Della roba d’altri si spende senza risparmio

Di 16 Settembre, 2016 0 0
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sprechi-soldi-150 La recente Legge 28 dicembre 2015, n. 208 (Legge di stabilità 2016), all’art. 1, commi 512-517, prevede un obiettivo di risparmio della spesa annuale della pubblica amministrazione, da raggiungere alla fine del triennio 2016-2018, pari al 50 per cento della spesa annuale media per la gestione corrente del solo settore informatico, relativa al triennio 2013-2015.

Nel testo della legge sono altresì indicate le modalità operative attraverso le quali le pubbliche amministrazioni dovranno conseguire il risparmio di spesa indicato, che prevedono:

  1. Redazione di un “Piano Triennale” contiene, per ciascuna amministrazione o categoria di amministrazioni, l’elenco dei beni e servizi informatici e di connettività e dei relativi costi, suddivisi in spese da sostenere per innovazione e spese per la gestione corrente, individuando altresì i beni e servizi la cui acquisizione riveste particolare rilevanza strategica;
  2. Programmazione degli acquisti di beni e servizi per l’informatica da parte di Consip o del soggetto aggregatore interessato, sentita Agid per l’acquisizione dei beni e servizi strategici indicati nel Piano Triennale di cui al punto precedente.
  3. Raggiungimento dell’obiettivo fissato dalla legge: risparmio di spesa annuale, da raggiungere alla fine del triennio 2016-2018, pari al 50 per cento della spesa annuale media per la gestione corrente sostenuta da ciascuna amministrazione per il solo settore informatico nel triennio 2013-2015.

Esistono comunque delle deroghe al risparmio di spesa (art.1, comma 515). Sono escluse dall’obiettivo di risparmio le spese:

  1. sostenute per approvvigionarsi dei servizi di connettività;
  2. effettuate tramite Consip SpA o i soggetti aggregatori, documentate nel Piano triennale.

Questa premessa per introdurre due recenti atti prodotti dal Comune tramite i quali sono state approvate due spese relative agli aggiornamenti dei programmi software in dotazione ai vari uffici. Avevamo già precedentemente sollevato un aspetto inerente agli forse eccessivi costi per la connettività all’interno dell’amministrazione. Oggi solleviamo dubbi sull’eccessivo costo del rinnovo di questi programmi premettendo che la licenza di uso di questi programmi tecnicamente non è di un anno, cioè questi programmi non smettono di funzionare dopo 365 giorni, tant’è vero che si parla in entrambi i documenti di “aggiornamento e manutenzione” e non di rinnovo licenze (che sarebbe tra l’altro molto più grave visto il costo di questi upgrade).

Nella giustifica delle determini (praticamente identiche) si cita che, nonostante la legge preveda l’abbattimento del 50% di queste spese a meno che non si procede ad acquistarli tramite Consip SpA, non è possibile acquistarli su questa piattaforma perché questi “particolari” acquisti non sarebbero idonei “al soddisfacimento dello specifico fabbisogno dell’amministrazione perché riguarda l’aggiornamento e la manutenzione di programmi informatici forniti in esclusiva dalla stessa ditta a cui favore si dispone l’affidamento di cui al presente provvedimento”.

Inoltre si dichiara che l’Amministrazione ha, da molti anni, acquistato presso ICT GLOBAL SERVICE srl/TINN Srl pacchetti di programmi informatici che servono da base per l’azione amministrativa dell’Ente e che:

  • su detti programmi si è formato tutto il know how dei funzionari preposti;
  • tale know how costituisce patrimonio di conoscenza che va senz’altro conservato, quale valore imprescindibile per un’Amministrazione che presenta una dotazione organica molto ridotta e capacità di spesa e di formazione altrettanto ridotte;
  • per tali ragioni, l’amministrazione ed i suoi funzionari intendono “mantenere in uso” i programmi operativi attualmente in dotazione (cfr. caso 1, pag. 10, della Circolare Agid 6 dicembre 2013 n. 63, secondo cui “La metodologia di valutazione comparativa ….. non si applica nella fase di decisione “mantenimento o avvio del progetto”, ciò significando che l’opzione “mantenimento in uso il proprio sistema informatico” appare legittima);
  • e ritenuto che il mantenimento in uso dei programmi disponibili costituisca anche “tutela degli investimenti” già effettuati, atteso che il passaggio ad altri programmi operativi (oltre che imporre i costi di riconversione e formazioni tipici di ogni fase di start up) comporterebbe ulteriori ed insostenibili costi di investimento.

Non si comprende bene cosa si intende per insostenibili costi di investimento visto che almeno escludendo il software dei tributi o finanziario che sono di una difficoltà superiore, gli altri software (che poi elencheremo) sembrano di facile adattamento. L’unico lavoro sicuramente più impegnativo (in termini di tempo) sarà forse il trasferimento degli archivi ma potrebbe essere un lavoro che le 5 persone vincitrici di concorso potrebbero svolgere in un tempo consono dando quindi loro materiale per lavorare invece di mandarli a pulire le strade comunali.

Ci soffermiamo in maniera specifica sul software e sui servizi “offerti” dalla ICT Global Service, che forse (non abbiamo l’elenco completo dei software aggiornati) includono software per:

  • la Gestione Canone Case Popolari (visto come sono gestite sarebbe il caso di lasciarlo perdere);
  • la Gestione Risorse Idriche (che sono demandate al CAM quindi potrebbe non servire);
  • la Gestione Gas Metano (bollettazione delle utenze che viene fatta dall’ente gestore EDISON che potrebbe quindi non servire);
  • la Gestione Edilizia Privata;
  • la Gestione Servizi Cimiteriali e Lampade Votive.

Oltre ai servizi, quali:

  • Servizi Web (… tramite i quali è possibile segnalare con estrema precisione e in tempo reale problemi, guasti, disservizi o pericoli presenti sul territorio comunale, anche se onestamente dobbiamo ammettere di non aver mai visto comunicazioni “in tempo reale” tranne quelle che vengono postate ultimamente sulla pagina non ufficiale di facebook del Comune);
  • DPS-WEB (… per la gestione della PRIVACY – D.Lgs 196/03);
  • GedProWeb (… gestione elettronica documentale e protocollo informatico, che funziona a metà servizio visto che ancora oggi non si archivia la documentazione protocollata);
  • Portale Web e CMS per “Rete Civica Comunale” (… che anche nelle migliori farm l’hosting ha un costo di qualche centinaio di € annui, il nostro sito ad esempio costa 30€ annui e gli aggiornamenti del portale comportano al massimo qualche decina di minuti di lavoro);
  • Posta Elettronica Certificata (PEC) (… che come sapete ha un costo di pochi € per utente);
  • Servizio firma digitale (… che ha un costo di poche decine di € ad utente).

Niente di così complesso da comportare insostenibili costi di investimento qualora si decida di migrare su altra piattaforma eventualmente migliore o con costi più contenuti.

Comunque l’importo per questo pacchetto (forse spropositato) è di ben 7.716,50 iva 22% compresa ai quali aggiungere 4.831,20 iva 22% per il software offerto dalla TINN all’ufficio tributi (che tra l’altro ha in dotazione alcuni dei pacchetti forniti dalla ICT nel proprio portafoglio annoverando tra gli altri software per ragioneria, gestione del personale, demografici, affari generali, tributi, ufficio tecnico) per un totale di 12.547,70 € iva 22% compresa, una cifra annuale di un certo rilievo.

Tuttavia trattandosi di aggiornamenti, che si presume annuali, dovrebbero avere un costo decisamente inferiore a quelli dei pacchetti “standard”. Ad esempio una licenza Autocad (ben altro software di ben altra complessità) può costare 2 mila € per tutta la vita utile del programma, circa la metà per gli aggiornamenti (1.000€) o meno di 500€ annuali se si acquista una versione subscription che viene automaticamente aggiornata anno dopo anno con l’ultima versione disponibile.

Quindi si tratta di scegliere se aggiornare o meno i programmi in questione ovvero se sostituirli con altro software più economico e/o migliore. Il nostro timore è che ogni anno si aggiornano tutti i programmi, anche quelli che probabilmente non hanno bisogno di aggiornamenti così frequenti (ad esempio quello per i servizi cimiteriali, il canone case popolari etc) che si presume non subiscano stravolgimenti nel giro di un solo anno.

Quindi le domande legittime a cui nessuno mai risponderà (come prassi) è:

  • era proprio necessario aggiornate, visto anche l’alto costo, tutti i programmi delle software house (visto le cifre è facile ipotizzare che nel preventivo ci siano tutti i programmi), molti dei quali hanno probabilmente ricevuto pochi aggiornamenti in un anno ad esempio quali quelli che gestiscono i servizi cimiteriali, il canone case popolari e che potrebbero essere facilmente gestiti anche da un comune foglio excel di facile formazione e che potrebbe essere sviluppato da chiunque ne conosca le basi?
  • non sarebbe forse il caso di aggregare i software ad un unico soggetto fornitore visto che la TINN fornisce quasi tutti gli stessi software forniti della ICT Global Service e ottenere un maggior sconto?
  • oppure trovare altra software house che permetta di risparmiare sul costo delle licenze/aggiornamenti?

È proprio vero. Quando si tratta si spendere i soldi di qualcun altro (ovvero dei cittadini di Balsorano) non si bada a risparmiare. Eppure anche un risparmio del 50% (che in soldoni sono 6.000€), così come previsto dalla Legge se pur in vigore dal 2017, sarebbe stato utile per finanziare qualche piccolo intervento sociale (come ampliare la platea dei beneficiari dei contributi sui libri o dell’abbonamento o qualsiasi altra cosa socialmente utile).

L’importante e almeno rendersi conto di quanti soldi si buttano da quegli uffici.

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