La rinegoziazione dei mutui bis

Di 29 Maggio, 2015 0 0
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Soldi bloccati Il 21 maggio veniva convocata una sessione straordinaria ed urgente del consiglio comunale con un unico ordine del giorno, la rinegoziazione dei mutui, incontro che però veniva cancellato (senza tuttavia avvisare nessuno).

La riunione salta perché il comune, non avendo ancora approvato il bilancio preventivo 2015, non poteva richiedere la rinegoziazione non conoscendo lo stato delle finanze comunali, un bilancio  preventivo che, a causa dell’alto numero di comuni che non lo hanno ancora approvato, verrà prorogato fino al 30 luglio.

Il 26 maggio, tramite una circolare del sottosegretario agli affari regionali, si invita le amministrazioni a “predisporre fin da subito le procedure e gli atti necessario di Giunta e/o di Consiglio”, autorizzando di fatto a partire con le procedure di rinegoziazione. Secondo la Cassa depositi e prestiti, con i tassi di interesse ancora minori dell’anno scorso, questo rappresenta un’occasione utile per dare alle amministrazioni una boccata di ossigeno, ossigeno che, come vedremo, dovremmo restituire in futuro con gli interessi. Quindi il termine per la presentazione della rinegoziazione viene nuovamente posticipato.

Si, non vi state sbagliando, è letteralmente un déjà-vu.

Avevamo parlato della precedente rinegoziazione il 23 dicembre 2014 quando con un post molto dettagliato vi avevamo descritto l’operazione, voluta dall’amministrazione, di rinegoziazione dei mutui necessaria per poter creare nuovi spazi finanziari (nuovi mutui e nuove spese ma nessun risparmio per il cittadino) che ha permesso un risparmio annuale delle rate di rimborso di 63.800 € (almeno per i primi anni) ma un maggior esborso finale di 711.000 €.

Abbiamo quindi sviluppato un grafico dove spieghiamo meglio le conseguenze della precedente rinegoziazione.

Rimborsi 600

Dal grafico è facile capire che il risparmio di 63.800€ così ottenuto si ha solo per i primi 8 anni, ossia fino al 2021, per poi scendere l’anno successivo e neutralizzarsi del tutto nel 2023 anno in cui si registra un maggior rimborso di 2.500 € (su un arco temporale di 30 anni, per il 30% avremo un risparmio e per il 70% avremo maggiori spese). Dal 2024 fino al 2031 ci sarà un maggior esborso annuale di 8.500€. Gli anni 2032, 2033 e 2034 saranno gli anni “bui” con differenze di ben 485.000€ di maggiori rimborsi rispetto alla situazione originale (145.000€ nel 2032, 157.700 nel 2033 e 183.000€ nel 2034). Dal 2035 fino al 2044 dovremmo restituire oltre 74.400 € non previsti con il piano di restituzione originario.

Riassumendo, la rinegoziazione è allettante per l’amministrazione in carica che per tutta la durata del suo mandato vede liberarsi risorse per il bilancio (sarebbe meglio dire per chiedere altri mutui, come è effettivamente successo), ma meno per le amministrazioni future che si troveranno a pagare mutui che non hanno fatto senza avere alcuna possibilità di recuperare risorse visto che il primo ribasso delle rate di rimborso, ad oggi, è previsto per il 2035. Quindi la valutazione sulla fattibilità dell’operazione dovrà essere sarà incentrata sui costi e sulle opportunità dell’operazione in termini di riduzione della rata nel breve periodo e sostanziale aumento della rata nel medio-lungo periodo.

E’ la stessa cassa depositi e prestiti ad affermare che con la rinegoziazione non si realizza una convenienza finanziaria.

Comunque la maggior parte dei mutui è stato già portato al massimo (scadenza 2044). Quelli con scadenza prevista per il 2034 verranno probabilmente posticipati al 2044. Otterremo quindi una linea costante che, mentre oggi scende a partire dal 2033, con la nuova rinegoziazione scenderà molto più avanti nel tempo. Praticamente nel 2044 pagheremo quasi la stessa rata che paghiamo oggi, mentre in origine avremmo dovuto scontrare tutti i mutui già nel 2032-2034.

Con questa ennesima e spregiudicata operazione l’amministrazione avrà, in un’ottica di breve periodo, un ritorno positivo dovuto alle minori spese in termine di rata ma nel medio-lungo periodo ci sarà un ritorno negativo. Va inoltre sottolineato che l’allungamento della vita residua dei finanziamenti, in particolar modo quando eccessiva, nega agli esercizi futuri quella liberazione di risorse originariamente attesa conferendo di conseguenza un vincolo rigido di bilancio.

In poche parole, questa operazione, come la precedente, permette all’amministrazione attuale di liberare risorse per pochi anni ma le toglierà alle amministrazioni che la succederanno.

Basta un numero per capire la differenza. Il comune prima della rinegoziazione avrebbe azzerato i debiti relativi ai mutui contratti dalle ultime due amministrazioni nel 2034, dopo la rinegoziazione questi si estingueranno nel 2045. I debiti che loro hanno fatto, basta pensare che questa e la precedente amministrazione dal 2010 hanno creato il 70% di questo debito pari a 2.281.000 di €, che sommati ai 700.000€ del periodo 2001-2006 (negli anni 2007-2009 non verranno attivati nuovi mutui) portano il totale dei mutui richiesti a poco meno di 3 milioni di €, li pagheranno i nostri discendenti. 30 anni di debiti, 1 generazione e mezza, una neo-coppia oggi pagherebbe questi debiti (che sommeranno ai futuri debiti) anche dopo essere diventati nonni (la media del primo figlio è 27 anni).

Non è di per se sbagliato rinegoziare sopratutto se ti propongono un minor tasso di interesse, ma la rinegoziazione doveva variare solo il tasso di interesse con particolare riguardo a quelli molto alti (6,515%) non la durata. Soprattutto il fine era sbagliato perché il tutto era stato fatto per poter abbassare la quota di indebitamento con l’intento di creare uno spazio per fare altri debiti (cosa poi avvenuta con il mutuo di 130.000 € richiesto per i lavori di “urbanizzazione” a Ridotti). Comunque se hanno intenzione di farla per aver la possibilità di attivare altri mutui, forse ignorano il fatto che quest’anno grazie al Governo Renzi ci saranno probabilmente minori trasferimenti pari a circa 60.000 € (poco più della metà del compenso dato all’Ing. Tatangelo per un lavoro che l’Ing. Mazzone non “poteva” svolgere).

La politica ha il compito di preparare il futuro alle nuove generazioni … un futuro che purtroppo è pieno di debiti.

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