Il “conto termico”, l’alternativa vantaggiosa alla gestione esterna delle centrali termiche

Di 2 Marzo, 2016 0 0
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Efficienza energetica 150 Il 16 febbraio è stato approvato il decreto interministeriale, nato con il preciso obiettivo di promuovere l’efficienza termica, per il quale sono stati stanziati 900 milioni di € di cui ben 200 destinati alle sole amministrazioni pubbliche, decreto che entrerà in vigore dopo 90 giorni dalla sua pubblicazione (non ancora avvenuta).

Tramite questo nuovo “conto termico” sia le persone fisiche (compresi gli esercenti arti e professioni), i contribuenti che conseguono reddito d’impresa (persone fisiche, società di persone, società di capitali), le associazioni tra professionisti e gli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale tra le quali anche società in-house e cooperative sociali, potranno godere di incentivi maggiorati che oscillano tra il 40 e il 65% della spesa per l’intervento.

Una tra le novità del conto termico è la cancellazione dall’iscrizione sul registro obbligatorio per pompe di calore elettriche o a gas e caldaie a biomassa di potenza termica superiore a 500kW e la predisposizione di un catalogo di prodotti già pre-qualificati che permettono di accedere direttamente all’incentivo. A questi si aggiunge la possibilità di ottenere acconti per il pagamento degli stati di avanzamento e la possibilità di richiedere prima della realizzazione degli interventi e al ricorrere di precise condizioni la prenotazione degli incentivi con impegno all’erogazione delle risorse.

Inoltre vengono ampliati gli interventi dove è possibile richiedere l’agevolazione tra i quali si annoverano la trasformazione degli edifici esistenti nei cosiddetti “edifici a energia quasi zero”, la sostituzione di sistemi per l’illuminazione d’interni e delle pertinenze esterne degli edifici con sistemi più efficienti, la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti dotati di maggior efficienza quali sistemi ibridi a pompa di calore o generatori di calore a condensazione, l’incremento del l’isolamento termico sostituendo ad esempio le superfici lucide con superfici opache e istallando sistemi di schermatura e/o ombreggiamento di chiusure trasparenti con esposizione da est-sud-est a ovest, l’installazione di impianti solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria e/o di integrazione dell’impianto di climatizzazione invernale o sostituendo scaldacqua elettrici con scaldacqua a pompa di calore. Il conto termico rimane comunque accessibile anche sui precedenti interventi già finanziabili.

Come è facile capire esistevano ed esistono tante alternative reali che concorrono a “facilitare” la gestione in proprio degli impianti termici, come precedentemente elencati, tramite le quali ottenere le agevolazioni, ossia i cosiddetti “ecobonus”, che consistono in detrazioni IRPEF e IRES del 65% sui lavori per l’efficientamento energetico dell’immobile in parte legati al meccanismo di premialità legato ai salti di classe energetica delle abitazioni (“chi più risparmia più viene premiato”), incentivando l’intervento ad opera della stessa amministrazione sapendo altresì che queste agevolazioni sono attive fin dal 2013 e per l’anno corrente ben 200 sono destinati alle amministrazioni pubbliche.

Ma come sappiamo la nostra amministrazione comunale ha deciso di darli in gestione all’unica impresa privata che ha presentato un offerta, vincolandoci all’ormai tradizionale vincolo di 20 anni, tramite una procedura di gara per la è stato scelto il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa ai sensi dell’art. 83 del D.lgs 163/2006 valutabile sulla base di un punteggio massimo di punti 100 assegnati come segue:

  • all’offerta tecnica massimo punti 75;
  • all’offerta economica massimo punti 25.

Tutto però sembra perdere efficacia se a partecipare è un’unica impresa, la quale otterrà chiaramente il massimo dei punti.

Ma molto più interessante è la quantificazione dell’offerta economica (ossia il ribasso offerto in sede di gara). Dal bando si evince che l’importo complessivo dell’appalto posto a base di gara (illuminazione pubblica e centrali termiche) per un periodo di venti anni è pari a € 3.281.149,87 IVA esclusa (ovvero € 4.003.002,84 IVA inclusa).

Ma volete sapere l’offerta economica quale è stata?

Offerta

Avete letto bene, l’impresa ha offerto (aggiudicandosi la gara) € 3.966.537,00 ovvero ha offerto lo 0,91% di ribasso pari ad “appena” € 36.465, nella totale indifferenza dell’amministrazione comunale che evidentemente giudica vantaggiosa questa “mega” offerta di ribasso. Cioè il risparmio ottenuto dall’amministrazione per i primi 20 anni è di 36.465 € pari a 1.823 € annui. Tuttavia sembra che questo guadagno sia stato già utilizzato per i primi lavori di manutenzione che hanno comportato un incremento del relativo del capitolo di spesa del bilancio.

Tornando al “conto termico” la domanda da fare sorge spontanea, l’amministrazione ha valutato che l’impresa aggiudicatrice, che avrà sì l’onere di investire sugli impianti termici, potrà contare su due potenziali fonti di guadagno e non su uno:

  • quello ottenibile dopo l’efficientamento energetico, ad esempio tramite la sostituzione le centrali termiche inefficienti o la riduzione delle dispersioni termiche in parte probabilmente già ottenuto con la dismissione della ex scuola media alla quale seguirà quella della scuola materna “gentilmente realizzata” a spese del comune che dovrebbero offrire una migliore efficienza termica;
  • e quello ottenibile tramite l’ecobonus che permette di detrarre fino al 65% delle spese di investimento.

Per ultimo non bisogna dimenticare che esiste un decreto di attuazione della Direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica che elenca una serie di proposte di interventi volte principalmente a promuovere e migliorare le procedure che consentono il risparmio energetico tramite l’istituzione di un fondo nazionale per l’efficienza energetica con il quale si possono finanziare interventi coerenti con il raggiungimento degli obiettivi nazionali di efficienza energetica quali: la riqualificazione energetica degli edifici di proprietà della Pubblica Amministrazione; la realizzazione di reti per il teleriscaldamento e/o per il teleraffrescamento; l’efficientamento energetico di servizi ed infrastrutture pubbliche, compresa l’illuminazione pubblica; l’efficientamento energetico di interi edifici destinati ad uso residenziale, compresi gli edifici di edilizia popolare. Il fondo sarà finanziato con circa 70 milioni di euro annui nel periodo 2014-2020.

La scelta di affidare gli impianti esternamente nonostante fossero attivi una serie di agevolazioni è sempre più incomprensibile e a questo punto è lecito domandarsi se questa decisione non abbia creato un danno alle casse comunali sia per aver “mancato” le agevolazioni sia perché alcune di queste potranno essere richieste dall’impresa vincitrice.

In effetti all’articolo 22 del capitolato di gara è espressamente previsto che “l’Amministrazione Comunale autorizza, sin d’ora, la ditta aggiudicataria a fruire degli eventuali contributi e/o finanziamenti sugli impianti di cui agli allegati che durante la durata del Servizio, potrebbero essere concessi da Pubbliche Amministrazioni (come ad esempio: Regione, Amministrazione Provinciale, Enti Italiani e Europei) al fine di agevolare gli investimenti nel settore“.

Giorno dopo giorno sembra sempre meno “conveniente” questo affidamento esterno.

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