L’esternalizzazione dei servizi … terza parte …. il servizio “pubblica illuminazione”

Di 31 Gennaio, 2015 0 0
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Energia 150 Continua dalla seconda parte … Dopo anni di sprechi, inefficienze e manutenzioni ordinarie pressoché nulle sia dell’attuale che delle passate amministrazioni, bravissime a incrementare i sprechi ma deludenti quanto si tratta di ottimizzare i consumi, oggi si è deciso di invertirne la tendenza. Quindi senza cercare alternative più o meno praticabili (le abbiamo riassunte alcune nella seconda parte di questo articolo, nel capitolo “sull’economicità degli interventi”), si chiede a soggetti esterni di fare ciò che loro non sono stato in grado di fare, più per una questione di mancanza di volontà che per mancanza di risorse, c’erano 100.000€ disponibili da un mutuo del 2011 poi confluiti 2 anni dopo per finanziare la scuola, c’erano e ci sono gli introiti annuali della nuova centrale idroelettrica, anche se non sappiamo quanti e quali sono, c’erano e ci sono 86.200€ annuali dell’impianto fotovoltaico, c’erano e ci sono 11.000€ della nuova antenna, ma tutte queste entrate servono a coprire le nuove voci di spesa create negli ultimi anni, una dimostrazione del fine sbagliato con cui sono state fatte queste opere (tralasciando gli altri aspetti opinabili).

Un dato su tutti, l’amministrazione quantifica in questo bando di gara un importo di 106.820€ annui come costo per il sistema di illuminazione pubblica così ripartito, 70% costo energia e 30 % costo manutenzione, probabilmente quasi tutta, se non tutta, straordinaria (non sappiamo il rapporto preciso tra ordinaria/straordinaria, un valore importante perché è un costo che resterà a carico dell’amministrazione e fuori dal canone stabilito in fase di gara). Orbene le sole entrate degli impianti fotovoltaici coprirebbero l’80% di questo importo, con la possibilità concreta di una diminuzione delle imposte locali, ad esempio si potrebbe ridurre l’Imu di un 30% in un colpo solo o si potrebbe azzerare la Tasi etc.

Ma che cosa sta succedendo in semplici parole?. Ve lo spieghiamo con un paragone automobilistico. Fino ad ieri abbiamo scorrazzato con una supersportiva euro 0 senza preoccuparci del consumo, tanto il carburante lo pagavamo tutti. Solo oggi, chi decide per noi, si è accorto che è una situazione non più tollerabile e quindi hanno deciso di trasformare la supersportiva in una berlina euro 5 ma, non avendo i soldi per fare questa “trasformazione” (senza neanche valutare alternative), affidano l’incarico ad una ditta esterna che si occuperà di tutto (o quasi). Questo ente esterno incasserà tutto ciò che riesce a risparmiare da questa radicale trasformazione, mentre a noi non cambierà nulla visto che manterremo in carico e per ancora 20 anni le stesse spese e gli stessi consumi che avevamo con la supersportiva, rivalutati di anno in anno. Solo dopo 20 anni potremmo concretizzare questo risparmio.

Ma non parliamo di sola inefficienza energetica. Negli ultimi anni, abbiamo assistito, ad un aumento spropositato dell’inquinamento luminoso, fenomeno che avviene quando la luce emessa dai corpi illuminanti viene rivolta verso l’alto (ad esempio gli impianti lungo tutto il viale S.Francesco, o su via Trieste, o su via Torino, o via Colucci o gli impianti presenti in piazza Scacchi, così come in altre strade). Questo fenomeno ci costa in termini ambientali e soprattutto economici (è uno spreco di energia), senza dimenticare che esistono leggi (2005) e normative (1999) contro l’inquinamento luminoso che vietano che i fasci luminosi possano superare i 90° di raggio, salvo alcune eccezioni (i punti luminosi delle vie sopra descritte hanno un raggio di emissione luminosa di 360°).

La normativa

Comunque partiamo dal principio. Ogni amministrazione dovrebbe avere il suo “piano regolatore dell’illuminazione Comunale” o PRIC già sul finire degli anni ’80, dove sono quantificati e pianificati tutti gli impianti presenti e contiene una previsione sulle nuove istallazioni con relativi tempi di ammodernamento, manutenzione etc. Non essendo obbligatorio e vedendo il tipo di gara che è stata fatta presumiamo che non esiste.

Nel marzo del 1999 viene pubblicata la normativa UNI 10819 che prescrive i requisiti dei nuovi impianti di illuminazione esterna, sostanzialmente per ridurre l’inquinamento luminoso, dando dei limiti ben precisi, tuttavia fino a quando questa norma non viene recepita questa non ha valore di legge ma sono solo a carattere facoltativo.

Quindi 6 anni dopo viene finalmente recepita la norma tramite la Legge Regionale n.12 del 3 marzo 2005 con oggetto “misure urgenti per il contenimento dell’inquinamento luminoso e per il risparmio energetico” pubblicato sul n. 15 del BURA il 18 marzo dello stesso anno. Tale legge prevede l’adeguamento del Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE) alle disposizioni ivi descritte e impone di “individuare e monitorare i siti e le sorgenti di grande inquinamento luminoso” e ancora “di sostituire gli impianti di illuminazione particolarmente inquinanti, tipo i globi luminosi, entro e non oltre 5 anni dall’entrata in vigore della legge (entro quindi 12 maggio 2010 quasi 5 anni fa)” e ancora “che tutti i comuni con almeno 3000 abitanti si dotano, entro quattro anni dalla data di entrata in vigore della presente legge (quindi entro il 12 maggio 2009 ossia quasi 6 anni fa), dovranno predisporre piani di illuminazione che disciplinano le nuove installazioni in accordo con la presente legge” e ancora “devono redigere e trasmettere alla Regione un rapporto annuale sull’andamento dell’inquinamento luminoso, il conseguente risparmio energetico e le azioni condotte per l’applicazione della legge” … etc etc.

Ma come identificare gli impianti a norma e quelli non a norma? Negli esempi sottostanti possiamo vedere alcuni impianti non a norma

Non a norma

… e come potete vedere, il nostro comune ha molti di questi pali (quelli ad incasso nella villa comunale, quelli con globo presente in moltissime vie del comune o altri molto simili al punto 7) che non rispettano la normativa sopra indicata (non per il tipo di lampade utilizzate, ma per l’orientamento della luce). La stragrande maggioranza dei nuovi impianti realizzati negli ultimi anni sono sistemi illuminanti tipo “palo con globoche sono i sistemi più inefficienti in assoluto con una dispersione luminosa che può raggiungere anche il 60% (in effetti la legge li mette in cima alla lista degli “indesiderati”).

Alla stessa maniera pubblichiamo degli esempio di sistemi a norma

A norma

e alcuni esempi di inefficienza luminosa ….

Efficienza

Illuminazione corretta

Poi un’analoga considerazione si può fare sulle prestazioni che sono regolate dalla normativa UNI 13201, ma non è questo il caso.

Torniamo ad oggi

A differenza di altre concessioni simili, che vengono precedute da un’analisi molto dettagliata in grado di rispondere al quesito sul costo della messa a norma dell’impianto e/o del miglioramento dell’efficienza energetica che permetta di valutare se eseguire in proprio questi lavori o tramite finanziamenti conto terzi, nel nostro caso si è proceduto ad un conteggio delle lampade e ad elencarle per tipo e potenza. Quindi non potremmo mai sapere il costo neanche presunto di un tale ammodernamento, come non sapremo la fattibilità di un miglioramento graduale degli impianti. Ad esempio, tramite un cronoprogramma che preveda un budget annuale anche ridotto ma costante, si potrebbe intervenire subito sugli sprechi più ingenti ottenendo risultati già dopo appena un anno quando potremmo intervenire su un’altra tratta ma con un budget superiore a quello precedente, grazie appunto alla riduzione dei costi ottenuti con l’ottimizzazione eseguita l’anno prima.

Infatti, a dimostrazione dell’inesistenza di una simile valutazione interna, leggiamo dal disciplinare di gara che la conformità degli impianti va fatta “a vista” tramite la valutazione della documentazione di conformità (se presente) e la verifica del rispetto della normativa tecnica va fatta dall’impresa per ogni singola unità tecnologica, sempre a vista, che verrà poi allegata alla documentazione contenente una descrizione dettagliata delle caratteristiche tecniche costruttive e funzionali del sistema.

Lo stato attuale (solo conteggio lampade)

Ad oggi, sempre tra i documenti della gara sappiamo che ci sono in tutto 1153 punti luminosi, così suddivisi:

Tipologia di lampade installatePotenza lampada (W)Quantità
HQI – Alogenuri Metallici12540
HQI – Alogenuri Metallici70791
SAP – Vapori di sodio ad alta pressione12588
SAP – Vapori di sodio ad alta pressione150140
SAP – Vapori di sodio ad alta pressione25091
HMI – Ioduri Metallici2501
HMI – Ioduri Metallici702

Siamo almeno soddisfatti che non ci sono tracce delle vecchie lampade ai vapori di mercurio, da diversi anni in fase di ritiro e vietate proprio da quest’anno (anche se quelle ad alogenuri metallici e ioduri metallici sono della stessa famiglia). Oggi invece la maggior parte delle lampade utilizzate negli impianti di illuminazione sono ai vapori di sodio ad alta pressione, introdotte già sul finire degli anni ’70.

Vorremmo sottolineare che è molto importante la veridicità di questi numeri visto che, come è già capitato, in caso di errato conteggio il vincitore della gara ha ottenuto un incremento proporzionale del costo del canone.

Continua con l’ultima parte …. 

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