Un regolamento comunale da “rivedere”.

Di 10 Febbraio, 2016 0 0
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Pari-opportunità-150 Come sapete il 21 novembre l’amministrazione comunale ha approvato con delibera del consiglio n. 42, con un unico voto contrario (Laurini con Buffone e Capoccitti assenti), le modifiche al regolamento comunale introducendo all’art. 29 bis la figura del “presidente del consiglio comunale e del vice” generalmente prevista per comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti ovvero 4 volte la dimensione del nostro modesto comune, sollevando non pochi dubbi sulla reale necessità di simili figure in un periodo dove il numero dei consiglieri si è ridotto a meno della metà, passando da 16 a 7, con un numero di riunioni mensili molto limitate.

Ad oggi non sappiamo se sia stato nominato qualcuno, tuttavia crediamo di no visto che è una scelta che spetta al consiglio comunale e sembra che non sia stato ancora pubblicato nulla in merito, ma vogliamo far presente che questa figura è comunque “retribuita” in quanto prevede un compenso che corrisponde al 10%1 dell’indennità del Sindaco. Quindi oltre alla futilità di una si fatta figura vi è anche la necessità di procedere comunque al pagamento di un compenso (fermo restante la probabile applicazione dell’invarianza di gettito).

Oltre all’istituzione di questa figura, è stato introdotto l’articolo 16 bis sulle pari opportunità che cita testualmente “L’articolo 1 della citata legge 23 novembre 2012, n. 215 ha modificato l’articolo 6 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali), recante la disciplina degli statuti comunali e provinciali; in particolare, per effetto della modifica intervenuta, il nuovo testo dell’articolo 6, comma 3, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 afferma che lo statuto deve garantire, e non più solo promuovere, la presenza di entrambi i sessi nelle giunte e negli organi collegiali non elettivi del comune, nonché negli organi elettivi degli enti, aziende ed istituzioni da esso dipendenti”

Nessuna citazione però dell’art. 1 comma 137 della Legge 56/2014 il quale prevede “nelle giunte dei comuni con popolazione superiore a 3 mila abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40% con arrotondamento aritmetico”. Chiaro che questa modifica influisce sulle giunte nominate dopo l’entrata in vigore della Legge. Tuttavia sembra che se si procede alla nomina di un nuovo assessore o se ne sostituiscono alcuni, il Sindaco non può ignorare tale obbligo. Sappiamo che ad aprile, dopo le dimissioni di Capoccitti, è stata nominata assessore esterno Giorgi. Tuttavia nonostante la nomina dell’unico componente femminile, la percentuale resta ben al disotto del 40% percentuale che si ottiene, secondo prevalente giurisprudenza, includendo nel calcolo degli assessori anche il sindaco, a garanzia della rappresentanza di genere. Quindi, Balsorano: Giunta composta da 4 componenti. 40%= 1,6. Con arrotondamento aritmetico =2. Anche nella successiva nomina di Vice-Sindaco attribuita a Tuzi questa percentuale non è stata rispettata.

Già il T.A.R. del Lazio nella sentenza 8206 del 11-09-2013 accoglieva il ricorso presentato da un consigliere procedendo all’annullamento dei provvedimenti impugnati e il conseguente dovere dell’Amministrazione comunale di provvedere alla rinnovazione degli organi interessati dall’annullamento, alla stregua delle considerazioni svolte in motivazione, peraltro ferma restando la legittimità degli atti adottati medio tempore e fino alla ricostituzione dei nuovi organi alla stregua di un criterio di continuità dell’azione amministrativa.

L’unica deroga alla presente disposizione è dovuta all’espressa rinuncia da parte del consigliere in questo caso Margani alla nomina in giunta.

Morale della favola. Il regolamento non rispetta a pieno la legge sulle pari opportunità visto che ha ignorato quanto previsto dalla Legge 56/2014. La consigliera Margani ha diritto di entrare in giunta in qualità di assessore o vice-sindaco/assessore. Il comizio del Margani senior ci fa pensare che nonostante le mancate promesse pre-elettorali non abbia ottenuto nessuno dei due posti. Nonostante ciò non sappiamo se ignori quanto previsto dalla Legge o è stranamente trattenuta nel far valere i propri diritti che sono possibili semplicemente impugnando le nomine successive all’entrata in vigore della succitata legge, chiedendo un rinnovo perequativo degli elementi della giunta.

Evidentemente preferisce restare nel limbo, con “un piede dentro e un piede fuori”, lasciando comunque di fatto libero gioco all’amministrazione che con il suo voto contrario avrebbe vita breve, probabilmente pensando più ad un ritorno personale che agli interessi della popolazione ed ignorando al contempo il grido di allarme lanciato dal suo mentore.

1 valore corretto il giorno 27-02-2016, precedentemente era stato indicato un indennità pari al 30% di quella del sindaco per errate informazioni prelevate sulla rete.

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