Dal prossimo anno sarà operativa la nuova prestazione di contrasto della povertà. L’erogazione è fissata al 1° gennaio 2018 ma le domande potranno essere presentate già dal 1° dicembre al proprio comune di residenza (i dipendenti e l’amministrazione si rendono disponibili per qualsiasi chiarimento e/o aiuto) il quale, verificati i requisiti di cittadinanza e residenza, lo trasmette all’Inps entro dieci giorni lavorativi dalla ricezione. A sua volta l’Inps ha a disposizione cinque giorni per verificare il possesso degli altri requisiti e riconoscere, in caso di riscontro positivo, il nuovo beneficio economico.
L’assegno vale mensilmente da 187,5 € (per un nucleo familiare composto da un solo componente) a 485,41€ (per un nucleo familiare composto da cinque componenti, sostanzialmente in linea con l’attuale importo dell’assegno sociale per gli over 65 senza reddito). In ogni caso l’importo non può eccedere la misura dell’assegno sociale. È erogato mensilmente, in 12 rate, mediante la carta acquisti che assume nuova denominazione di “carta Rei” e che consentirà di fare anche prelievi di contanti per la metà dell’importo dell’assegno. Il Rei è erogato al massimo per 18 mesi. Può essere rinnovato, per altri 12 mesi, solo dopo che siano trascorsi almeno sei mesi dalla precedente fruizione.
Il Rei (reddito di inclusione) rappresenta la misura unica a livello nazionale di contrasto alla povertà sociale che sostituisce e abroga le vigenti Sia (sostegno all’inclusione attiva) e Asci (assegno di disoccupazione) e ne beneficeranno le famiglia con un reddito annuale inferiore ai 6 mila € (da dichiarare con un’apposita “precompilata”) e un valore di patrimonio, diverso dalla casa di abitazione, non superiore ai 20 mila €. Viene erogato su dodici mensilità ed è subordinato al rispetto di un progetto “personalizzato” fatto di specifiche attività da parte dei componenti del nucleo familiare, altrimenti salta. La platea degli interessati è di 400 mila famiglie ma l’Istat calcola che quelle in povertà assoluta sono 1 milione 619 mila e in povertà relativa 2 milioni 734 mila. In realtà questa misura non incide sul bilancio statale in quando la quantità di denaro destinata a questa misura (1.704 milioni di €) è in realtà la setta delle vecchie misure soppresse (Sia e Asdi) che in realtà erano indirizzati ad una platea più larga.
Composizione nucleo familiare | Importo del Rei | |
Mensile | Annuale | |
Un solo componente | 187,50 € | 2.250,00 € |
Due componenti | 294,38 € | 3.532,56 € |
Tre componenti | 382,50 € | 4.590,00 € |
Quattro componenti | 461,25 € | 5.535,00 € |
Cinque o più componenti | 485,41 € | 5.824,92 € |
La misura si rivolge ai nuclei familiari in condizione di povertà e si articola in due componenti: un beneficio economico (erogato con una carta di pagamento elettronica “Carta Rei”), e uno di servizi alla persona. Il Rei sarà “associabile” allo svolgimento dell’attività lavorativa ma non sarà compatibile con altre formi di ammortizzazione sociale per la disoccupazione volontaria (Naspi o disoccupazione).
Nella prima fase di operatività il Reddito d’inclusione sarà prioritariamente a disposizione dei nuclei con minorenni o disabili, donne in stato di gravidanza o disoccupati over 65.
Nello stesso decreto legislativo viene riformata la disciplina Isee con la previsione da gennaio 2018 (e a regime da settembre 2018), della precompilazione della Dsu (Dichiarazione sostitutiva unica, cioè la domanda di Isee) che conterrà tutte le informazioni disponibili in anagrafe tributaria, catasto, archivi Inps, nonché le informazioni su saldi e giacenze medie del patrimonio mobiliare dei componenti del nucleo familiare.
Sarà possibile ai cittadini accettare o modificare la Dsu precompilata fatta eccezione per i dati Inps e per quelli fiscali dell’Agenzia delle entrate (alla stessa maniera del 730 precompilato). A partire dal 1° settembre 2018 la modalità precompilata rappresenterà l’unica modalità di presentazione della Dsu e cambierà anche la validità: dal momento della presentazione fino al successivo 31 agosto (oggi, invece, fino al successivo 15 gennaio). Ogni anno all’inizio del periodo di validità (1° settembre) redditi e patrimoni presenti in Dsu saranno aggiornati con riferimento all’anno precedente (oggi, invece, il riferimento è a due anni precedenti).
Rispondi