La centrale di committenza. Un’occasione per fare altre nomine.

Di 15 Febbraio, 2016 0 0
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Auto promozione 150 Con delibera n.46 del 28 novembre 2015 il comune di Balsorano ed i comuni di Civita D’Antino, San Vincenzo Valle Roveto e Morino si sono uniti in regime di convenzione per creare una Centrale di Committenza dove il comune di Balsorano ne è l’ente capofila.

La centrale di Committenza è stata prevista dall’art. 33 del D.Lgs n.163/2006 il quale prevede che “i Comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti … affidano ad un’unica centrale di committenza l’acquisizione di lavori, servizi e forniture…”.

Tuttavia lo stesso D.Lgs prevede che la nuova disciplina “si applica alle gare bandite successivamente al 31 marzo 2012”, termine prorogato di dodici mesi dall’art. 29 del D.L. 29 dicembre 2011, n. 216, e che da quel momento in poi non è più possibile bandire gare d’appalto in via autonoma ma devono necessariamente ricorrere alle centrali di committenza.

E qui sorge il primo problema. Se la Legge ha fissato un limite massimo (31 marzo 2013) perché si è arrivati alla sua applicazione con oltre 2 anni e mezzo di ritardo mentre in rete si trovano delibere simili datate 2013? Le gare d’appalto bandite dal 31 marzo 2013 al 28 novembre 2015 violano la legge ma sono comunque legittime? Possibile che quando le leggi cambiano, le amministrazioni hanno così tanta flessibilità da applicarle a proprio piacimento? Aspettiamo che qualcuno faccia luce su questi legittimi quesiti.

Proseguendo si legge che la gestione associata riguarda tutte le procedure di affidamento, compreso i cottimi ad esclusione di quelli con importo sotto una certa soglia che rimane attribuito al singolo comune (40.000€).

Tuttavia non tutto è demandato al centrale di committenza visto che restano di esclusiva competenza dell’Ente che avvia la procedura sia la fase che precede la pubblicazione del bando o della lettera d’invito (programmazione e scelta discrezionale dei lavori, dei servizi e delle forniture da acquisire, approvazione progetti etc) sia la fase che segue all’aggiudicazione definitiva (quali stipula del contratto, consegna lavori, direzione lavori, contabilità, collaudo). Poi si elencano diverse esclusioni che riguardano ad esempio gli incarichi legali, i contributi, concessione servizi etc.

La centrale di committenza si riduce quindi “a centro di approvvigionamento di beni e servizi standardizzati per i quali non vigano diversi obblighi di acquisizione”. Beni e servizi che è comunque possibile ottenere attraverso gli strumenti elettronici di acquisto gestiti da Consip S.p.A., evitabile solo qualora il costo di questi beni e servizi ottenibili al di fuori del Consip siano minori rispetto ad analoghi beni o servizi già inseriti nel Consip.

Quindi non sembra proprio un lavoro eccessivamente impegnativo. Ma siamo sicuri che questa Centrale sia utile comunque a ridurre i costi, visto che comunque la si è ignorata per oltre due anni e mezzo?

Proseguendo la lettura del documento si stabilisce che la costituzione della Centrale di Committenza utilizzerà professionalità esistenti già in servizio presso l’Ente medesimononché quelle professionali in servizio presso i Comuni aderenti con funzioni corrispondenti ai profili professionali richiesti, senza aggravio di spesa sui bilanci. Ma siamo sicuri che sia proprio così? Vedremo che non è proprio così semplice.

Abbiamo visto come per ogni lavoro pubblico, il R.U.P. (responsabile del procedimento) ha diritto al 2% dell’ammontare dei lavori. La centrale di Committenza non annulla la disciplina del R.U.P., da solo la possibilità di ripartire questo compenso su tutti i comuni associati. Ma sempre del 2% parliamo e il fatto che possa essere distribuito a più soggetti non ne riduce l’ammontare, anche se in realtà sarà probabilmente incassato dall’ufficio che di volta in volta avrà avviato la pratica. Anzi in realtà si parla di eventuali “eccedenze” che verranno “ripartite con accordo stipulato dai Sindaci dei comuni consociati”. Resta facoltà dell’ente la nomina del R.U.P. individuandolo per ogni lavoro, fornitura o servizio nella figura del responsabile del servizio interessato all’espletamento della procedura di affidamento. Quindi per questo aspetto non si avrà alcun risparmio se non “eccedenze”.

Ci sarà inoltre un piccolo ristoro delle spese sostenute dal Comune di Balsorano (200,00€ annuali per ogni comune associato) ma in aggiunta ciascuno dei comuni associati versa una somma pari all’uno per mille dell’importo annualmente posto a base delle procedure di affidamento concluse con provvedimento di aggiudicazione definitiva efficace. Questo vuol dire che in un’ipotetica gara aggiudicata per un lavoro ad esempio per il Comune di Balsorano, gli altri 3 comuni dovranno versare l’1 per mille ciascuno al comune di Balsorano (ivi compreso Balsorano) come contributo forfettario, ossia uno 0,4% in più. Quindi se pur di poco ogni lavoro dovrebbe costare di più.

Ma veniamo al nocciolo della questione, le nomine.

Con protocollo n. 451 del 29.01.2016 il Sindaco di Balsorano, in qualità di ente capofila, ha nominato responsabile R.A.S.A. (anagrafe per la stazione appaltante) il dirigente del servizio lavori pubblici Ing. Pietro Mazzone, che ricordiamo ha un contratto a tempo determinato ed è stato coinvolto direttamente nella precedente sentenza della Corte dei Conti contrassegnandolo come “figura superflua in un comune di così ridotte dimensioni”. L’Ing. Mazzone avrà comunque “l’arduo” compito di verificare e/o compilare e aggiornare, almeno annualmente, le informazioni e i dati identificativi della stazione appaltante stessa. Ma mentre negli altri cumini la nomina non dà diritto di alcun compenso economico specifico od aggiuntivo, per questo tipo di incarico si scrive “ritenuto che, alla luce dei nuovi compiti e delle maggiori responsabilità di cui lo stesso è investito per effetto della presente nomina potrà essere prevista una nuova pesatura delle posizioni organizzative”. Quindi sono comunque possibili incrementi extra contrattuali.

Successivamente con protocollo n. 684 del 10.02.2016 il Sindaco di Balsorano, sempre in qualità di ente capofila, ha nominato i responsabili della centrale unica di committenza indicando i seguenti membri:

  • Pietro Mazzone (Lavori pubblici);
  • Luigi Tuzi (Edilizia);
  • Antonio Villa (Servizi sociali);
  • Massimo Marchionni (Tributi e finanziario);
  • Angelo Mascolo (segreteria),

quindi mentre in molti altri comuni questa posizione è assegnata ad un unica figura, per non scontentare nessuno sono stati direttamente coinvolti tutti coloro che hanno un ruolo di responsabilità all’interno dell’amministrazione che potrebbero comunque intervenire nella stesura dell’eventuale gara (ad esempio oltre al succitato Ing., potrebbe ad esempio intervenire il Sig. Marchionni in qualità di referente presso la CdP, o il Sig. Antonio Villa in qualità di responsabile dei servizi demografici etc). Ma credete che anche loro non godranno di probabili compensi extra? Certo che si, visto che anche in questo caso si scrive “ritenuto che, alla luce dei nuovi compiti e delle maggiori responsabilità di cui lo stesso è investito per effetto della presente nomina potrà essere prevista una nuova pesatura delle posizioni organizzative”.

Cioè per tutti (in realtà per l’Ing. Mazzone vale doppio) è possibile un incremento extra stipendio per svolgere lavori che fino all’applicazione del regolamento probabilmente già svolgevano senza ulteriori compensi.

Chiaro se tutto fosse trasparente non avremmo nulla da obbiettare, ma con l’oscurantismo che circonda l’amministrazione probabilmente non sapremmo mai se per svolgere questi lavori questi “nominati” percepiranno altri compensi, che sicuramente in un periodo di crisi economica fanno sempre comodo, ma che stridono ai cittadini che lavorano e sono mal pagati o che non lavoro e che vivono quotidianamente la crisi economica, crisi economica che sembra non intaccare quell’edificio ne chi ci vivacchia intorno.

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