Prima vivere, poi filosofare

Di 19 Agosto, 2015 0 0
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Riflettere 150 Questa frase, se pur in latino, è generalmente attribuita al filosofo Thomas Hobbes nel XVII secolo (anche se è stata usata molti secoli prima), e mette in guardia coloro che teorizzano senza avere alcuna certezza.

In parte per la crisi, in parte per altre ragioni, nell’ultimo anno si sono approvate diverse norme che permettono di diluire pesantemente nel tempo il costo del rientro del pagamento dei debiti pregressi e dei disavanzi di amministrazione.

Per il pagamento dei debiti pregressi abbiamo assistito a due rinegoziazioni nel giro di 6 mesi, probabilmente ne seguirà una terza entro fine anno, attraverso le quali si sono allungate enormemente le rate dei mutui con punte addirittura di 25 anni rispetto al piano originale e con un aggravio di costi di 1,3 milioni di €.

A questo si aggiunge, così come permesso dal nuovo sistema di contabilità, che vi abbiamo precedentemente spiegato in questo articolo, la diluizione dei disavanzi “tecnici” di amministrazione, fatto per il quale il nostro Comune, visto la situazione economica, non si è potuto sottrarre tant’è vero che è stato ricostruito un bilancio nel quale risulta un disavanzo tecnico di 559.194 € che pagheremo in “comode” rate trentennali di quasi 19.000 € l’una.

Ma non finisce qui. Con l’introduzione del D.M. 2 aprile 2015 e successive integrazioni, si consente agli enti locali di rientrare in 30 anni anche dal disavanzo derivante dall’accantonamento al fondo crediti dubbia esigibilità, che vi ricordiamo ammonta presumibilmente a 410.000€ e che per il 2015 viene accantonato prudenzialmente nel bilancio, anche se solo al 36% del totale (148mila€). Questa cifra rappresenta una specie di assicurazione che mette al sicuro il bilancio dal rischio di entrate che non sono di sicura realizzabilità. Sarà compito dell’amministrazione ridurla “imponendo” il pagamento dei debiti ai cittadini “morosi”.

Certo un atteggiamento passivo dell’amministrazione non è corretto nei confronti di chi ha pagato i propri servizi e le proprie pendenze e che corre realmente il rischio di sobbarcarsi anche i servizi già rivolti ai cittadini che per diversi motivi non hanno pagato. Ma in un periodo di crisi economica come quello che stiamo vivendo, è essenziale che l’amministrazione si adatti alla realtà locale e sempre con l’obiettivo di ottenere il dovuto, vada anche incontro alle necessità del cittadino ad esempio permettendone una dilazione del pagamento (anche se legalmente è riconosciuta solo all’agente preposto alla riscossione ossia equitalia). In fondo la rateizzazione fa parte dello statuto del contribuente il quale però è obbligato a descrivere in cosa consista lo stato temporaneo di difficoltà economica, i criteri guida per la definizione del periodo temporale di pagamento e la misura del tasso di interesse.

Ma quello che vorremmo far presente oggi è che il senso delle attuali politiche di risanamento appare quello di “rinviare al futuro” quello che non si riesce a pagare oggi e questo porta controindicazioni. I piani di rientro “lunghi” presentano molte difficoltà legate alle variabili economiche di lungo periodo, che rendono la valutazione della loro efficacia e fattibilità assolutamente imprevedibili, con previsioni odierne che possono essere pesantemente modificate in futuro. In fondo chi può dire cosa succederà tra 10/15 o 20 anni.

La questione è complessa anche perché questi rientri si sommano tra di loro. Ieri avevamo “solo” il rientro dei debiti (tramite le due precedenti rinegoziazioni dei mutui), oggi aggiungiamo il disavanzo tecnico amministrativo che, e lo sottolineiamo nuovamente, non è altro non che spesa effettuata in assenza di copertura in entrata e domani dovremmo aggiungere una quota relativa al fondo crediti di dubbia esigibilità (che ammonta a 410mila€).

Sembra ormai che il rinvio sia diventato la regola per risolvere tutti i problemi del bilancio comunale, ma stiamo mettendo a carico delle future generazioni il costo di consumi di cui abbiamo beneficiato noi, creando le premesse per pesanti squilibri futuri.

Ci sono altri modi per poter “sistemare” il bilancio senza per forza diluire il costo negli anni a venire, ma evidentemente la soluzione scelta da questa amministrazione è di vivere oggi, e in futuro filosofare sugli errori fatti.

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