Il fondo pluriennale vincolato

Di 11 Agosto, 2015 0 0
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Soldi vincolo 150 Con l’entrata in vigore del D.Lgs. 118/2011, coordinato dal D.Lgs. 126/2014, si introduce “il “riaccertamento straordinario dei residui”, uno strumento attraverso il quale è possibile:

  • conoscere puntualmente i debiti effettivi dell’amministrazione;
  • evitare l’accertamento di entrate future ed impegni inesistenti;
  • migliorare la programmazione di bilancio;
  • modulare i debiti secondo gli effettivi bisogni;
  • ravvicinare la competenza finanziaria e quella economica.

Ma quale è la differenza rispetto a prima dell’entrata in vigore del decreto legislativo?
Poniamo il caso che il Comune decide di investire per la realizzazione di un’opera 100 € e durante il primo anno ne liquida 50, il secondo 30 e l’ultimo anno 20. Ecco come ci si contabilizzava la spesa prima dell’introduzione del D.Lgs. 118/2011,
Contabilità-1

e subito dopo,

Contabilità-2Con l’introduzione del D.Lgs. 126/2014 il bilancio deve ritrovare un equilibrio dove le spese di investimento pluriennali vengono impegnate negli esercizi in cui scadono le singole obbligazioni (sulla base del relativo cronoprogramma), cioè bisogna finanziare un’opera tenendo conto solo delle spese che scadono in quell’anno, così ugualmente bisognerà considerare le entrate che fanno riferimento allo stesso anno (è anche possibile utilizzare una parte dell’avanzo di amministrazione degli anni precedenti per coprire la spesa purché libero da vincoli).
Tornando all’esempio di prima, il nuovo bilancio si costruisce in questa maniera,
Contabilità-3Ma cosa cambia in definitiva?
Per il 2014 (in realtà si riferisce anche agli anni passati ma viene calcolata in un’unica soluzione) si è proceduto ad una cernita tra le risorse già accertate, destinate al finanziamento di obbligazioni passive già impegnate ma esigibili in esercizi futuri (cioè si sono sommate i soldi accertati in entrata, alle quali si sono sottratte le spese relative allo stesso anno e il risultato, è riportato come avanzo di amministrazione da utilizzare l’anno successivo). Ricordando che:

  • non possono essere conservate tra i residui attivi le entrate accertate la cui esigibilità è rigerita agli anni successivi;
  • non possono essere conservati tra i residui passivi le spese impegnate la cui esigibilità è riferibile agli esercizi futuri.

Nel bilancio provvisorio 2015 il residuo 2014 (ossia la differenza tra il totale dei residui passivi e il totale dei residui attivi cancellati) risulta positivo per cui si costituisce in entrata il F.P.V., a copertura degli impegni derivati dalla reimputazione delle obbligazioni giuridiche passive, che ammonta a 148 mila €.

Invece per il 2015 si prevede in uscita un F.P.V. di ben 730mila€ che non vengono coperti dal F.P.V. in ingresso (cioè ci sono impegni di spesa per l’anno corrente che ammontano a questa cifra), e la differenza tra appunto questi 730mila€ (spese) e i 148mila€ (entrata) genera un disavanzo tecnico (buco nei conti, anche se non è un disavanzo contabile) di ben 559mila€. L’assorbimento di questo disavanzo è stato coperto riportando tale voce di spesa in 30 anni, ossia sfruttando al massimo ciò che la legge permette, iscrivendo un disavanzo di amministrazione pari ad appunto 18.639,81€, ossia 1/30 del “disavanzo tecnico”.

In definitiva, con la pulizia dei conti del bilancio del nostro Comune (obbligatoria dal 1 gennaio 2015) siamo riusciti a scoprire che buona parte degli impegni erano stati coperti con entrate o difficilmente realizzabili (che diventano effettive solo nel momento in cui entrano in bilancio) o che non facevano riferimento all’anno in corso (re-imputati negli anni di competenza reale) e ci ha permesso di conoscere il reale disavanzo tecnico dell’amministrazione (buco di bilancio), tenuto ben celato fino a poco fa.

Infine nella stessa delibera, si è provveduto ad alzare il “Fondo Crediti di dubbia esigibilità”, già precedentemente trattato in questo articolo, passato dai 50.000€ (ipotizzati nel bilancio preventivo 2015) a ben 142.774,54€, iscritti nel bilancio “provvisorio” del 2015. Lo scopo di questo Fondo è quello di impedire il finanziamento di spese attraverso entrate che non sono di sicura realizzabilità. Questo corrisponde al 38% del totale delle risorse relative agli anni precedenti, pari a 375.722€ che nonostante iscritti in bilancio, non risultano incassati e che oggi sono di difficile esazione. Cercare di recuperarle sarà compito del Comune, altrimenti saranno i soggetti in regola con i pagamenti a farsi carico di queste spese.

Articolo revisionato. Nessuna parte cancellata. Le modifiche sono in corsivo.

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