Rifiuti e acqua più cari nel 2017

Di 22 Novembre, 2016 0 0
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tasse-150 Federcosumatori ha rilevato che per l’energia elettrica, il gas, l’acqua ed i rifiuti la spesa complessiva nel 2016 per una famiglia tipo ammonterà a fine anno a 2.291,5 €, il +61% rispetto al 2000, il +12% rispetto al 2010 e il -2,7% rispetto allo scorso anno.

Sul versante dell’acqua si prevede per il 2017 un incremento medio nel ciclo 2016-2019 pari al 6%. Sempre per il 2017 prevede la tariffa Tari salire dell’1%.

Le spese dei consumi domestici risultano sempre più pesanti nei bilanci comunali. La componente rifiuti nel periodo 2000/2016 è quella che ha registrato l’incremento più pesante, pari al +232%, seguito dagli incrementi della bolletta dell’acqua (+100%), dell’energia elettrica (+61%) e del gas (+35%).

Solo negli ultimi due anni si è registrato un calo della bolletta del gas a seguito della riforma varata dall’Aeegsi abbinata al calo dei consumi e all’esubero dell’offerta che hanno generato anche un modesto calo della bolletta elettrica.

Invece un aumento significativo si è verificato per le bollette dell’acqua a causa del metodo tariffario mentre nell’ultimo anno la tariffa Tari è scesa se pur in maniera molto limitata grazie anche alla riduzione dei costi del carburante.

Mettendo a confronto i numeri a base nazionale con i nostri a base locale, possiamo affermare che in relazione alla tariffa rifiuti (oggi Tari), dal 2000 a 2015 (ultimi dati ufficiali e relativi agli impegni di cassa) la tariffa è passata da 191.088,54 € del 2000 ai 426.083,82 € del 2015 (222% in più e ad oggi spendiamo 100 mila € in più dal periodo pre-differenziata) dopo aver toccato il massimo nel 2013 (457.048,39 +239%) e aver assistito ad un calo nel 2014, anno in cui il costo del servizio veniva quantificato a 426.044,22 se pur a bollette ferme, calo interrotto nel 2015 anno i cui si registravano impegni identici a quelli dell’anno precedente.

Un dato comunque conferma le difficoltà dei nostri concittadini ad onorare i pagamenti. L’incremento dei residui, ovvero di quella quota della Tari che non viene pagata alla fine dell’esercizio in corso. Come si può vedere dai dati

2013 — 361.959,27 (competenza) + 43.497,11 (residui)

2014 — 306.173,23 (competenza) + 72.152,18 (residui)

2015 — 340.330,37 (competenza) + 100.674,18 (residui)

i numeri dimostrano che sia nel 2014 (28.655,07 €) che nel 2015 (28.522,00 €) continua a crescere la quota non pagata della Tari, quota che ha raggiunto e superato i 100 mila € di residui. Sono soldi che qualora non fossero più esigibili (esempio per difficoltà economiche o decesso o altre cause) andrebbero ad incrementare quel Fondo Crediti di dubbia esigibilità che poi dovrà essere onorato dagli altri cittadini con l’aumento delle loro tariffe.

Non sappiamo le tariffe idriche per il 2017. Possiamo comunque stimare il costo della componente rifiuti avendo a disposizione 1/3 delle fatture annuali e affermare che il prossimo anno dovremmo tornare alla tariffa 2015 neutralizzando di fatto la leggera riduzione applicata nella tariffa 2016.

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