I membri delle amministrazioni comunali

Di 9 Maggio, 2015 0 0
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Consiglio 1 Prendiamo spunto dal sito istituzionale del Comune di Genova che ha descritto egregiamente i membri e la macchina comunale integrandolo dove necessario.

I membri delle amministrazioni comunali

I membri delle amministrazioni comunali sono i consiglieri, gli assessori, il sindaco, il vice sindaco e, solo per i comuni più grandi, il presidente del consiglio comunale.

Il Consiglio Comunale è un organo assembleare che rimane in carica cinque anni, a meno di una variazione di almeno ¼ della popolazione (nel caso di fusioni, incorporazioni di più comuni o distacco di una frazione di essi) o di dimissioni contestuali della metà più uno dei consiglieri. Il consiglio può anche essere sciolto per violazioni della costituzione o delle leggi, per gravi motivi di ordine pubblico e infiltrazione mafiosa. Altre ragioni “più politiche” che ne possono comportare lo scioglimento sono: le dimissioni del sindaco, una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco stesso e la mancata approvazione del bilancio.

Il Sindaco è colui che dà impulso e dirige l’azione del governo comunale. Dal 1993 (legge 81 del 1993) viene eletto direttamente dai cittadini e nomina la propria giunta, potendo anche rimuovere gli assessori, senza la necessità di richiedere alcuna approvazione da parte del Consiglio. Ciò evidenzia che il sindaco riveste una posizione di chiara supremazia rispetto agli altri soggetti. Tuttavia egli può essere sfiduciato con una mozione motivata e sottoscritta da almeno 2/5 dell’assemblea consiliare e approvata dalla maggioranza assoluta dei consiglieri (votazione per appello nominale).

La Giunta comunale, ovvero l’organo esecutivo comunale di cui fanno parte gli assessori (che non possono essere contemporaneamente consiglieri) e lo stesso sindaco. I membri della giunta collaborano con il “primo cittadino” alla definizione delle politiche e a presentarle all’interno del consiglio.

Un’ultima figura rilevante è quella del Presidente del Consiglio comunale, il quale dirige i lavori dell’assemblea e la convoca ma è una figura che è presente solo in comuni che hanno almeno 30.000 abitanti.

Il numero dei componenti

In numero dei consiglieri e degli assessori è stato modificato più volte negli ultimi anni. Come sapete nel nostro comune dopo le elezioni comunali del 2012 vennero eletti 7 consiglieri (5 alla maggioranza e 2 all’opposizione) e 3 assessori. Ma chi e come stabilisce il numero dei membri?. Chiaramente lo Stato con l’emanazione di una legge.

Nel 2000 stabiliva che il numero dei membri dell’amministrazione per i comuni con una popolazione tra i 3.000 e i 5.000 abitanti doveva essere 20 tra i quali 16 consiglieri ed un massimo di 4 assessori (D.lgs. n. 267/2000 art. 37 comma 1 e 47 comma C).

La successiva legge in vigore dal 2011 prevedeva una riduzione del numero dei membri del consiglio (da 20 a 16 una riduzione del 20%) e stabiliva che dovevano essere eletti 12 consiglieri ed un massimo di 4 assessori.

Neanche un anno dopo emana il Decreto Legge n. 138 che al titolo IV riporta “riduzione dei costi degli apparati istituzionali” e nell’articolo 16 comma 17 lettera c) stabilisce che “per i comuni con popolazione superiore a 3.000 e fino a 5.000 abitanti, il consiglio comunale è composto, oltre che dal sindaco, da sette consiglieri ed il numero massimo degli assessori è stabilito in tre”. Quindi si assiste ad una riduzione del 37,5% rispetto all’anno precedente (da 16 a 10), portando addirittura ad un dimezzamento del numero rispetto a quanto concesso dal 2002 al 2010 (da 20 a 10 -50%). Considerando tutte le variabili, per l’intera Provincia dell’Aquila assistevamo ad una riduzione rispetto al 2002-2010 del 53% e del 40% rispetto al 2011.

Con la riforma Del Rio (Legge 7 aprile 2014, n. 56) che ha “nascosto” le province, il numero dei consiglieri comunali torna a salire. In effetti all’articolo 135 comma b) si stabilisce “per i comuni con popolazione superiore a 3.000 e fino a 10.000 abitanti, il consiglio comunale è composto, oltre che dal sindaco, da dodici consiglieri e il numero massimo di assessori è stabilito in quattro» per un totale che torna ad essere identico a quello stabilito per il 2011 ma superiore di un 60% rispetto a quanto stabilito nel triennio 2012-2014, che ricordiamo era stato abbassato con lo scopo di “ridurre il costo degli apparati istituzionali”. Considerando tutte le variabili, per l’intera Provincia dell’Aquila si assiste ad un incremento rispetto al triennio 2012-2014 del 75% e del 4% rispetto al 2011 che rappresentava il primo tentativo di riduzione dei costi (anche se non si toccano le vette raggiunte negli anni 2002-2010).

Quindi il governo ha eliminato 33 membri dell’amministrazione provinciale ossia 26 consiglieri provinciali e 7 assessori (oltre al presidente della provincia, al vice e al presidente del consiglio provinciale), aumentando però il numero dei membri delle varie amministrazioni comunali di ben 666 membri (un bel +2000%) tra cui 186 nuovi assessori comunali (+130% rispetto al triennio 2012-2014) e 480 nuovi consiglieri comunali (+64% rispetto al triennio 2012-2014).
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Le materie di competenza

Innanzitutto il Consiglio approva il bilancio annuale e previsionale e il rendiconto di gestione del comune. Molto importanti sono anche le competenze sul piano urbanistico (piano regolatore, piani attuativi di regolamenti edilizi, concessioni edilizie) e sulla manutenzione di strade, piazze e giardini. A livello ambientale il comune si occupa dello smaltimento dei rifiuti e del controllo del livello d’inquinamento (acquifero, acustico, atmosferico). Inoltre gestisce i trasporti pubblici locali, disciplina la circolazione stradale e garantisce il rispetto delle norme sul traffico (vigili urbani).

Gli organi di governo del comune si occupano anche di sviluppo economico e di attività produttive, in particolare regolando il rilascio di licenze per negozi, il funzionamento dei mercati comunali e gli orari delle attività commerciali.

Un’altra area di competenza è quella dei servizi servizi sociali e assistenziali (non la sanità che è soprattutto gestita dalle regioni e dallo Stato). All’amministrazione comunale è stata attribuita una sempre maggiore responsabilità anche nella soppressione o aggregazione di istituti scolastici di livello inferiore a quello secondario. Infine vi è una competenza che riguarda i beni e le attività culturali (musei e alle biblioteche civiche).

Nonostante questo elenco delle competenze comunali non sia del tutto completo, si nota immediatamente la loro specificità. Si deve quindi riconoscere che l’azione del governo locale definisce soprattutto alcuni aspetti di dettaglio, dovendo mantenersi all’interno di una disciplina più generale dettata soprattutto dagli organi dello Stato e dalle regioni. È quindi oltremodo importante verificare quando certi atti dipendano direttamente dalla volontà dei comuni e quando, invece, si tratti di un’applicazione di regole sovraordinate.

Gli atti

Cosa “produce” un Consiglio Comunale? Innanzitutto sgombriamo il capo da un primo possibile equivoco: il Consiglio non approva leggi, bensì regole. Queste possono essere di diverso tipo. Al loro interno rientrano innanzitutto gli statuti, nei quali sono contenuti i principi dell’ordinamento comunale. Scendendo di grado troviamo i regolamenti che hanno come obiettivo quello di definire più nel dettaglio il funzionamento di certe attività come, ad esempio, l’edilizia, la polizia urbana, nonché l’organizzazione degli uffici amministrativi e lo stesso funzionamento del Consiglio. Su altre situazioni complesse gli organi comunali producono degli atti di carattere generale che prendono appunto il nome di piani o programmi, i più noti sono senza dubbio i piani regolatori, ma ne esistono molti altri che riguardano le opere pubbliche e la gestione del territorio.

Chiaramente negli ambiti di propria competenza il comune non si limita a definire degli orientamenti generali, ma si spinge anche nel dettaglio con una serie di atti amministrativi che riguardano la singola situazione, la singola persona o un singolo bene. Questi atti permettono di dare attuazione alle linee generali determinate dagli organi di governo ordinando, vietando o autorizzando ad esempio la costruzione di un edificio o impedendo la circolazione del traffico in un dato luogo per un certo periodo.

Deliberazioni e ordinanze

La deliberazione è un atto che viene assunto dal Consiglio o dalla Giunta Comunale, di solito è un atto di indirizzo o di programmazione, comunque un atto che spetta all’organo politico. Abbiamo visto che c’è differenza in quanto, in generale, la giunta rappresenta l’organo esecutivo mentre il Consiglio Comunale è l’organo di indirizzo di controllo politico-amministrativo dell’ente locale e hanno pertanto diverse funzioni.

Gli atti fondamentali di competenza del Consiglio Comunale riguardano: lo statuto e i regolamenti; i programmi, le relazioni previsionali e programmatiche, i piani finanziari, i programmi dei lavori pubblici, i bilanci annuali e pluriennali, il rendiconto, i piani territoriali urbanistici, le convenzioni con i Comuni, l’organizzazione degli uffici e dei servizi e la loro concessione, la partecipazione dell’ente locale alle società di capitale, l’istituzione e l’ordinamento dei tributi.

Gli atti fondamentali di competenza della Giunta Comunale riguardano: la rendicontazione annuale al consiglio sulla propria attività e sull’esecuzione dei programmi, l’attuazione degli indirizzi generali, propone gli atti di competenza del consiglio, approva i progetti definitivi ed esecutivi di opere pubbliche, svolge attività di iniziativa, impulso o raccordo con gli organi di partecipazione, dispone la concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi ed ausili finanziari e attribuisce vantaggi economici di qualunque genere quando i criteri per l’assegnazione e la determinazione della misura dell’intervento non siano stabiliti in modo vincolante dal relativo regolamento, dispone l’accettazione od il rifiuto di lasciti e donazioni, dispone la contrazione di mutui e l’emissione di prestiti obbligazionari, approva le tariffe per la fruizione di beni e servizi, sulla base dei criteri generali stabiliti dal consiglio, individua le forme di gestione dei servizi pubblici locali, fissa la data di convocazione dei comizi per i referendum comunali e costituisce l’ufficio comunale per le elezioni, esercita funzioni rientranti nella propria competenza, delegate al comune dallo stato o dalla regione, approva gli accordi di contrattazione decentrata, approva il regolamento relativo all’ordinamento degli uffici e dei servizi, definisce la dotazione organica del personale e le relative variazioni, vigila sugli enti, aziende ed istituzioni dipendenti o controllati dal comune.

L’ordinanza è un atto che viene assunto, a seconda dell’oggetto, dal Sindaco o dal Dirigente/Responsabile, di solito contengono un dovere di condotta positiva (comando) o negativa (divieto). Possono essere ordinarie o contingibili e urgenti; queste ultime sono emanate per far fronte a situazioni di emergenza sanitaria o di igiene pubblica, nonché per prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’ incolumità dei cittadini.

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