La Camera dei Deputati ha dato il via al nuovo pareggio di bilancio per gli enti locali

Di 3 Agosto, 2016 0 0
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Conti 150 Approvato con la maggioranza assoluta delle due Camere, necessario per modificare la Legge di attuazione dell’articolo 81 della Costituzione, la riforma del pareggio di bilancio che ha un impatto operativo immediato e un obiettivo di medio termine auspicando la ripresa degli investimenti locali.

Con le nuove regole per rispettare i vincoli di finanza pubblica, regioni, province, città metropolitane e comuni dovranno evitare di impegnare una spesa complessiva maggiore rispetto alle entrate che accertano, e chi non ce la fa e va in rosso dovrà recuperare lo sforamento nel corso del triennio successivo. Cancellato quindi il Patto di stabilità interno e gli altri tre obiettivi (saldo finale di cassa, saldo corrente di competenza e di cassa) previsti dal testo attuale della legge.

Inoltre dal 2017, le sanzioni a carico degli enti che non rispetteranno il pareggio di bilancio dovranno essere proporzionate all’entità delle violazioni e destinate a finanziare gli incentivi a favore delle amministrazioni virtuose. Fino ad oggi, invece, le sanzioni economiche sono sempre state applicate per intero nell’anno successivo a quello in cui è stata commessa (o accertata) l’infrazione.

Sul fronte del debito, viene ribadito che i piani di ammortamento non possono essere più lunghi della vita utile dell’investimento (vuol dire che se la vita utile di un intervento relativo ad esempio alla viabilità, come il riasfalto di un tratto di strada, è di 20 anni, il relativo finanziamento non può superare questo termine, cosa che invece non avviene sempre), e devono essere accompagnati da un calendario che per ogni anno indichi le spese di ammortamento e il modo di coprirle.

Viene cancellato il vincolo, scritto nel 2012 e finora “sospeso”, che avrebbe imposto alle amministrazioni di indebitarsi nel limite delle spese per rimborsi di prestiti nello stesso anno, e che di fatto avrebbe quindi colpito di più gli enti finora meno indebitati.

Inoltre si stabilisce l’esclusione dai calcoli di una dote da 660 milioni all’anno per i prossimi tre anni (2 miliardi di €), pari alle somme che nel 2016 i sindaci hanno iscritto nel fondo pluriennale vincolato (ossia le risorse destinate a finanziare spese che diventeranno esigibili in anni futuri) con cui si gestiscono le spese d’investimento impegnate ma non realizzate nel corso dello stesso. In pratica l’intesa, che dovrà essere coperta dalla legge di bilancio di ottobre, libera dai calcoli del pareggio questi soldi, che quindi potranno dare continuità alla spesa in conto capitale: dal 2020 il meccanismo diventerà strutturale, e farà uscire dai calcoli l’intero fondo pluriennale.

Rispetto alla versione scritta nel 2012, il nuovo pareggio di bilancio si presenta quindi decisamente più snello, e cancella l’obbligo di pareggiare anche i saldi di parte corrente e quelli di cassa che avrebbe sicuramente creato scompiglio in quelle amministrazioni che continuano a spendere più di quanto effettivamente incassano, come succede nel nostro Comune che ricordiamo ha previsto per i prossimi 3 anni un saldo negativo per il pareggio di cassa.

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