistemazione, prevista in sede di progetto, dovrà essere tale da consentire una sua facile ed idonea manutenzione”, ribadendo in più punti che “per quanto riguarda le condizioni ambientali, la scuola dovrà essere ubicata in località aperta (li sembra più un fosso), possibilmente alberata e ricca di verde, che consenta il massimo soleggiamento e che sia comunque una delle migliori in rapporto al luogo”.

Tutti i colori si vedono in quella scuola, tranne il verde. Facciamo presente che la seconda parte non è ancora completata e che i lavori sono fermi, nonostante il fatto che alla seconda impresa esecutrice si stato richiesto un ribasso di molto inferiore rispetto a quello che ha probabilmente destabilizzato la prima impresa esecutrice, costretta letteralmente a fare i saldi mortali per portare a casa un utile ultra risicato (ricordiamo che con la sponsorizzazione il ribasso è in gran parte scelto dall’amministrazione).

Come si è ignorato che “i progetti (al plurale perché forse la Legge prevede più di un progetto per permettere forse un confronto equo dal quale esaltare il più promettente mentre noi ci siamo accontentati del primo fatto da un Ing. civile che forse non ha mai avuto un precedente incarico e che si è dimostrato forse non all’altezza del ruolo) dovranno prevedere tutti i locali e spazi necessari, per lo svolgimento dei programmi scolastici e delle attività parascolastiche” (ad esempio laboratori o aule interattive per la proiezioni di filmati/aule linguistiche/aule informatiche/aule artistiche o aule riunioni di genitori  che orribilmente mancano) e per lo svolgimento dei programmi di insegnamento dell’educazione fisica e sportiva” (che evidentemente verranno svolti in classe).

Come si è ignorato che la Legge prevede la presenza di una biblioteca “che abbia uno spazio tale da permettere lo svolgimento di tutte le attività individuali e di gruppo all’informazione, alla ricerca ed allo scambio dei dati … costituita da uno spazio per i cataloghi o bibliografie, arredato con classificatori, tavoli per la consultazione … uno spazio che permetta la consultazione e la lettura dei testi …” che come dimensione scolastica deve essere pari ad almeno 25mq.

Soprattutto si è ignorato che la Legge prevede “per le classi elementari da 10 classi (la nostra è di 12 classi) e per le scuole medie primarie da almeno 6 (la nostra è da 5 mentre fino a pochi anni fa era da 6), almeno una palestra di 200 mq più relativi servizi (doccia, spogliatoi, depositi attrezzature)”.

Inoltre devono prevedere “aree di gioco all’aperto” che per le scuole medie primarie devono comprendere “pista da 4 a 6 corsie di almeno 100 metri, oltre agli spazi partenze ed arrivi, impianti per il salto in alto ed in lungo, pedana per il lancio del disco e un campo sportivo polivalente (pallacanestro, pallavolo, pallamano e possibilmente tennis)”.

Forse a qualcuno è venuto in mente.

E si, quasi tutte queste caratteristiche erano presenti nella vecchia scuola (anche se da migliorare), ovvero le attività all’aperto, il verde, la posizione ideale e alcune attività parascolastiche.

È forse il caso di ammettere che la scelta di spostare la scuola (oltre che la scelta di costruirne una nuova invece di ristrutturare quella esistente che si erge su un unico livello e che sarebbe costata sicuramente meno), sia stata una scelta inopportuna anche alla luce del fatto che si continuano ad abbandonare strutture (attualmente nel comune esistono ben 5 scuole) per la necessità illogica di dover per forza costruirne di nuove per meri fini speculativi o per evidenti manie di grandezza che evidentemente a qualcuno non ha insegnato nulla.

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