Il mega caos sul bacino lacustre e annessa diga – P.r.u.s.s.t (ultima parte)

Di 21 Aprile, 2016 0 0
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Diga 150 Oggi però sorgono diversi problemi e con essi diverse domande.

Nel prospetto presentato durante il famoso articolo del Sindaco con il titolo “Ho sentito troppe falsità sul progetto” datato 2014 e pubblicato su terremarsicane (oggi diventato terreno di pubblicazione preferito da parte dell’amministrazione che dovrebbe invece parlarne con tutti i cittadini in un dibattito pubblico),  veniva allegata la relazione dei PRUSST-2.pdf” (dove il 2 non sappiamo se sta per revisione o se sia un semplice refuso), nella quale si parlava di un costo complessivo relativo al punto 7, realizzazione di una centrale idroelettrica, di ben 15 miliardi di Lire (ossia 7.746.850€).

Tuttavia nella relazione presentata al consiglio comunale scorso si parla di “soli” (si fa per dire) 8,4 miliardi di Lire (ossia 4.338.238€) sempre relativi alla realizzazione del medesimo “bacino lacustre”. Ora se il progetto è lo stesso perché si parla di cifre molto diverse? Possibile che dal 2003 ad oggi, ossia 13 anni dopo, il costo della stessa opera si è ridotto del 44%? Chiunque lavora in edilizia sa che i prezzi tendono sempre a salire e molto molto raramente scendono, e quindi è facile ipotizzare o che i progetti non sono gli stessi o c’è qualche cosa che è stato tolto dal progetto “originale”.

Inoltre se ricordate nel precedente post avevamo parlato di due articoli datati 1933, l’art. 45 e l’art. 47 dei quali bisognava tenerne conto in relazione alla nuova concessione.

Riassumendo questi articoli dicono che se si realizza un nuovo bacino lacustre e annessa diga, questo dovrà comunque garantire alla diga esistente la stessa portata di acqua utilizzata in precedenza e la stessa forza motrice. Inoltre la diga esistente non pagherà più il canone di concessione al Comune ma al proprietario dell’invaso e della nuova diga. A tutti gli effetti è come se esistesse solo la diga più grande.

Altro aspetto interessante è che nella richiesta datata 24 settembre 2015 indirizzata all’autorità di bacino che ha per oggetto “progetto per la Realizzazione di un impianto idroelettrico di piccola derivazione sul fiume Liri con annesso bacino lacustre”, troviamo altri dati importanti, in particolare l’autorità di bacino nel rilasciare il parere favorevole allega diverse prescrizioni tra le quali citiamo le più restrittive:

  • dovrà essere garantita in ogni caso la portata relativa al deflusso minimo vitale quantificato in 2.000 litri/sec,
  • e la sospensione della derivazione nei mesi di luglio, agosto e settembre.

Non sappiamo se esistono studi recenti relativi alla portata di acqua del nostro martoriato fiume. Abbiamo però uno studio che se pur datato (anni 60-68) fornisce un’indicazione della sua portata mensile, che va dai 23.450 litri al secondo di dicembre ai 7.100 litri al secondo di agosto.

Portata acque

Ma sapendo che la Futura Service dovrà captare comunque una quantità di acqua identica a quella prelevata prima della realizzazione dell’eventuale diga (evidenziata in arancio), vuol dire che alla Enersud resterà a disposizione una quantità di acqua (qui evidenziata in blu) che a molti non sembra sufficiente a mantenere in vita il progetto.

Portata

In effetti spulciando i dati dei progetti presentati in Regione si evidenzia che mentre la diga esistente utilizza moduli di captazione in grado di prelevare dai  7.920 ai 15.000 litri al secondo, la più grande avrà una capacita che va dagli 11.000 ai 18.000 litri al secondo. Cioè la nuova centrale, visto che dovrà comunque fornire la stessa quantità di acqua già attualmente utilizzata dalla centrale esistente, avrà una capacità media di appena 3.000 litri di acqua al secondo, che se pur spinta da maggior energia (visto il maggior dislivello che passa dai 5 ai circa 25 metri) produrrà circa il 30% di energia in più di quella esistente (pari a circa 550KW), quantità che sembra insufficiente a finanziare un’opera così costosa (oltre 4 milioni di €) che tra l’altro dovrà in parte essere rivenduta al Comune.

L’unica maniera per produrre una quantità di energia sufficiente ad autofinanziarsi è sottrarre totalmente o quasi totalmente le acque alla centrale esistente, violando comunque i succitati articoli di legge che sono condizione necessaria affinché sia valida l’autorizzazione dell’autorità di bacino. Insomma il famoso cane che si morde la coda. Comunque vada avremo o una nuova centrale a 1/4 della potenza o una centrale esistente inutilizzabile. Comunque vada si prevedono probabili cause legali. Una dimostrazione del pessimo lavoro svolto dall’amministrazione.

A voi le opportune considerazioni.

Riportiamo integralmente il testo degli articoli citati, in particolare l’articolo 45:

  1. Quando una domanda di concessione per un’importante utilizzazione d’acqua risulti tecnicamente incompatibile con meno importanti utilizzazioni legittimamente costituite o concesse, si può ugualmente, sentito il Consiglio superiore, sentiti gli interessati, far luogo alla concessione.
  2. In tal caso il concessionario è tenuto a indennizzare gli utenti preesistenti, fornendo loro, a propria cura e spese, una corrispondente quantità di acqua, e nel caso di impianti per forza motrice, una quantità di energia corrispondente a quella effettivamente utilizzata, provvedendo alle trasformazioni tecniche necessarie in guisa da non aggravare o pregiudicare gli interessi degli utenti preesistenti. Questi sono tenuti a corrispondere annualmente al nuovo concessionario il canone che dovevano allo Stato, ai comuni ed alle province, e, qualora, per effetto delle presenti disposizioni, siano esonerati da spese di esercizio, una quota delle spese di esercizio sopportate dal nuovo concessionario in nessun caso maggiore di quella di cui risultano esonerati.
  3. Tuttavia, quando, a giudizio insindacabile del Ministro dei lavori pubblici, sentito il Consiglio superiore, la fornitura di acqua o di energia sia eccessivamente gravosa, in rapporto al valore economico della preesistente utenza, il titolare di quest’ultima è indennizzato dal nuovo concessionario a termini della legge sulle espropriazioni.
  4. Nel caso in cui la minore incompatibile utilizzazione sia stata concessa ma non ancora attuata, il Ministro dei lavori pubblici, sentito il Consiglio superiore, stabilisce insindacabilmente, in base ai criteri enunciati nel presente articolo e tenuto conto degli scopi a cui l’utenza è destinata, in qual modo questa debba essere compensata.

Mentre l’articolo 47 cita:

  1. Quando per l’attuazione di una nuova utenza sia necessario per ragioni tecniche ed economiche, di avvalersi delle opere di presa e di derivazione di altre utenze preesistenti, si può, sentito il Consiglio superiore, accordare la nuova concessione, stabilendo le cautele per la loro coesistenza e il compenso che il nuovo utente deve corrispondere a quelli preesistenti.
  2. Con le stesse norme e condizioni si può accordare la concessione di derivare e utilizzare parte di acqua spettante ad altro utente, quando manchi il modo di soddisfare altrimenti il nuovo richiedente e la nuova concessione non alteri l’economia e la finalità di quelle preesistenti.

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