Venghino signori venghino …. è tutto in “svendita”

Di 22 Dicembre, 2015 0 0
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Vendita bosco Siccome le brutte notizie non vengono mai sole, dopo il piccolo “regalo” fatto ai cittadini con l’incredibile voltafaccia sulla Tari, siamo qui a descrivere l’ennesima assurdità di questa amministrazione. Ci scusiamo se l’articolo è molto lungo ma siamo consapevoli che durante questi giorni di festa si ha prima o poi la possibilità di leggerlo tutto.

Il 17 dicembre è stato pubblicato un bando con oggetto “procedura aperta per la concessione della gestione forestale dei boschi demaniali comunali”, gara attraverso la quale il comune affida tutta la sua superficie forestale a propria disposizione, ovvero 3.187,86 ettari, in concessione per una durata pari a 20 anni. Avete letto bene oltre 3.187,86 ettari di bosco pari a 31.878.600 di mq di superficie boschiva (compreso 144 ettari di ulivo) di cui ben 1.227,33 ettari interessati al taglio 21-02-2016.

Il valore della gara si è desunto da una stima presunta del materiale legnoso non ancora utilizzato e da utilizzare nel prossimo ventennio come previsto nel Piano di assestamento forestale 2010/2019 in versione preliminare in corso di approvazione presso la Regione Abruzzo e quantificato in 50.000€ di canone annuo per 20 anni.

Ci siamo domandati se sono tanti o sono pochi ma soprattutto se una decisione come questa, che vincolerà per oltre 20 anni tutta la superficie boschiva, possa essere presa senza avvisi pubblici adeguati e senza consentire a tutti i cittadini di poter intervenire ed esprimere la propria posizione prima ancora di poter emettere il bando dando la massima pubblicità possibile, anche attraverso manifesti, dibattiti pubblici, riunioni etc.

Di concessioni ventennali ne abbiamo avuto già esperienza, passando dal disastrato CAM, alla Segen (dove nonostante la raccolta differenziata fatti dai cittadini, il costo del servizio è ancora molto lontano da quello pre-differenziata), a quella più recente relativa all’illuminazione pubblica per la quale scopriremo già quest’anno quanto ci è costata in termini di maggiori oneri dovuti per la “manutenzione straordinaria” a carico dell’amministrazione.

Comunque tornando al bando, L’amministrazione comunale si prefigge di ottenere la cosiddetta “gestione eco-sostenibile dei boschi” incentrata soprattutto nel taglio del legname, quindi alla manutenzione ordinaria del bosco, senza tuttavia prevedere obblighi specifici ad eccezione del pagamento e delle relative polizze, condizione che ci fa presumere che tutta questa operazione sia stata messa in piedi per meri obiettivi di cassa senza tra l’altro specificare la destinazione di questo canone.

Nel bando di gara viene quantificato il patrimonio boschivo utile pari a 3.187,86 ettari così composti:

  • boschi di faggio produttivi: 1.133,89 ettari;
  • boschi di faggio protettivi: 694,34 ettari;
  • cedui (boschi tagliati ogni 10/30 anni) misti produttivi: 85,48 ettari;
  • cedui misti protettivi: 589,55 ettari;
  • lecceta protettiva: 449,46 ettari;
  • rimboschimenti di conifere: 90,61 ettari;
  • oliveti: 144,53 ettari.

Avete letto bene, secondo il bando di gara vengono dati in gestione anche gli uliveti, tant’è vero che viene riportato “l’estensione complessiva della proprietà forestale comunale data in gestione, in generale, ammonta ad Ha 3.683,04 (superficie catastale), di cui Ha 3.187,86 di superficie forestale” e se fate la somma vedrete sono stati sommati anche gli uliveti. Ma tralasciamo questa svista.

L’amministrazione ha quindi proceduto ad una stima per “quantificare l’entità del canone di concessione, quale equo indennizzo spettante alla collettività per la gestione del patrimonio forestale pubblico”. Questo valore è costituito dal macchiatico ovvero secondo l’amministrazione “la massa legnosa in piedi ricavabile per la vendita, maggiorato dalla massa legnosa di accrescimento sottraendo il rischio di incendio” (tuttavia non è questa la descrizione corretta del macchiatico, che daremo successivamente).

Comunque sempre secondo il bando di gara si stima un “quantitativo di legname asportabile compreso l’accrescimento” pari a:

  • boschi di faggio produttivi: 100mc/ettaro;
  • boschi di faggio protettivi: 0mc/ettari;
  • cedui (boschi tagliati ogni 10/30 anni) misti produttivi: 100mc/ettaro/30;
  • cedui misti protettivi: 0mc/ettari;
  • lecceta protettiva: 0mc/ettari;
  • rimboschimenti di conifere: 100mc/ettaro.

Mentre per il valore di macchiatico si è valutato un “prezzo medio ricavato da un generico prezzo di vendita più recente disponibile, avente caratteristiche simili pari a 8,15€/mc, ritenuto congruo”. Su quale basi sia congruo non lo sapremo mai.

Quindi il complessivo valore ammonta a

  • 1.133,89+2,85+90,61=1.227,35
  • 1.227,35x100mc=122.735mc
  • 122.735*8,15€=1.000.290€
  • 1.000.920€:20=50.014€ annui

Ma vogliamo sollevare alcuni dubbi.

Primo (fondamentale). Una decisione del genere va discussa con i cittadini. Il bosco è un bene civico e quindi come tale appartiene a tutti e non è corretto che poche persone possano prendere decisioni che riguardano tutti senza informare adeguatamente la popolazione obbligandoci tra l’altro all’ennesimo vincolo ventennale.

Secondo. Non è stata realizzata alcuna consulenza tecnica. Altre gare simili sono state integrate da consulenze specialistiche che prevedevano:

  • descrizioni delle zone;
  • ambiente climatico;
  • caratteristiche floristiche;
  • stato vegetativo e fitosanitario;
  • aree di saggio;
  • il volume dei fusti in piedi;
  • il volume di biomassa legnosa ricavabile da un determinato soprassuolo a maturità;
  • il tasso di accrescimento nel tempo …

Terzo. Il valore del macchiatico è erroneamente definito e probabilmente erroneamente calcolato. Il valore del macchiatico è la differenza tra il prezzo di mercato dei prodotti trasformati e le spese necessarie per la trasformazione stessa. Quindi è la differenza tra la stima dei ricavi e la stima dei costi (taglio, carico e trasporto, assicurazione, etc). Non è invece il valore della “massa legnosa in piedi ricavabile per la vendita, maggiorato dalla massa legnosa di accrescimento sottraendo il rischio di incendio” come dichiarato nel bando di gara.

Comunque il Comune lo valuta 8,15€/mc ovvero 8,15€/1,05t (visto che si può presumere che 1mc corrisponde ad 1,05t di legno di faggio), che equivale a 0,776€/1ql, avete letto bene neanche 80 centesimi di € a quintale.

Un po’ pochino non pensate?

Cosa “curiosa” e che se prendiamo gare simili otteniamo valori molto più alti. Il comune stima 100mc/ettaro, quindi 10 ettari dovrebbero fruttare circa 1.000mc che corrispondono a 8.150€. Abbiamo quindi preso in paragone 2 gare molto simili, la prima prevedeva un ricavo medio pari a 20.389€ per 10 ettari (250% in più), la seconda addirittura 45.880€ sempre per 10 ettari (563% in più). Quindi o è troppo basso il valore macchiatico o la stima di 100mc/ettaro è eccessivamente prudenziale.

Per rendere le cose ancora più chiare. Il valore del macchiatico è talmente variabile che può andare da 5,08€/mc a 39,72€/mc. La stima di 8,15€/mc sembra eccessivamente bassa. Sarebbe stato quindi più corretto chiedere una consulenza tecnica per avere una stima reale, che per noi sarebbe sicuramente risultata più alta.

Quarto. A dimostrazione del valore forse troppo basso, abbiamo rintracciato un bando di gara sempre pubblicato dal comune di Balsorano (determina 98 LL.PP. del 14/08/2014) con oggetto “vendita di materiale legnoso relativa ad un bosco di faggio”. In questa gara, tramite un progetto preliminare, si stimava il valore del bosco, posto quindi a base di gara e pari a 139.872 €, stimato su una superficie 42,11 ettari. Netti al comune sarebbero andati 115.388 € (ricavi di gara – tutte le spese).

Se si fa il rapporto tra 115.388 e gli ettari oggetto di gara si ottiene 115.388/42,11=2.740€/ettaro ossia 27.400€ per 10 ettari, un valore reale confermato anche dal fatto che è compreso tra i due valori presi a campione (20.389€ e 45.880€).

Nella gara attuale, il comune stima invece un ricavo, sempre relativo allo stesso tipo di bosco (faggio), pari a 8,15×100=815 €/ettaro (8.150 € per 10 ettari) che corrisponde ad un mega sconto del 70%, rispetto a quanto chiesto per una gara simile neanche un anno prima.

Quinto. Anche prendendo una gara simile proposta da un’altra amministrazione notiamo molte differenze, se pur le premesse siano le stesse,

Comune di BalsoranoAltro comune
Programma. Piano di taglio in bozza versione 1 che va dal 2010 al 2019 (metà concessione) e non ancora approvato dalla Regione.Programma. Piano di taglio approvato prima della pubblicazione del bando e copre tutta la durata della concessione. 
Occupazione. Nessuna richiesta occupazionaleOccupazione. Assumere localmente almeno n. 10 (dieci) operatori a tempo determinato con la formula delle 151 gg/anno (per complessive 10 x 151=1510 giornate lavorative annue) più ulteriori n. 6 (sei) operatori a tempo determinato con la formula delle 101 gg/anno (per complessive 6 x 101=606 giornate annue), per le attività di vigilanza, custodia e manutenzione del bosco e dei demani concessi in uso, salvo modifiche sul numero di operai in sede di convenzione
Clausola di salvaguardia. In caso di mancato pagamento di uno o più canoni annuali da parte della società, per cause ad essa imputabili, il Comune, potrà procedere a sospendere l’esecuzione di eventuali tagli in corsoClausola di salvaguardia. In caso di ritardo nel versamento delle rate trimestrali, superiore ai 60 giorni, il contratto stipulato tra le parti si intenderà risolto di diritto, e l’Amministrazione Comunale ritorna immediatamente in possesso dei boschi comunali, fatta salva la richiesta dei maggiori danni provocati al Comune
Obblighi e responsabilità procedere al taglio del bosco secondo i “Piani di taglio” programmati, secondo Piani di taglio appositamente
redatti e/o dal Piano di Gestione ed Assestamento Forestale che restano non ancora approvati dalla Regione e in bozza 21-02-2016

Obblighi e responsabilità, tra i quali

effettuare i tagli secondo le autorizzazioni della Regione ed in base ad appositi progetti di taglio delle particelle forestali presentati dall’Amministrazione Comunale tramite il PAF;

non opporsi  alle attività che il Comune intenderà porre in essere nelle aree boschive (attività edilizie,turistiche);

a tenere sgombri i passaggi e le vie nella tagliata in modo che vi si possa transitare liberamente;

a riparare le vie, i ponti, i ponticelli, i termini, le barriere, le siepi, i fossi, ecc. danneggiati o distrutti e qualunque altro danno arrecato al bosco nel taglio e nel trasporto del legname;

ad esonerare comunque l’Amministrazione Comunale anche verso terzi e qualunque fatto derivante dall’utilizzazione dei predetti passaggi;

a non realizzare tettoie, capanne e altri manufatti senza autorizzazione dell’Amministrazione comunale etc…..

 Sanzioni. NessunaSanzioni. La violazione di uno o più di tali impegni, previa diffida, comporterà l’applicazione di una sanzione, a titolo risarcitorio, da € 500,00 ad € 10.000,00, a seconda della gravità della violazione perpetrata.
Valore a base di gara. 1.000.000€ per 20 anni per 1.227 ettari di boscoValore a base di gara. 1.000.000€ per 10 anni (ricavo realizzato in metà del tempo) per 550 ettari di bosco (-55%)

Non sono differenze di poco conto.

Riassumendo, il comune emana un bando di gara per una concessione di un bene civico:

  • senza aprire un dibattito pubblico con i propri cittadini;
  • senza richiedere una consulenza tecnica specialistica;
  • prendendo un valore macchiatico, erroneamente definitivo, ricavato da un generico prezzo di vendita più recente disponibile avente caratteristiche simili, che non significa nulla visto che potrebbe essere un valore comunque lontano da quello reale perché si basa su presupposti che potrebbero essere del tutto errati e che comunque mal si adattano al nostro contesto;
  • prendendo a campione l’unico caso reale che riguarda proprio una parte di questa concessione, si scopre che la perizia di stima ha evidenziato un valore superiore di oltre 3 volte rispetto a quello attualmente stimato;
  • le uniche garanzie pretese dal comune sono quelle relative alle cauzioni e al pagamento del canone ma nessuna è richiesta in relazione ai numerosi obiettivi prefissati, ne sulle modalità di taglio, di indennizzo, o sugli obblighi, sull’occupazione etc.

Quindi dopo aver “perso” la gestione dell’acquedotto (dato ad un ente tecnicamente fallito), affidato la gestione dei rifiuti ad un consorzio che, nonostante la differenziata fatta dai cittadini, costa oltre 100.000€ in più rispetto alle periodo pre-differenziata, “regalato” l’impianto di illuminazione ad un’azienda che rientrerà dall’investimento molto, molto prima dei 20 anni di concessione, tra meno di un mese affiderà tutta la superficie boschiva ad un’azienda privata in cambio di un piccolo “contributo” senza grandi pretese. Non resterà che concedere anche le strade e il comune diventerà unicamente un ente di riscossione.

L’ennesima dimostrazione di un’amministrazione che si dimostra nuovamente incapace di gestire in conto proprio i suoi beni, incapace di pensare iniziative più intelligenti di quelle che non prevedono la cessione di tutti i propri asset, per di più svendendoli, ma talmente autoritaria da sentirsi libera di decidere senza chiedere ai suoi cittadini.

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