Lo spreco nelle spese legali delle amministrazioni

Di 23 Ottobre, 2015 0 0
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Buttare soldi 150

Secondo un recente studio della società Demoskopika dal titolo «Pasticcione, equilibriste, pignole: le regioni italiane alla prova dell’esborso da contenzioso» negli ultimi cinque anni le amministrazioni pubbliche hanno speso oltre 2 miliardi per le sentenze amministrative e civili in conseguenza di cause perdute, oltre un milione al giorno. Poco più di 127 mila euro l’esborso medio per ente locale in Italia.

Secondo gli autori della ricerca nel 2014 si è assistito ad un aumento delle spese pari al 29% rispetto al 2013 e che per i primi 8 mesi del 2015 le spese per le liti con il personale dipendete, i fornitori e i cittadini ammontano già a 146 milioni di €. In particolare, i costi sostenuti dallo Stato ammontano a 1.149 milioni di euro (52,5% del costo complessivo), mentre Regioni e amministrazioni locali hanno speso 1.039 milioni: 538 i Comuni (24,6%), 389 le Regioni (17,8%) e 112 milioni le Province (5,1%).

La voce principale riguarda le condanne per le forniture di servizi (719 milioni di €) staccando di molto la seconda tipologia di cause perse ossia le cause di lavoro (179 milioni di €). Questi sono seguiti dai 133 milioni di € per gli esborsi verso i fornitori, 118 milioni per gli oneri derivanti da rapporti con terzi.

Secondo lo studio, “lo Stato, e gli enti locali, sembrano poco interessati a difendersi in modo congruo rispetto a una vera valanga di contenziosi che nascono dagli sbagli della pubblica amministrazione. Non si rendono conto che più passano gli anni e più aumentano interessi e spese legali da risarcire. Soprattutto non si rendono conto di quanto sia fattibile il ricorso alla legge o se sia meglio cercare un accorto extragiudiziale in grado di accontentare tutti” e spesso gli accordi vengono presi quando ormai la “frittata è fatta”.

Per questi motivi e alla luce delle recenti determini comunali che pubblichiamo in ordine cronologico di pubblicazione:

  • determina n.11 del 29.08.2015, vertenza Tuzi Gino ed altri contro il Comune di Balsorano quest’ultimo soccombente nel 2012 e nel 2014 sottoposto ad un procedimento di esecuzione per l’assegnazione della somma complessiva di 5.765,57 €. L’Avv. Valerio Catenacci incaricato dall’amministrazione procederà alla deflazione della vertenza (probabilmente una riduzione dell’importo da erogare o delle “pretese” del Sig. Tuzi Gino) evitando “ulteriori contenziosi che potevano profilarsi a carico del comune”. Tuttavia per questa operazione di transazione stragiudiziale, redazione parere e redazione atto transattivo verrà liquidato all’Avvocato Catenacci la somma di  5.598,32 € (sperando che non sia solo il suo onorario). In fondo all’articolo troverete un breve riassunto dei fatti che dimostrano quanto si possa essere eccessivamente pretestuosi;
  • determina n.12 del 04.09.2015, la già discussa sentenza del Corte d’Appello dell’Aquila che vedeva il dipendente Tuzi Luigi contro il Comune di Balsorano. Il comune, già soccombente in primo grado affiancherà all’Avv. Merli l’Avv. Catenacci per procedere contro la sentenza di condanna. Per tale incarico verranno stanziati inizialmente 2.000€ per ciascuno. Come sappiamo qualche mese dopo si cercherà un accordo con il dipendente e all’Avv. Catenacci verrà riconosciuto un compenso pari a 3.647,80€;
  • delibera di giunta n.70 del 19.09.2015 causa Vitale Mario Vs Comune di Balsorano per riconoscimento spese legali da soccombenza giudiziale. Anche in questo caso con giudizio n°668/2012 il Comune esce perdente e viene condannato a pagare le spese legali del Sig. Vitale Mario che ammontano a 1.598,60€, ma solo dopo minaccia di pignoramento il Comune prenderà accordi per la liquidazione del dovuto;
  • determina n. 14 del 22.09.2015 ossia il “famoso” contenzioso TAR Abruzzo Ericsson Telecomunicazioni s.p.a. Vs Comune di Balsorano che riguardava l’antenna di telefonia istallata presso il campo sportivo. Per quell’incarico il Comune assume un impegno di spesa a favore dell’Avv. Piergiorgio Merli il quale incasserà 3.000€ per un udienza dove il Comune di Balsorano NON si costituiva,

presenteremo quindi a breve un nuovo accesso civico (sollecitando al contempo la risposta per il precedente) con richieste precise riguardanti la consistenza del Cap/Art. 138/1 del bilancio comunale denominato “spese per incarichi legali” e la sua evoluzione negli ultimi bilanci affiancata da una richiesta su una relazione sulle performance degli avvocati incaricati dal Comune.

Ricordiamo che per “performance” si intende il “contributo” che un’entità apporta attraverso la propria azione al raggiungimento delle finalità e degli obiettivi e, in ultima istanza, alla soddisfazione dei bisogni per i quali l’organizzazione è stata costituita.

Sarebbe utile, almeno in futuro, al fine di ottenere un migliore risultato, definire gli obiettivi alla luce dei valori attesi di risultato e delle risorse necessarie e qualora si decidesse l’extrema ratio delle vie legali, ci auguriamo che si possano eseguire monitoraggi al fine di procedere celermente a correttivi evitando di procedere  e allungare il contenzioso solo per pignoleria e/o presunzioni illegittime che comportano comunque un aggravio di costi.

Questo ad esempio si è verificato nella sentenza Tuzi Gino al quale veniva espropriato, tramite un decreto di occupazione d’urgenza, un terreno per la realizzazione di n. 74 alloggi presso la località S.Angelo. Nonostante ciò l’area non veniva mai occupata né dal comune né dall’Ater. L’Ater nel gennaio 2003 presentava una nota al comune con la quale dichiarava che l’area espropriata doveva essere reimmessa in possesso al legittimo proprietario. Nel novembre 2003 l’Ater ribadiva che il comune di Balsorano avrebbe dovuto deliberare la re-immissione del terreno. Nel 2004 il Sig. Tuzi Gino avviava autonomo giudizio presso il Tribunale di Avezzano. Nel 2012 il comune veniva condannato. Segue un procedimento di esecuzione nel 2014 e un accordo nel 2015. Bastava chiuderla nel 2003 (dopo le note dell’Ater) o al massimo dopo la sentenza di condanna del 2012 invece di aspettare il 2015, dopo aver ottenuto un procedimento di esecuzione e un pignoramento presso le casse del Tesoriere di 6.536,35 €. Avremmo risparmiato un bel po’ di spese legali, ma fino a quando queste vengono dalle casse comunali non c’è alcuna necessità di evitarle.

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