Un bilancio di previsione molto negativo (prima parte)

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Bilancio 150 Il 21 maggio si è riunito il primo consiglio presieduto dalla neo eletta presidentessa del consiglio comunale che dirigeva i lavori di un’aula composta da 6 (sei) consiglieri, lavori che sarebbero comunque proseguiti anche senza questa illustre figura, sostanzialmente inutile, ma necessaria per poter richiedere i tanto sospirati permessi retribuiti.

Puntualizziamo che l’inutilità della figura del Presidente del consiglio si è palesata anche dal fatto che non vi è alcuna traccia nelle delibere di consiglio nelle quali viene citata solo nella parte iniziale dove il Segretario Comunale dichiara “che la seduta è presieduta dalla Presidentessa, la quale, dichiara aperta la discussione sull’argomento inserito all’ordine del giorno”.

Nella seduta sono stati quindi approvati il rendiconto della gestione per l’esercizio 2015 e il bilancio di previsione finanziario 2016-2018.

Iniziamo questo articolo segnalando la “diatriba” da parte del consigliere Laurini il quale, ribadendo l’estrema urgenza nell’istituire delle commissioni ed in particolare quella permanente di bilancio richiesto vanamente da 4 anni al fine di un maggiore coinvolgimento della comunità sulle problematiche connesse al bilancio che evidentemente la maggioranza reputa inutile e forse controproducente, dichiara di “non aver potuto materialmente acquisire le relazioni del revisore” (problema tra l’altro evidenziato anche dal consigliere di maggioranza Gismondi e dal Segretario Comunale) evidenziando tra l’altro la violazione dell’art.174 comma 1 TUEL quello che cita testualmente “lo schema di bilancio di previsione finanziario e il Documento unico di programmazione sono predisposti dall’organo esecutivo e da questo presentati all’organo consiliare unitamente agli allegati ed alla relazione dell’organo di revisione entro il 15 novembre di ogni anno”.

Inoltre secondo quando affermato dal consigliere Laurini, la relazione del revisore, non pubblicata sul sito e quindi non sappiamo quali siano le indicazioni ivi incluse, gli era stata presentata qualche giorno prima del consiglio e risultava consegnata il 19 sera (il consiglio si svolgeva il 21, 2 giorni dopo) e quindi chiedeva se erano stati rispettati i relativi termini di legge per la presentazione di tale relazione e che lui stesso, nella sua veste di consigliere di minoranza, non era riuscito ad ottenere neanche i dovuti chiarimenti in quanto la ragioneria risultava impegnata con lo stesso revisore.

Il Segretario faceva presente che era evidente che la relazione andava depositata dal revisore con maggiore tempestività ed in tempi più congrui e quantomeno corrispondenti alla data della convocazione, ma che tale situazione era stata determinata esclusivamente dal revisore il quale aveva richiesto un tempo maggiore per la disamina della documentazione del rendiconto e del bilancio, anche tenuto conto delle diffide già ricevute.

Ergo, il revisore è stato molto lento per le difficoltà incontrate nell’analizzare un bilancio molto complesso (forse volutamente complesso).

Tuttavia leggendo la delibera si scopre che, ai sensi dell’art. 11, comma 3, del D.Lgs. n. 118/2011 al bilancio di previsione devono, o meglio dovevano, essere allegati i seguenti documenti:

  1. il prospetto esplicativo del presunto risultato di amministrazione;
  2. il prospetto concernente la composizione, per missioni e programmi, del fondo pluriennale vincolato per ciascuno degli esercizi considerati nel bilancio di previsione;
  3. il prospetto concernente la composizione del fondo crediti di dubbia esigibilità per ciascuno degli esercizi considerati nel bilancio di previsione;
  4. il prospetto dimostrativo del rispetto dei vincoli di indebitamento;
  5. la nota integrativa al bilancio;
  6. la relazione del collegio dei revisori dei conti.

Tutti i documenti evidenziati in grassetto non sono stati allegati alla delibera pubblicata sul sito, quindi il nostro giudizio è parziale, anche se resta fortemente negativo.

È particolare il fatto che sia il fondo pluriennale vincolato che il fondo crediti di dubbia esigibilità sono entrambi a 0 € quando sappiamo che in realtà almeno per il fondo crediti di dubbia esigibilità (ossia quel fondo che serve a coprire le perdite di natura contabile necessarie per coprire i crediti mai riscossi, generalmente riferiti alla tariffa rifiuti) era stato quantificato per l’anno 2015 a 142.774,54€, e che qualora si fossero recuperati quota parte, anche per il 2016 saranno grossomodo gli stessi senza dimenticare che nel 2016 la quota accantonata dovrà salire dal 36% al 55% del totale ritenuto difficilmente incassabile. Comunque questo fondo è destinato a confluire nel risultato di amministrazione quindi verrà sostanzialmente indicato nel bilancio consuntivo, ossia quello di chiusura dell’anno fiscale.

Altrettanto interessanti sono le dichiarazioni estremamente di parte, come normale che sia, del consigliere Gismondi, il quale dall’alto della sua posizione snocciola dati opportunamente filtrati.

Innanzitutto dichiara che “sono stati ridotti fino al 60% dei residui attivi e passivi pregressi del comune, abbiamo ritrovato un bilancio che riportava residui attivi e passivi dal 1982 che non avevano più nessuna giustificazione giuridica, per cui vi era l’obbligo non solo giuridico ma anche morale da parte nostra di fare pulizia al bilancio”. Ma se era una questione morale relativamente importante, non si spiega il motivo per cui questa “pulizia” sia stata fatta solo il 31 dicembre 2014 sapendo che l’amministrazione è in carica dal 2012 e che è la naturale prosecuzione di quella del 2007. Cioè vogliamo fare presente al consigliere che questo residuo è diventato moralmente inammissibile solo quando è diventato un “obbligo giuridico”.

Continua …

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