Interessante controproposta sull’abolizione dell’Imu e della Tasi delle abitazioni principali

Di 14 Settembre, 2015 0 0
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Ricco e povero 150 “La detassazione della prima casa costituisce una forzatura: le prime case non sono tutte uguali, c’è la casa popolare e la grande villa … la condizione economica degli affittuari è (spesso) peggiore di quella di chi è proprietario della casa di abitazione … si conseguenza cancellare con un colpo di spugna Tasi e Imu sull’abitazione principale -come ha promesso il premier Matteo Renzi- significa favorire i contribuenti più ricchi”.

Queste e altre considerazioni hanno fatto nascere la controproposta dell’ex ministro delle Finanze Vincenzo Visco e dell’ex premier e segretario del Pd Pierluigi Bersani alla riforma della Tasi sbandierata da Renzi, ma subito criticata da Bruxelles.

Non si tratta di una proposta singola ma di tanti piccoli interventi quali, l’esenzione dalle tasse solo le case di minor pregio (circa un terzo del totale), eliminazione delle imposte sui canoni di affitto, taglio imposta di registro, ipotecaria e catastale, etc. Le risorse si troveranno, in parte, con la rimodulazione dell‘imposta di successione e una patrimoniale sulle ricchezze superiori ai 500mila euro.

In effetti negli ultimi anni i Comuni, alle strette per la riduzione dei trasferimenti dal governo centrale, si sono rifatti aumentando l’imposizione sugli immobili non residenziali e sulle seconde case e, in molti casi, non applicando le detrazioni Tasi.

Per aumentare l’equità sarebbe cruciale la riforma del catasto ma dalle simulazioni effettuate le rendite sarebbero salite di molte costringendo quindi i responsabili degli uffici tributari ad abbassare le aliquote per mantenere “l’invarianza di gettito”. Resta comunque fondamentale rimodulare la base imponibile e sostituire i valori di mercato al posto di quelli (iniqui) attribuiti dal catasto, una modifica sufficiente ad esempio a spostare la pressione fiscale dalle case più recenti ma situate in zone periferiche, agli immobili più vecchi ma centrali, che oggi sono ingiustamente favoriti dal catasto.

La proposta alternativa del centro studi Nens (Visco e Bersani) propone poi che su quei valori rimodulati e allineati a quelli del mercato, sia applicata, per le abitazioni, un’aliquota standard dello 0,25% aumentabile al massimo fino allo 0,5%. Contro le attuali aliquote dello 0,1% per la Tasi e 0,76% per l’Imu. In compenso sarebbe introdotta una detrazione dello 0,13%, fino a un massimo di 240 euro.

Si otterrebbe lo stesso risultato dell’esenzione Imu-Tasi (4 miliardi da recuperare sul bilancio per coprire i minori introiti comunali), solo che almeno avremo una migliore distribuzione dell’imposta.

Staremo a vedere e come sempre vi teniamo aggiornati.

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