Ai Comuni 136 milioni per l’estinzione dei mutui

Di 20 Luglio, 2016 0 0
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Bank 150 La commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento tramite il quale è stato costituito il fondo statale utilizzabile per l’estinzione anticipata dei mutui che in alcuni casi può generare maggiori esborsi fino al 20% del capitale restante, senza dimenticare che spesso la Cassa depositi e prestiti ha applicato tassi fuori mercato.

Quindi per quest’anno entro il 31 ottobre i Comuni che vogliono estinguere in anticipo mutui e prestiti obbligazionari possono fare domanda per ottenere la copertura statale delle penali. Domanda che può essere riproposta anche per il 2017 e il 2018 (scadenze il 31 marzo dei rispettivi anni).

A copertura di questo fondo sono stati previsti 14 milioni per quest’anno (elevabile fino a 40) e 48 milioni per gli anni 2017 e 2018.

Il nuovo fondo statale cerca di alleggerire i bilanci dagli oneri di ammortamento di finanziamenti nati anni fa e quindi gravati da tassi anche del 5% e oltre, lontanissimi dai livelli attuali, come ad esempio i 650.000 € che il nostro Comune è riuscito a contrarre all’incredibile tasso del 6,5% che oggi ha ancora un residuo di superiore ai 500.000 € che si aggiungono ad altrettanti 500.000 € contratti con il tasso del 5,5% e altri 300.000 € contratti con il tasso del 5,75%.

È fuor da ogni dubbio che per estinguere i debiti servono soldi, quindi questa operazione sarà un’operazione, se pur molto incentivante, non applicabile integralmente o forse anche non applicabile per nulla dal nostro comune in quanto trattasi comunque di cifre a volte anche ingenti, visti i numerosi mutui contratti negli ultimi sei anni, considerato anche la mancanza di cassa dimostrata nei bilanci di previsione 2016-2018. Sarebbe stato possibile utilizzando al meglio i “risparmi” ottenuti dalla rinegoziazione dei mutui che hanno permesso si una riduzione dell’importo delle rate da pagare, passate in un primo momento da 247.750 € annui (fino al 2021 per poi scendere a 177.000 € fino all’estinzione inizialmente prevista nel 2033) a 160.000 €, poi nuovamente incrementati dai nuovi mutui contratti e risaliti a 185.500 € però con scadenza posticipata al 2044, ai quali aggiungere altri 18.500 € per il disavanzo generato con le nuove regole contabili applicate nel 2014 che hanno portato il monte annuale a 203.000€ (+43.000 € in due anni).

Da non dimenticare che entrambe le rinegoziazioni hanno bloccato la quota capitale ma non la quota interessi. Vuol dire che per ben due semestri abbiamo pagato le rate (solo la quota interessi) senza che il debito scendesse di un centesimo di €.

Praticamente con la rinegoziazione dei mutui hanno creato altri spazi finanziari che sono stati utilizzati per creare altri mutui e oggi praticamente paghiamo pressappoco le stesse rate pagate prima della rinegoziazione, solo che mentre prima le rate si estinguevano nel 2033 adesso le abbiamo allungate fino al 2044, ben 11 anni in più di rimborsi.

Ogni giorno che passa si capisce che hanno effettivamente lavorato per i prossimi 30 anni … peccato che saranno 30 anni pieni di debiti.

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