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- interessante è il titolo 5 ovvero le “entrate derivanti da accensione di prestiti”. Nel 2012 l’amministrazione attivava un prestito di 300 mila € (4 distinti mutui), nel 2013 altri 190 mila € (mutuo), ma nel 2014 appaiono stranamente 843 mila € di cui solo 130 mila € corrispondenti ad un mutuo, mentre la situazione torna “normale” nel 2015 quando si registra un entrata di 250 mila € che corrispondono all’ennesimo mutuo e nel 2016 quando vengono indicate entrate per 137 mila €. Ci sono quindi celate alcune operazioni? non lo sappiamo ma i numeri sembrano nascondere qualcos’altro. Secondo le regole di bilancio, in questo capitolo V vengono elencate 4 categorie di entrate: anticipazioni di cassa, finanziamenti a breve termine, assunzione di mutui e prestiti o emissioni di prestiti obbligazionari.
In questa voce di bilancio sono evidenti due anomalie. La prima è rappresentata dal fatto che non vi sono indicate le anticipazioni di cassa ovvero quei soldi che l’amministrazione richiede ad un istituto bancario per far fronte a spese non coperte nell’immediato da fondi propri e che dovrà restituire entro l’anno fiscale ovvero entro il 31 dicembre, uno dei parametri che indica la debolezza del bilancio comunale. Bene nel 2013 venivano richiesti spazi finanziari per 300 mila € (di cui realmente usufruiti 157 mila € per circa 6 mesi), nel 2014 non venivano richieste anticipazioni, nel 2015 venivano richiesti spazi per 400 mila € di cui realmente usufruiti 130 mila per per 12 mesi (ovvero richiesti a gennaio e restituiti a dicembre) e nel 2016 spazio per 400 mila di cui realmente usufruiti 120 mila sempre per 12 mesi.
La seconda anomalia è relativa, come dicevamo, al 2014 quando a fronte di 130 mila € di mutuo sono stati inseriti 843 mila € di entrate. Non sappiamo cosa siano questi 710 mila € di differenza ma di sicuro non sono anticipazioni di cassa (per il 2014 non erano state richieste) ma forse trattasi di finanziamenti a breve termine o mutui contratti non con la cassa depositi e prestiti, mentre nel 2016 anno in cui sono state dichiarate 137 mila € di prestiti dovrebbero essere le anticipazioni di cassa. Cercheremo quindi di capire cosa sono i 710 mila € inseriti nel 2014 nella voce prestiti sperando che non siano nuovi mutui anche perché qualora fossero realmente nuove esposizioni debitorie non potremo far altro che riconsiderare la situazione economica del Comune che sarà notevolmente peggiore di quanto previsto; - la voce rimborso prestiti, nonostante la rinegoziazione dei mutui abbia ridotto quest’importo, nel 2016 registrano ben 213 mila € a fronte dei 128 mila del 2012 (+66%), dato che in realtà dovrebbe essere inferiore al 2012, anche in questo caso cercheremo di ottenere maggiori informazioni visto che se da una parte si riducono le rate allungando a dismisura la scadenza (posticipate al 2044) logicamente si dovrebbero pagare rate di importo più contenuto e non verificandosi vuol dire che tutto il risparmio è servito a finanziare altri prestiti e non a tagliare il debito;
- si nota come per ben 4 anni su 5 l’equilibrio della parte capitale non sia stato mai raggiunto, nel 2012 si registrava un disavanzo di -53 mila €, nel 2013 di -22 mila €, nel 2014 di -27 mila € e nel 2015 addirittura di -255 mila €. Solo nel bilancio preventivo 2016 si registra un saldo positivo di 230 mila €. Per pagare queste spese extra è stato utilizzato l’avanzo di amministrazione che però è andato anno dopo anno in diminuzione (184 mila € nel 2012, 130 mila € nel 2013, 70 mila € nel 2014, 0 € nel 2015 e 0 € nel 2016) sintomo di come il bilancio del comune non vi sia alcun avanzo ovvero tutti i soldi incassati vengono usati per pagare le spese e non resta praticamente nulla senza trascurare il fatto che la nostra amministrazione ha registrato oltre 500 mila € di disavanzo tecnico;
- dello stesso avviso il risultato netto del bilancio. Nel 2012 si partiva da 361 mila € (mai più raggiunti) e nel 2016 si prevedono 200 mila € -45% dopo aver registrato nel 2015 un risultato pari a 6 mila € un -99% (il risultato è la differenza tra quanto speso, che è reale, e quanto incassato che è in parte aleatorio perché non si incassano mai i soldi inseriti nelle entrate visto che ci sarà sempre qualcuno che non paga per tanti motivi ad esempio decessi, fallimenti etc). Facciamo presente che non si tratta di pareggio di cassa (ovvero di spese coperte da entrate effettive) ma di pareggio di competenza (ovvero spese coperte da accertamenti di cassa ovvero da quanto intende incassare il comune e non da quanto ha realmente incassato);
- altrettanto interessante è l’andamento del debito comunale. Nel 2012 si registravano quasi 3 milioni di €, nel 2016 sono saliti a 3,2 milioni di €. Sembra poco ma bisogna considerare che ogni anno l’amministrazione restituisce una quota capitale del debito e una quota di interessi. Il debito dovrebbe quindi scendere anno dopo anno invece è cresciuto per il semplice fatto che si continuano ad attivare nuovi prestiti (in totale l’amministrazione ha speso nello stesso periodo 630 mila € per il rimborso rate, senza ignorare che ha avuto due volte la possibilità di non restituire la quota capitale incrementando quindi il debito di quasi 1 milione di € ai quali sommare 1,3 milioni di nuove spese per interessi), in un periodo dove la popolazione è scesa da 3672 cittadini a 3483 che è un dato allarmante considerando che il paese continua a spopolarsi e i debiti restano a carico di quelli che restano (e quindi bisognerebbe ridurre l’indebitamento) e oggi ogni cittadino (dal neonato al centenario) ha sul groppone 914 € di debiti ai quali sommare gli interessi che portano la quota pro-capite a 1.500 €, per una famiglia di 4 persone il comune ha debiti di 6.000 €
Ricordiamo che con la rinegoziazione dei mutui il nostro comune ha si dilazionato le rate portandole tutte in scadenza nel 2044 ma ha dovuto sobbarcarsi 1,35 milioni di € di maggiori spese per interessi (dopo la seconda rinegoziazione), un ringraziamento affettuoso a chi ha votato in consiglio più volte questo scempio, ovvero Mauro Tordone, Giovanni Tuzi, Gino Capoccitti, Francesco Valentini, Romina Margani (nonostante oggi sembra comodamente dimenticarsene) e Roberto Tony Gismondi; - altro capitolo sono i debiti fuori bilancio. L’amministrazione dichiara che i debiti fuori bilancio nel 2012 ammontavano a 80 mila €, nel 2013 e nel 2014 non si fa alcuna menzione, per il 2015 dichiara che non ci sono debiti fuori bilancio ma nel 2016 si tornano a registrare debiti per 57 mila €. Allarmante la frase che nasconde in realtà debiti potenzialmente e pericolosamente superiori, infatti l’amministrazione dichiara “restano pendenti diverse fattispecie di potenziali debiti fuori bilancio, al momento da definire nell’an (se sia dovuto) e nel quantum (quanto sia dovuto)”, che fa presagire ingenti debiti neanche quantificabili relative a “diverse pronunce giurisdizionali” il che vuol dire che l’amministrazione non è in grado di valutare potenzialmente l’ammontare delle cause in corso;
- per il servizio rifiuti, l’amministrazione dichiara che la dinamica è imposta “dalle corrispondenti richieste della Segen” precisando probabilmente di non aver alcun controllo sull’operato ma di aver sistematicamente applicato la tariffa in base al costo;
- ma la nota curiosa la lasciamo alla fine. L’amministrazione dichiara “per quanto concerne la pubblica illuminazione, altra cospicua voce di spesa, si è cercato di razionalizzare gli oneri, affidando il servizio alla società Engie (Cofely) con un contratto che prevede la riduzione dei costi e la riqualificazione degli impianti”. Abbiamo dimostrato come la riduzione dei costi non riguarda l’amministrazione che invece si dovrà sobbarcare di una parte di questi costi di ammodernamento (manutenzione straordinaria) e vedrà eventuali risparmi solo nel 2035 tra poco più di 18 anni.
È evidente, il nostro Comune è da tempo diventato terreno fertile per le imprese che sfruttano tutte le nostre risorse (vedi centrali in cambio di indennizzi ridotti rispetto ad altri impianti simili) o di imprese che con investimenti contenuti ottengono lauti guadagni provenienti direttamente dalle nostre tasche.
Una relazione di fine mandato che non può che essere estremamente negativa.
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